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PERCHÉ TI TERRORIZZANO CON I BLACKOUT

Sembra affacciarsi sulle nostre vite una nuova emergenza, quella energetica. Numerosi giornali, diversi uomini di scienza e politici stanno gradualmente anticipando uno scenario inquietante: un enorme Blackout. Perchè è iniziata questa nuova fase del Great Reset?

A quanto pare in Spagna, sono state svuotate le ferramenta di torce, bombole del gas ed altri oggetti utili per la sopravvivenza. In Austria, il Ministero della Difesa ha addirittura invitato i cittadini a fare scorta di cibo. Un’atmosfera di allerta che non si vedeva dai tempi dei primi lockdown. Siamo ufficialmente nella nuova emergenza Europea? Siamo alle soglie di un’“enorme blackout”?

Nei mesi scorsi vi abbiamo parlato di alcuni episodi che sono risuonati come un segnale d’allarme:  

– Ad ottobre con un articolo dal titolo “The Facebook Reset. Cosa È Successo Offline?”, avevamo parlato del Cyber Polygon del 9 Luglio 2021, ovvero una simulazione di un attacco cibernetico all’infrastruttura informatica che gestisce una catena di approvvigionamento. Evento quest’ultimo che aveva comportato anche delle interrogazioni parlamentari in Europa da parte di alcuni eurodeputati, tra cui Christine Anderson.

Nel testo avevamo riportato le parole di Klaus Schwab, fondatore e attuale direttore esecutivo del World Economic Forum, il quale aveva già messo in guardia sui potenziali rischi di un collasso informatico globale, affermando che “sarà peggiore dell’attuale crisi”. Ancora aveva sottolineato: “Noi tutti conosciamo, ma ancora non prestiamo sufficiente attenzione, lo spaventoso scenario di un attacco informatico globale, che porterebbe un arresto completo alla fornitura di energia elettrica, trasporti, servizi ospedalieri, alla nostra società nel suo complesso”.

–  sempre nello stesso periodo avevamo anche analizzato la decisione del primo ministro albanese, Edi Rama, di dichiarare lo stato di emergenza in Albania per una motivazione legata a problemi di approvvigionamento energetico. Problemi “innescati dall’impennata dei prezzi dell’energia sui mercati internazionali“, come aveva riferito Euronews Albania. 

– Nel video “G20, A Roma si decide il destino del pianeta” abbiamo raccontato delle intenzioni dei grandi potenti della terra e di come, nelle loro agende, sia sempre più presente l’interesse sulla “questione climatica ed energetica” e di come, in questo contesto, l’associazione di un QR Code ad una persona, potrebbe essere molto utile.

– Vi abbiamo parlato di come Bill Gates, per molti un visionario, per altri uno sfigato che ha fatto troppi soldi, abbia un non so che di profetico, visto che quasi tutte le sue ‘idee strampalate’ stiano man mano emergendo come processi realmente in opera.

Di come tutto questo sembra proprio essere una sorta di ‘grande piano’ che in alcuni servizi abbiamo definito “occulto”. E di come l’utilizzo delle date, numeri, occhi, porte e portali, ci da modo di avvalorare questa ipotesi che vede le ‘folle’ come vittime.

E in tutto questo, vi abbiamo spiegato come l’influenza fabiana sia stata determinante negli ultimi decenni se non secoli, anche in Italia.

– A destare ulteriore perplessità ci sono alcun video tedeschi che circolavano sul web già dai primi di ottobre per conto dell’Ufficio federale per la protezione civile e i soccorsi in caso di catastrofe. Questi tutorial dai contorni abbastanza presagisti illustravano come agire in caso di interruzione della corrente . Lo stesso ente d’altronde aveva già precedentemente promosso un libro dal titolo ‘Cucinare senza elettricità’, contenente delle ricette per le emergenze.

Ebbene, ad oggi l’emergenza energetica è una realtà, all’interno della narrazione propagandata da tutti gli organi di informazione.

Tra i primi ad affrontare tale questione in Italia c’è stato il Ministro dello sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, il quale ha anticipato come la crisi energetica che, a suo dire, stiamo attraversando potrebbe avere gravi conseguenze per tutti i cittadini europei. Dal palco di Confartigianato Imprese, Giorgetti ha affermato che: “A livello europeo si definisca un piano per evitare la possibilità di andare in blackout, cosa in questo momento non da escludere, considerato l’attuale assetto dell’approvvigionamento energetico“. Sì, parliamo dello stesso Giorgetti che insieme a Colao sta conducendo il tavolo per l’ipotesi di definitiva svendita degli asset strategici per le telecomunicazioni. Anche su questo trovi un articolo ed un servizio sul nostro blog e sulle nostre pagine su Facebook e YouTube.

Parole che hanno fatto il giro del mondo e suscitato inquietudine in tutti coloro che credevano si trattasse solo di una delle tante idee strampalate di quattro complottisti del web che, come nel nostro caso, sensibilizzano sul tema e sulle soluzioni già da diversi anni.

Ad esporsi è stato anche il noto fisico Andrea Aparo von Flüe, il quale ha avvalorato la possibilità di un blackout totale in un’area di più di 400 milioni di persone. Secondo il professore, l’Europa ha spinto e continua a spingere troppo il sistema di produzione e distribuzione dell’energia elettrica. Dunque, dall’eccesso di domanda, a una qualche interruzione sulla linea di distribuzione, dalla scarsità di scorte, all’aumento dei costi dei combustibili, le cause di un blackout generalizzato sarebbero innumerevoli e per ristabilire il funzionamento del sistema dopo questa grande crisi occorrerebbero dai 7 ai 14 giorni. 

In vista di tale scenario sarebbe necessario fare scorte di cibo, medicinali e preparare kit di sopravvivenza. Ad essere colpita sarebbe la cosiddetta ‘Area sincrona continentale’, conosciuta con la sigla UCTE. La più grande rete elettrica al mondo: 400 milioni di utenti in 30 Paesi tra Europa, Balcani, Nord Africa e Turchia.

L’idea di uno stop prolungato alla fornitura di energia elettrica in un mondo iperconnesso ed ormai del tutto digitalizzato, è un qualcosa di inquietante solo da immaginarsi. Nel corso degli ultimi dieci anni l’essere umano ha sviluppato una dipendenza totale dalla tecnologia, ampliata con l’avvento della pandemia, artefice della riorganizzazione del mercato del lavoro di diverse categorie su modello smart-working. Le nuove generazioni sarebbero quelle più colpite da un avvento del genere, in quanto “nativi digitali”? Oppure potrebbero beneficiare di una disconnessione sempre più difficile da ottenere se non in maniera forzata?

Trovarsi di punto in bianco in un clima simile, anche se solo per un limitato periodo, significherebbe mandare in crisi un sistema socio economico malato e marcio fin nelle fondamenta. Tragedia o opportunità? Negli ultimi anni, abbiamo potuto capire meglio i meccanismi con cui, chi tiene le fila, lascia che si sviluppino situazioni emergenziali per poter mettere in opera dei “reset” settoriali. In questo caso chi ne gioverebbe realmente? Probabilmente governi che a colpi di norme liberticide stanno plasmando il nuovo superstato europeo federale sempre più autoritario: incentrato sull’emergenzialità e la disumanizzazione. Tutto a beneficio di un’idea di benessere collettivo, anni luce distante dalle reali necessità degli individui.

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