di Emiliano Bassetti
Da qualche giorno si è diffusa la notizia di contagi covid crescenti nell’Est Europeo. Diversi organi di stampa italiani, attraverso titoli sensazionalistici, hanno dato il via ad una vera e propria fiera dell’allarmismo. Mercoledì 10, ad esempio, dai microfoni di Radio24, la voce di Barisoni ha tuonato nell’etere con toni severi verso chi metteva in dubbio alcune notizie: “…volete fare la fine della Romania che sta trasferendo 4 pazienti Covid a Roma perchè non sa più dove metterli??”. Ma le cose stanno realmente così?
I principali quotidiani italiani descrivono la situazione in Romania come “al collasso”, mentre ‘Open’ si spinge addirittura oltre, parlando di “baratro”. Il tutto condito da ospedali pieni, terapie intensive stracolme e cimiteri in esaurimento. Insomma, ancora una volta è stata spianata la strada al culto dell’allarmismo attraverso l’ennesimo articolo destinato a trascinare il lettore nell’angoscia.
Come sempre, la propaganda per essere efficace ha bisogno di due punti chiave: costruire o individuare un nemico, in questo caso i ‘No Vax’, e mettere in moto una vera e propria macchina del fango intorno ad esso. In questo caso la Romania è perfetta come bersaglio, in quanto un po’ carente a livello di infrastrutture e soprattutto con un bassissimo tasso di adesione alla campagna vaccinale. Come si evince da giornali, infatti, la copertura vaccinale COVID-19 è del 43%. Quindi giù con la propaganda vaccinale, che in questo caso punta il dito persino contro la Chiesa ortodossa romena, tacciata di diffondere la propaganda ‘No Vax’.
Se ci si mette alla ricerca direttamente dalle pagine dei maggiori canali di informazione Romeni si scoprono però le carte.
La prima cosa che balza agli occhi è il non allarmismo che regna da parte degli organi informativi romeni. Infatti le notizie sul Covid sono in fondo ad ogni pagina, non in primo piano, eccetto alcune, in cui si discuteva se introdurre anche lì un elemento ormai divenuto virale, cioè il Green pass.
Inoltre, dalla stampa italiana si faceva riferimento ai famosi 4 pazienti trasferiti a Roma, ed anche lì le voci discordi erano molteplici. Si parlava di carenza di strutture sanitarie causa covid, mentre basta una ricerca per poter constatare che nei giorni scorsi c’è stato un incendio all’interno del più grande ospedale della Romania e sono stati evacuati i pazienti. Da sottolineare che non è l’unico incendio che ha colpito una struttura ospedaliera di recente in Romania. Il mese scorso, un altro, era scoppiato nella sezione di terapia intensiva di un ospedale di Costanza, ad esempio. Quest’ultimo invece è avvenuto a Ploiesti, è stato l’undicesimo nell’ultimo anno.
Insomma non c’è traccia dell’ossessivo dibattito sulla pandemia. La prova del nove è stata ottenuto con un esperimento: chiamare delle fonti viventi, ovvero conoscenti romeni, per verificare se effettivo il clima di preoccupazione tanto sdoganato dall’informazione italianai. La risposta è stata decisiva: con estrema serenità (quasi derisione velata), costoro hanno riferito che al di là delle classiche prevenzioni comuni a molti popoli (la mascherina ad esempio), nessuno ha il sentore di una pandemia in corso.