Di recente è divenuto virale sui social un video che vede come unico relatore Davide Rossi, autore del libro ‘La Fabian Society e la Pandemia’. Le parole dello scrittore hanno catturato fin da subito l’attenzione di molti ascoltatori del web, affascinati dall’argomento trattato, fino a poco tempo fa sconosciuto ai più: la Fabian Society. Ma cosa si nasconde dietro questa sigla per troppo tempo ignorata dall’opinione pubblica? Noi di MePiù vi illustreremo la realtà di quella che può sembrare a primo impatto solo un’organizzazione di matrice socialista, ma che nasconde ben altro. Ma prima iscriviti al canale e clicca sulla campanella per non perdere i prossimi contenuti.
La Fabian Society venne fondata il 4 gennaio 1884 a Londra come continuità ideale di un’altra società creata l’anno precedente, la ‘The Fellowship of the New Life’. I primi membri della Fellowship comprendevano la visionaria élite vittoriana, tra cui il poeta omosessuale Edward Carpenter, il sessuologo Havelock, la femminista Edith Lees e lo scrittore Edward R. Pease.
Il loro obiettivo era quello di trasformare radicalmente la società, tanto che alcuni membri espressero apertamente l’idea di apportare tali cambiamenti attraverso lo strumento politico. Per farlo istituirono una società separata: la Fabian Society. I suoi nove membri fondatori furono Frank Podmore, Edward R. Pease, William Clarke, Hubert Bland, Percival Chubb, Frederick Keddell, Frederick Keddell, Edith Nesbit, e Rosamund Dale Owen.
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Il nome alla società fu dato in onore del generale romano Quinto Fabio Massimo Verrucoso, detto ‘il temporeggiatore’, famoso per la sua tattica di guerra fatta di strategie e logoramento del nemico, che lo portava a colpire in modo deciso solo nel momento in cui la situazione era ormai a suo vantaggio. Una tattica molto vicina al modus operandi fabiano, il cui obiettivo era ed è tuttora quello di far emergere i principi del socialismo democratico in modo graduale e riformista all’interno delle istituzioni. Metodo più subdolo e meno visibile rispetto a quello di tipo rivoluzionario appartenente al socialismo classico.
Celebre il logo della società: una tartaruga, rappresentazione simbolica della base dottrinaria del gruppo, vale a dire un lento ed impercettibile avvio verso il socialismo. Lo stemma iniziale invece rappresentava un lupo travestito da pecora, simbolo di una chiara metodologia di infiltrazione ideologica nei luoghi di potere. Immagine successivamente abbandonata per la sua accezione estremamente negativa. In molti infatti negli anni hanno captato in tale immagine un riferimento biblico proveniente dal Nuovo Testamento e da un sermone, in cui Gesù avverte che i falsi profeti vengono vestiti da pecore, ma in realtà sono lupi famelici.
La Fabian Society crebbe fino al punto di diventare a tutti gli effetti una delle principali società accademiche nel Regno Unito durante l’era edoardiana. Già dal principio iniziò infatti ad attrarre diversi illustri personaggi interessati alla causa socialista, tra cui: lo scrittore e drammaturgo George Bernard Shaw, la saggista, femminista ed esoterista Annie Besant, il pedagogista Graham Wallas, il funzionario britannico Sydney Olivier e Ramsay MacDonald, il primo Primo Ministro del Regno Unito che apparteneva al Partito Laburista. Tutti appartenenti ad una corrente di pensiero profondamente progressista. Esponenti di rilievo fabiani sono stati inoltre gli economisti Sidney e Beatrice Webb, scrittori di molteplici opere riguardo la visione socialista nel mondo del lavoro e punti di riferimento all’interno del movimento laburista inglese.
Il 5 settembre 1884, Shaw contribuì al secondo importante Fabian Tract, intitolato ‘Manifesto’, che presentava i punti focali dell’ideologia fabiana, quelli che poi verranno definiti i ‘principi del Fabianismo’. Nel 1887, la Fabian Society pubblicò invece un programma, conosciuto come “The Basis“, in cui venivano esposti a 360 gradi i principi di riorganizzazione della società mediante l’eliminazione della terra e della proprietà privata e l’acquisizione di essi nella comunità per il beneficio generale. Il tutto senza il benchè minimo atto eversivo, ma agendo sempre tramite le istituzioni, a differenza della teoria Marxista improntata sulla Lotta di classe.
