In un servizio precedente abbiamo parlato della “Porta dell’Inferno” di Auguste Rodin e del suo arrivo a Roma il 17 settembre. Abbiamo sottolineato come da subito la creazione dell’autore francese è stata avvolta da un enorme dibattito di natura esoterica e spirituale, scatenando così un forte alone di mistero intorno alla sua venuta. L’opera d’arte, però, rappresenta solo uno dei numerosi eventi controversi che nel corso del tempo hanno scatenato polemiche nella nazione. A far parlare, già negli anni precedenti, sono stati analoghi episodi, in questi giorni rispuntati sui social in comparazione con la scultura di Rodin.
Nel dicembre del 2019 viene alla ribalta una notizia: nei pressi del Colosseo, storicamente luogo di martirio cristiano, è stata inserita una statua raffigurante il Moloch. Cos’è questo personaggio? Parliamo di un essere ritenuto dai Cananei un dio. La sua sede di culto era la valle della Geenna, sul monte Sion. Ad esso venivano fatti sacrifici umani di bambini, i quali venivano uccisi brutalmente per poi essere bruciati in un grosso fuoco. Divinità simile a quella per cui i Cartaginesi bruciavano i loro piccoli come offerta, ovvero Ba’al AmmoneI, che coincideva con la visione greca del dio Kronos, colui che ingoiò i suoi figli. Anche la Bibbia parla di questo essere, indicando con il termine “tofet” il nome del luogo in cui si svolgevano questi riti. In merito si trovano riferimenti anche nel Levitico, dove Dio comanda di condannare a morte coloro che offrono i figli in sacrificio a questa creatura: “non lascerai passare alcuno dei tuoi figli a Moloch e non profanerai il nome del tuo Dio. Io sono il Signore”. La raffigurazione di tale entità fu usata di proposito anche in ‘Metropolis’, film muto del 1927 diretto da Fritz Lang, ambientato in un futuro distopico (nel 2026) in cui le divisioni classiste sembrano accentuarsi e la popolazione è sottomessa ad un élite di ricchi industriali. In ogni caso la scultura posizionata davanti al Colosseo era una ricostruzione della stessa divinità, rappresentata dal film ‘Cabiria’ e conservata presso il Museo Nazionale del Cinema di Torino. Il motivo dell’esposizione fu giustificato anche in questo caso con una mostra, dal titolo ‘Com’era Cartagine vista da Roma’. Tale evento scatenò l’ira dei ferventi cristiani e fu considerato da alcuni una semplice caso, da altri una provocazione, da altri ancora un preciso richiamo simbolico per nulla casuale.
Nel dicembre 2020, nel colmo del clima natalizio, apparve in piazza San Pietro un presepe alieno, autorizzato dal Vaticano, e quindi dal pontefice Bergoglio. “E’ orribile” fu la risposta comune tra i commenti che gli utenti riservarono all’opera sotto il post Facebook di Vatican News. Al posto delle tradizionali figure di Maria, Giuseppe e Gesù infatti c’erano bulloni, teste mozzate appoggiate, sarcofagi simili a quelli egizi, esseri dall’aspetto non angelico ma sinistro e minacciosi con tute da astronauti, il tutto condito da colori sbiaditi in un clima di tristezza e angoscia. Il dibattito in merito all’’opera’ andò avanti per giorni e ancora oggi molti reputano il messaggio di quelle statue un ‘richiamo demoniaco’.
Nell’aprile 2021, si somma alla collezione italiana un enorme caprone di legno, alto circa 15 metri e largo 12, comparso in piazza Gae Aulenti a Milano. Rimandante stilisticamente al celebre “cavallo” di Troia, anche questa figura ha scatenato diverse teorie sui social. La figura della capra è sempre stata ricorrente nella mitologia, uno dei tanti esempi è il dio agreste Pan, rappresentato metà uomo e metà capra. Soprattutto, fin dal medioevo in Europa s’identificava il diavolo come un essere antropomorfo con le sembianze di caprone. L’iconografia di Lucifero da allora è rimasta fissa su questo schema. Ad aumentare l’enigma sono stati i numerosi indizi nei giorni precedenti all’installazione della statua, vale a dire alcune impronte di zoccoli giganti sui marciapiedi ed altre immagini di esseri dalle fattezze caprine sui cartelli stradali. Si è poi scoperto che l’opera è stata commissionata da “Birra Peroni” per una strana campagna marketing. A pochi passi dall’opera fu messa una seconda installazione, targata “United for Progress”, pensata dall’archistar Mario Cucinella per Audi. Parliamo di un progetto dedicato al progresso, per la cui sponsorizzazione si usano parole come “nuova rinascita” e “viaggio verso il futuro fatto di digitalizzazione”, come scritto in un articolo su Vanity Fair . La ‘capra’ in ogni caso richiama anche un evento avvenuto nel 2019, vale a dire la statua di Vergato, raffigurante un essere con gli zoccoli, il seno femminile, il pene eretto e un bambino sulle spalle, che tanto suscitò scalpore. L’opera, tanto voluta dal sindaco Gnudi del PD, fu creata dall’artista Ontani, già celebre alla cronaca per le immagini blasfeme di Gesù che allatta ed altre opere considerate sdoganamento di pedofilia.
‘La porta dell’inferno’, uno dei cavalli di battaglia della mostra a cura di Jean Clair, in programma dal 15 ottobre 2021 al 9 gennaio 2022, rappresenta solo l’ultimo di una serie di tasselli che negli ultimi anni sono stati al centro dell’attenzione ed hanno comportato ampie discussioni. C’è chi sostiene che le svariate opere blasfeme o raffiguranti creature dalle sembianze demoniache, che hanno calcato il suolo delle principali città italiane, fossero solo una preparazione ad un ‘nuovo mondo’, che ad inaugurare sarà proprio l’opera concessa in prestito dal Musée Rodin di Parigi. Il portale, mai concluso e interamente ricoperto di altorilievi raffiguranti parti dell’inferno Dantesco , a detta di molti, sarebbe l’accesso ad un’altra dimensione. Ad aumentare i sospetti di natura metafisica, il fatto che l’opera sarà inaugurata il 15 ottobre, stesso giorno dell’entrata in vigore del Green Pass. Coincidenze? Forse sì, forse no. Ma il dubbio è una cosa insita nella natura dell’uomo, e sempre di coincidenze non si può parlare. I parallelismi tra il significato simbolico della scultura, vale a dire il regno delle tenebre, e ciò che socialmente avverrà in Italia, sono motore di discussione sul web. Prendono sempre più spazio le tesi, se non appartenenti alla sfera completamente religiosa, quantomeno di natura ritualistica, che vedono un nesso tra la venuta della porta nel cuore della cristianità e l’entrata in vigore del nuovo decreto. Quasi qualcuno volesse segnare la vittoria di un dato gruppo di potere sulla società con un contenuto che raffiguri i suoi intenti o la sua dottrina. In conclusione l’ultimo pezzo di un puzzle, un’allegoria di un qualcosa nell’ombra.