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Tombolata per il Quirinale: chi è il peggior Presidente possibile?

Nei primi mesi del 2022 il Parlamento eleggerà il nuovo presidente della Repubblica. Diversi sono i contendenti al trono, ma non si esclude neanche un Mattarella bis. Chi è il peggior Presidente possibile?

Nei primi mesi del 2022 il Parlamento eleggerà il nuovo presidente della Repubblica. L’attuale Presidente in carica, Sergio Mattarella, eletto il 31 gennaio 2015, vedrà il suo settennato scadere il 3 febbraio 2022. Il suo annuncio è stato quello di non volersi ricandidare, ma come ben si sa in politica tutto è possibile e le dichiarazioni valgono soltanto per un limitato periodo. Come accaduto con Giorgio Napolitano. Tra le numerose voci c’è chi infatti ritiene possibile un bis. 

In ogni caso andiamo ad analizzare tutti i possibili candidati per la corsa al Quirinale.

NUMERO 1, MARIO DRAGHI

Il primo nome che riecheggia nell’aria è sicuramente quello dell’attuale Premier. Il tecnocrate che ha riunito sotto il suo nome la quasi totalità dei partiti italiani, da destra a sinistra. Osannato da tutti al suo arrivo, il Messia ha graziato l’Italia con una politica fatta di Vaccini, Green Pass , Lockdown, e manganelli. Una vera e propria chiave di svolta.

Fin da giovane Draghi ha avuto una strada completamente spianata nell’ambito finanziario e politico:

Nel 1982 Draghi divenne consigliere di Giovanni Goria, ministro del tesoro nel quinto governo Fanfani. Tra il 1984 e il 1990 è stato Direttore Esecutivo della Banca Mondiale a Washington.

Nel 1991 in poi Draghi è stato Direttore Generale del Ministero del tesoro, perché chiamato da Guido Carli, ministro del tesoro nei governi Andreotti VI e VII, su suggerimento del governatore della Banca d’Italia, Carlo Azeglio Ciampi. Mantenne questo ruolo per un decennio, venendo confermato da tutti i governi che si sono alternati fino al 2001: Amato I, Ciampi, Berlusconi I, Dini, Prodi I, D’Alema I e II, Amato II e Berlusconi II.

Dopo un breve passaggio per la Goldman Sachs, nel 2005 venne nominato Governatore della Banca d’Italia, ma raggiunse il suo apice dal 2011 al 2019 con la carica di Presidente della Banca centrale europea, trovandosi a guidare la BCE durante la crisi del debito sovrano europeo.

Proprio per il suo curriculum e per la sua natura di naturale unificatore di forze diverse, risulta agli occhi del Parlamento uno dei prescelti da ambe le parti. L’attuale premier ha sempre evitato di parlare di una sua candidatura e non ha confermato o smentito. Secondo molti, l’unico problema è il vuoto che lascerebbe spostandosi da Palazzo Chigi al Quirinale. Ma nessun problema, perché l’altissimo possiede il dono dell’ubiquità. Queste le parole del leghista Giancarlo Giorgetti: “Draghi al Colle potrebbe comunque guidare il convoglio anche dal Quirinale”.

NUMERO 2, SILVIO BERLUSCONI

Ebbene sì, il Cavaliere tutt’oggi, nonostante l’età, rappresenta un punto di riferimento. Innovatore della politica con la sua ascesa nel 1994, creò il centro-destra con l’unione di elementi appartenenti al mondo liberale e democratico centrista, fino a comprendere anche craxiani, ex missini e indipendentisti del nord.

 Presidente del consiglio dei ministri per quattro volte (dal 1994 al 1995, dal 2001 al 2005, dal 2005 al 2006 e dal 2008 al 2011), stiamo parlando di una delle figure politiche più discusse di tutti i tempi. Celebre per le sue numerose relazioni sentimentali e qualche scandalo di tanto in tanto, ma si sa il gossip è fondamentale, resta comunque una colonna portante della storia politica italiana. 

Al momento è il candidato sul tavolo del centrodestra e non solo, dato che anche Italia Viva sembra abbia accantonato l’ipotesi Gentiloni al Quirinale per strizzare l’occhio meno a sinistra possibile. Ma si sa, tra il Cavaliere e il suo figlioccio c’è sempre stato un certo filing fin dai tempi del nazareno.

Non è un caso che Berlusconi sia stato uno dei pochi a sottolineare l’importanza di far arrivare il governo Draghi fino a fine legislatura, ossia fino al 2023, dopo l’elezione del presidente. Anche se si pensa che Draghi possa comunque salire al Colle, venendo sostituito da Daniele Franco, attuale ministro dell’Economia e garante del Pnrr, nel ruolo di premier.

 Lo stesso Renzi, mentre getta l’occhio al centrodestra, chiede a gran voce una convergenza dei due poli su un’unica figura. Intervistato dal Corriere della Sera, il leader di Iv ha affermato che Draghi sarebbe uno straordinario presidente della Repubblica.