Nel tempo la società ha diffuso le sue idee in conferenze, dibattiti e trattati. Il primo trattato più importante fu ‘Fabian Essays in Socialism’, a cura di George Bernard Shaw e pubblicato nel 1889. Carteggio che raccoglieva otto conferenze, tenute nell’anno 1888 all’interno di club operai e nelle associazioni politiche di Londra dai membri fabiani più influenti. Nel trattato esposero la loro ideologia e il loro programma, con l’obiettivo di spingere in modo graduale il partito liberale ad adottare parte di quelle basi socialisteggianti. Ciò a dimostrazione dello strategico lavoro di infiltrazione ideologica in ambito politico da parte dei fabiani. Infatti i tentativi di permeazione fabiana sostennero inizialmente il governo liberale, perché più malleabile rispetto ai conservatori, fino a quando nel 1893 nacque il partito laburista indipendente, a cui la Fabian Society diede completo appoggio. Nonostante ciò non mancò una costante pressione anche sul Partito Progressista.
Uno dei più grandi successi dei primi fabiani fu sicuramente la fondazione della London School of Economics nel 1894. L’idea di creare un istituto scolastico che avrebbe indagato sui problemi sociali ed economici della tarda Gran Bretagna vittoriana e propagato le idee della Fabian Society fu di Beatrice e Sidney Webb, Graham Wallas e George Bernard Shaw. Dal 1895, la London School of Economics and Political Science (LSE) si sviluppò rapidamente attraverso sovvenzioni private e donazioni, tanto da divenire un importante centro di influenza del socialismo fabiano e tutt’oggi un punto di riferimento dottrinario di una precisa visione progressista. Tra i personaggi di spicco associati alla LSE, ritroviamo: l’ex Primo ministro italiano Romano Prodi, l’ex Direttore dell’Ufficio finanziario del Fondo monetario internazionale Carlo Cottarelli, il presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, Il presidente della Repubblica di Cina Tsai Ing-wen, il filantropo e miliardario americano George Soros allievo del filosofo fabiano Karl Popper (quest’ultimo nel 46’ lettore di logica e metodo scientifico presso la stessa Università).
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Il socialismo fabiano però non poteva assolutamente essere definito ‘democratico’ , tanto che proponeva un modello di società amministrata professionalmente. Credeva che i partiti politici sarebbero scomparsi e che i politici sarebbero stati sostituiti da “esperti” altamente qualificati e da burocrati civili della classe media stipendiati, i quali si sarebbero occupati del benessere generale delle masse, considerate “ignoranti” e “passive”.
Non è tutto, perché risulta che al centro della visione fabiana ci sia stata anche l’eugenetica e la sua promozione come scienza di purificazione razziale e controllo della popolazione. Nei primi anni del 1900 alcuni membri di spicco della Società, tra cui i coniugi Webb, Shaw e Wells, sostennero l’ideale di una società socialista scientificamente pianificata e un approccio eugenetico alla politica sociale.
Per eugenetica si intende la disciplina nata verso la fine dell’Ottocento che, basandosi su considerazioni genetiche e applicando metodi di selezione usati per animali e piante, aveva l’obiettivo di migliorare la specie umana. In seguito fu ripresa da Hitler contro gli “elementi degenerati”.
A parlare dell’approccio del fabianesimo alla teoria eugenetica, fu Chesterton nel suo libro, “Eugenetica e altri malanni”, pubblicato per la prima volta nel 1922. Nella sua opera egli criticava i socialisti Sidney Webb, Bernard Shaw e Herbert George Wells, accusandoli di essere sostenitori dell’eugenetica come “nuova religione”. Addirittura in una parte dei documenti di appendice che accompagnano il libro, l’autore, riporta una frase di Bernard Shaw: “nulla se non una religione eugenica può salvare la nostra civiltà”.
Nel Regno Unito infatti l’eugenetica fu sostenuta da numerose figure importanti, tra cui appunto i socialisti del fabianesimo già citati, ma anche da conservatori come il futuro Primo Ministro del Regno Unito Winston Churchill e Arthur James Balfour. Tra i fautori di tale pensiero sbucano anche due economisti liberali: William Beveridge, che non a caso lavorò con Sidney Webb e Beatrice Webb, influenzato dalle loro teorie di riforme sociali, ed il celebre John Maynard Keynes.
