Il quotidiano El Clarìn di Buenos Aires ha denunciato un tentativo di ricatto da parte della farmaceutica Pfizer contro lo stato argentino, e contro altri stati sudamericani come Brasile e Perù. In cambio della fornitura di vaccini, la Pfizer avrebbe preteso dall’Argentina e dal Brasile la disponibilità di beni sovrani nazionali (come edifici di ambasciata o basi militari), come garanzia contro il costo di eventuali richieste di danni derivanti dalla distribuzione del loro vaccino.
Secondo il Bureau of Investigative Journalism (una associazione indipendente di giornalisti internazionali), la Pfizer non cercava soltanto l’immunità da eventuali effetti collaterali del vaccino, ma anche l’immunità per danni causati da una loro generica negligenza, truffa o intento doloso (“negligence, fraud or malice”).
Il rapporto è firmato da sei giornalisti, in rappresentanza di due organi di informazione senza scopo di lucro: The English The Bureau of Investigative Journalism (TBIJ) e Peruana Ojo Público. Le fonti di informazione utilizzate sono dati di pubblica conoscenza, a cui si aggiungono le spiegazioni di un esperto del settore, un rappresentante dell’OMS e testimonianze riflesse dal verbale (anonimo) di funzionari provenienti da Argentina, Perù, Brasile.
In casi come il Perù, dicono, è stato richiesto “di includere clausole che esonerano l’azienda farmaceutica dalla responsabilità per gli eventuali effetti negativi del vaccino, il ritardo nella consegna dei lotti, attuare tutte le norme legali necessarie per conformarsi agli obblighi nei confronti del fornitore contro future cause legali e risarcimenti ”.
Quanto a Pfizer, questo giovedì è stato chiesto di ratificare o smentire le affermazioni riflesse nell’inchiesta, ma i rappresentanti locali dell’azienda hanno ricordato il rifiuto dell’azienda farmaceutica, dallo scorso luglio, di rispondere ai media a qualsiasi domanda relativa alla terapia genica sperimentale, propagandata da media e governi come vaccino.
Considerando che Pfizer stava cercando il pieno risarcimento per presunte cause civili, il termine “negligenza” nella legge rappresentava un vero e proprio ostacolo, che la società chiedeva di rimuovere. Il governo, come riportato all’epoca da Clarín, si offrì di modificare il significato di quella parola nel regolamento della suddetta legge. Ha invece rifiutato la richiesta della società, che a quanto pare richiedeva la redazione di un nuovo regolamento emanato per decreto. Tra questi colpi di scena, la trattativa è crollata ed è per questo che l’Argentina non ha, ad oggi, un accordo in vigore con Pfizer.