Persino Giorgia Meloni, alleata di sempre del Cavaliere, ha lasciato trapelare da alcune dichiarazioni che Berlusconi è in realtà interessato a trattare con il segretario del PD, Enrico Letta, per trovare una soluzione unitaria. Per Salvini però c’è stato un fraintendimento tra Giorgia e Silvio.

NUMERO 3, GIANNI LETTA

In questo risiko politico, spunta il nome di uno dei volti storici di Forza Italia. Se Berlusconi rimane un fronte divisivo per corsi e ricorsi storici, Letta senior appare invece come una figura moderatrice tra le due aree, in quanto gode di buoni rapporti trasversali. 

Ipotesi probabilmente accettata dallo stesso Cavaliere, in quanto Gianni Letta è sempre stato il suo più fidato consigliere e sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri in tutti i suoi governi.

Un nome che potrebbe fare breccia anche negli ambiti di Italia viva, anche questa volta ago della bilancia. 

E il PD? Per la prima volta nella storia degli ultimi 20 anni, la sinistra non ha i numeri per eleggere un proprio uomo. Dunque potrebbe aggregarsi all’idea di una figura trasversale in nome del benestare comune.

NUMERO 4, PIERFERDINANDO CASINI

Come da tradizione democristiana, Casini appartiene alla categoria ‘uno, nessuno e centomila’. Una vita all’interno del Parlamento, è stato ininterrottamente eletto deputato dal 1983 al 2013 e senatore dal 2013 al 2018. Nel corso della sua carriera ha anche ricoperto cariche elevate: Presidente della Camera dei deputati dal 2001 al 2006, Presidente della 3ª Commissione Affari Esteri del Senato della Repubblica dal 2013 al 2017 e per alcuni mesi tra la fine del 2017 e l’inizio del 2018 Presidente della Commissione d’inchiesta sulle banche.

Nato nella DC (IX-XI), è stato poi fondatore prima del CCD (XI-XII) ed in seguito dell’UDC, con cui fin dal 1994 è sempre stato in coalizione con Silvio Berlusconi ne ‘la Casa delle Libertà’. Alleanza chiusa definitivamente nel 2008, in cui è passato all’opposizione del centrodestra. Nel 2013 eletto senatore nel listone di Mario Monti ‘Scelta Civica per l’Italia’, viene riconfermato nel 2018 come indipendente nel PD a guida di Matteo Renzi, al quale aveva dato appoggio nel 2014 per il suo governo. 

A proposito di figure intermediarie, Casini rappresenta l’essenza del democristianesimo e farebbe comodo ad entrambe le parti.

Sembra infatti che si stia mobilitando per la corsa al Quirinale. È stato infatti immortalato in uno scatto intorno ad un tavolo insieme al banchiere Giovanni Battista Bazoli, ex presidente della finanziaria Mittel e dall’aprile del 2016 presidente emerito di Intesa Sanpaolo. Da qui i giornali subito hanno ipotizzato la corsa al ruolo più importante della Repubblica da parte dell’Highlander della politica centrista.

NUMERO 5, MARTA CARTABIA

Sarebbe il primo Presidente della Repubblica donna. Dal 13 settembre 2011 al 13 settembre 2020 è stata giudice della Corte costituzionale, di cui ha ricoperto la carica di presidente dall’11 dicembre 2019 fino al 13 settembre 2020. È stata così la prima donna a ricoprire tale carica. 

Non è di certo una personalità politica, in quanto la sua prima esperienza in quel mondo parte nel 13 febbraio 2021, data in cui è diventata ministro della Giustizia nel governo tecnico di unità nazionale Draghi, succedendo al pentastellato Alfonso Bonafede. 

A chi le ha chiesto della prossima elezione del presidente della Repubblica, così ha risposto la Cartabia: “Lavoro nel presente, per dare il massimo per portare avanti il progetto di riforme molto importante e ambizioso“.

Ma si sa, meglio tacere o girovagare, perchè come dice un vecchio detto: chi entra Papa esce cardinale.

ALTRO?

Nella categoria ‘ALTRO’, spuntano nomi meno quotati, ad esempio: Maria Elisabetta Alberti Casellati, Walter Veltroni, Emma Bonino, Marcello Pera, Dario Franceschini, Giuseppe Conte e Giuliano Amato. Si sono fatti anche altri nomi come quello di Romano Prodi, smentito dallo stesso per la sua età avanzata, e quello di Rosy Bindi, che ha dichiarato di non essere intenta alla corsa al Quirinale.

Chi sarà secondo voi il prossimo Presidente della Repubblica? E soprattutto nella sostanza cambierà qualcosa? Scrivetecelo nei commenti e ricordatevi di sostenere la libera informazione con una semplice donazione. Grazie!

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