Shaw, espresse molto interesse per l’eugenetica, vista come strumento per prevenire il deterioramento della civiltà Shaw. Egli mostrò il proprio sostegno all’eugenetica durante le sue conferenze per la Eugenic Education Society, come si evince anche da un articolo del 1984 dal titolo ‘Eugenics and the Left’ uscito sul Journal of the History of Ideas.
Queste alcune delle parole proferite da Shaw durante una conferenza:
“Non so mai come rendere la mia opinione chiara, perché io rigetto ogni tipo di punizione, non voglio punire nessuno, ma c’è un numero straordinario di persone che voglio uccidere. Non in maniera crudele o per una vendetta personale. Dovrebbe essere evidente a tutti voi, ne conoscerete personalmente una dozzina almeno di queste persone che non hanno uno scopo in questo mondo, che creano più problemi che valore, e quindi io credo che sarebbe una cosa buona far presentare tutti davanti ad una commissione eletta regolarmente (…) ogni cinque anni o ogni sette anni, metterlo semplicemente lì davanti e chiedergli: Signore o Signora, ora potrebbe essere così gentile da poter giustificare la sua esistenza? Se non puoi giustificare la tua esistenza, se stai dando peso alla società civile, se non produci quanto consumi, allora chiaramente non possiamo usare la grande organizzazione della nostra società per mantenerti in vita, perché la tua vita non porta beneficio a noi, e non può essere di grande uso neanche a te”.
Come già detto, tra i fabiani sostenitori della teoria eugenetica troviamo anche Herbert George Wells, autore di diversi romanzi come ‘La macchina del tempo’. Ebbene, Wells nel 1940 pubblicò un’opera fantascientifica, più precisamente ‘distopica’, dal titolo ‘The New World Order’ (Il Nuovo Ordine Mondiale), in cui si fa riferimento ad un governo mondiale socialista e cosmopolita fondato per risolvere i problemi sociali moderni. All’interno dell’opera, Wells, diede enorme risalto al potenziale della scienza e al cambiamento tecnologico, visti entrambi come evoluzione e strumenti per la nuova forma di governance globale.
Le critiche più forti nei suoi confronti arrivarono proprio da un altro esponente dei fabiani, George Orwell.
Quest’ultimo, socialista puro e ‘fabiano critico’, lanciò un occhio molto più scettico sulla scienza, mettendo in guardia sui suoi limiti come guida per le vicende umane. Infatti, secondo Orwell, i modi di pensare prevalentemente scientifici hanno sempre portato all’inganno e alla manipolazione degli individui. Un chiaro esempio, per nulla casuale, lo riporta nel nazionalsocialismo. In un suo trattato dal titolo ‘What is science?’, egli sottolineò il fatto che la comunità scientifica tedesca oppose pochissima resistenza a Hitler e senza di loro la macchina da guerra tedesca non sarebbe mai stata costruita. Inoltre spiegò come molti scienziati hanno ingoiato la mostruosità della scienza razziale.
Non è un caso che nel 1949 Orwell diede vita alla sua principale opera: ‘1984’. Il romanzo distopico pone al centro della storia una società piegata ad un totalitarismo, ispirato a quello sovietico e a quello della Germania nazista. Nella storia vige un regime promosso dal partito unico con a capo il ‘Grande Fratello’, entità misteriosa. Il Grande Fratello possiede un controllo tecnologico h24 sulla società, attraverso i suoi occhi che sono dei teleschermi, televisori forniti di telecamera, installati per legge in ogni abitazione, e tramite la psicopolizia, creata per reprimere ogni pensiero divergente. Secondo molti, l’opera non fu altro che una denuncia o un allarme nei confronti dello stesso fabianesimo, in quanto lo stesso titolo riporta le ultime due cifre uguali a quelle dell’anno di nascita della Fabian Society. Dunque l’arco temporale che va dal 1884 al 1984 sarebbe un centenario esatto, utile probabilmente per dar forma a quella visione ideologica unica globale tanto mirata da personaggi come Wells.
Nel 1900 la Società produsse un ulteriore manifesto: ‘Fabianism and the Empire’, redatto da Bernard Shaw, che comprendeva i suggerimenti di 150 membri Fabiani. Il contenuto era una critica all’economia politica liberale tradizionale, considerata obsoleta, e una particolare attenzione all’imperialismo, visto come nuova fase della politica internazionale. Il quesito centrale era se la Gran Bretagna sarebbe stata il centro di un impero mondiale o se avrebbe perso le sue colonie. A tal proposito si esprimeva sostegno alla Gran Bretagna nella guerra boera ( 1899-1902), in quanto le piccole nazioni come i boeri, erano, secondo i fabiani, un anacronismo nell’era degli imperi.
Basta andare sul paragrafo ‘Our History’ del sito ufficiale della Fabian Society per verificare che tutto ciò è reale. Queste sono le parole riportate dalla stessa organizzazione:
“I membri della società erano radicali per il loro tempo, ma le loro opinioni riflettevano l’età in cui vivevano. I principali membri della società avevano pregiudizi e opinioni razziste che non erano in linea con l’impegno della società per l’uguaglianza per tutti, né allora né ora. I fabiani si impegnavano in dibattiti sull’eugenetica ed erano razzisti nei confronti delle persone di origine ebraica, nera e asiatica. Le opinioni sul ruolo dell’Impero variavano tra i membri, con alcuni che sostenevano la rapida decolonizzazione e altri vedevano l’Impero britannico come una forza potenzialmente progressista nel mondo”.
Nel corso del tempo il gruppo è sempre stato influente nei circoli del partito laburista, con membri tra cui Ramsay MacDonald , Clement Attlee , Anthony Crosland , Roy Jenkins , Hugh Dalton , Richard Crossman , Ian Mikardo , Tony Benn , Harold Wilson ed altri più recentemente come Shirley Williams , Gordon Brown , Gordon Marsden e Ed Balls. Addirittura, prima di convertirsi al mito Mussoliniano del fascismo, durante gli anni venti Oswald Mosley (fondatore dell’Unione Britannica dei Fascisti) e sua moglie furono grandi sostenitori del fabianesimo ed entrambi lavorarono per varie organizzazioni giornalistiche e politiche controllate dalla Fabian Society. Nel 1929 lo stesso Mosley concluse un accordo elettorale con il primo ministro Ramsay MacDonald e per un anno fu suo ministro senza portafoglio, come cancelliere del Ducato di Lancaster.
Un importante esponente politico molto vicino all’universo fabiano è da sempre l’ex Primo Ministro del Regno Unito, Tony Blair. Quest’ultimo, nel 2006, presidiò un evento sul restauro della ‘Fabian Window’, esposta alla London School of Economics. Stiamo parlando della controversa opera progettata da George Bernard Shaw, che raffigura i membri della Società, George Bernard Shaw e Sydney Webb che danno forma al mondo, e Edward Pease, che suona il mantice dinanzi allo stemma del lupo vestito da agnello. Proprio in tale occasione Blair espresse la sua gratitudine e il debito intellettuale del partito ‘New Labour’ nei confronti dei fabiani, riconosciuti come iniziatori di quel percorso ideologico. Un percorso ideologico basato su razzismo ed eugenetica.
La lista è molto lunga, e sono molti i personaggi della scena politica legati alla Fabian Society, che di fatto rappresenta un organo fondamentale del partito laburista.
Visto il calo costante che la sinistra inglese ha subito negli anni, all’inizio del 2017 il segretario generale di Fabian, Andrew Harrop, ha prodotto un rapporto in cui sosteneva che l’unica strada possibile per i laburisti per tornare al governo sarebbe stata quella di trovare un’intesa con i liberaldemocratici e lo Scottish National Party.
Mai quanto adesso è evidente la vittoria del fabianesimo sulla società. Seppur non sempre al potere, i principi di quest’organizzazione hanno impregnato della loro visione globalista l’ambiente che ci circonda. Come abbiamo visto, tale ideologia ha sfornato filantropi e importanti leader attraverso percorsi accademici, senza dimenticare l’influenza che il progressismo sfrenato ha avuto sulle nuove generazioni. Inoltre, la strategia di infiltrazione che nel corso della storia è stata portata avanti dalla Fabian Society ha colpito anche partiti politici opposti alla visione socialista democratica. La scienza vista come nuova religione, ad esempio, è il nuovo dogmatismo vigente che non conosce confine politico. Questo ci fa comprendere ulteriormente la caduta degli ideali e la regia unica che aleggia dietro ogni ambiente di destra o di sinistra.
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