Nella terza tappa del MeTour2020, Eugenio Miccoli ha incontrato e intervistato il regista e documentarista Massimo Mazzucco. Fondatore nel 2006 di uno dei primi blog di informazione indipendente in Italia: Luogocomune.net, dell’omonimo canale YouTube “luogocomune2” e, più recentemente, ideatore e animatore di Contro.tv .
Una lunga chiacchierata sulla sua esperienza come sceneggiatore a Hollywood, sulla sua attività di ricerca e divulgazione di informazioni non allineate al pensiero unico Mainstream e sull’attualità del momento: Recovery Fund, istituzioni europee, misure di confinamento, mascherine e rilevamento della temperatura, la caduta della cometa a 5 Stelle, dinamiche del potere e altri interessanti parallelismi tra la strategia del terrore post 11 Settembre e la situazione attuale. Si è parlato inoltre della strumentalizzazione sui numeri del contagi e delle annunciate soluzioni all’attuale stato di tensione e all’ipotetica emergenza sanitaria in vigore. Chiudendo con un pensiero ai debunker.
Tutto questo in un’intervista che rimarrà nella storia dell’informazione indipendente divulgata sul web, come al solito, firmata MePiù. In questa pagina potete leggere la trascrizione completa, a cura di Flavia Minorenti della redazione di MePiù.
– Amici di MePiù, terza tappa del MeTour, oggi è un giorno particolare perché è il compleanno di Massimo Mazzucco.
– Dunque, nel ’94, siamo andati via dall’Italia perché volevo fare cinema a Los Angeles. Ero già stato là alcune volte a cercare un agente, a vedere di conoscere gente, mi piaceva molto, soprattutto, l’idea di lavorare in un ambiente professionale, rispetto a quello italiano, che non ritenevo molto professionale. Poi ovviamente, una volta arrivato lì è cambiato tutto, perché mi sono reso conto, visto da vicino, cos’è la macchina di Hollywood. E la macchina di Hollywood è proprio una macchina, cioè uno schiacciasassi, nel senso ha regole precisissime che producono sempre il massimo del risultato, ma a costo della personalità. Non è possibile avere la tua personalità all’interno della macchina di Hollywood, a meno di essere uno come Coppola, uno come Cameron, questi personaggi qui, che comunque si sono fatti, anche loro, dal niente. La macchina di Hollywood ti distrugge perché è fatta in modo, ed è geniale in questo, da poter sostituire qualunque pezzo del meccanismo, senza che cambi il prodotto finale. Nessuno è indispensabile a Hollywood. Pensa solamente a “Via col vento”: “Via col vento” è stato fatto da tre registi diversi. Il produttore ad certo punto, ha cambiato: il primo perché non gli andava bene, il secondo si è ammalato o non ricordo più se viceversa. Tu vedi uno dei più grandi capolavori della storia, uno dei più grandi successi commerciali della storia del cinema, ed è fatto da tre registi diversi. Questo ti dimostra, che la “macchina cinema” non ha assolutamente bisogno di nessuno in particolare. Ogni stadio della produzione è previsto, è calcolato, è inscatolato in meccanismi precisi, tu puoi entrare in uno qualunque di questi meccanismi, ma devi comportarti secondo le regole del gioco. Io per un po’ l’ho fatto. Ho lavorato anche come sceneggiatore per Dino De Laurentis, quindi, sono già entrato nella serie A direttamente, perché grazie alla conoscenza che avevo con lui, al fatto che aveva simpatia per me, ci siamo messi a lavorare insieme su diverse sceneggiature Però già lì, entrando nel meccanismo, mi sono poi dovuto scontrare con gli americani della sua squadra. Lui aveva ovviamente una produzione americana, per cui quando eravamo tra noi mi diceva: “Devi capire, queste persone pensano in un altro modo, devi abituarti Massimo, sennò non li capisci”. Lui capiva le differenze però capiva anche che doveva adattarsi al sistema americano. Ho fatto un po’ di sceneggiatura, ho fatto anche un mio film a Los Angeles, un film indipendente. Poi però, nel 2001 c’è stato l’11 Settembre e c’è stato soprattutto, l’avvento di Internet, che ha cambiato proprio la vita, il modo di ragionare, il modo di convivere tra di noi. Tra il fatto dell’11 Settembre che mi ha portato a fare ricerca su quei fatti e il fatto che Internet ti dava la possibilità di comunicare in maniera velocissima con tutto il mondo e con tutti, ho cominciato a disamorarmi dell’idea del cinema, di fiction, e ho cominciato invece, a pensare a fare il lavoro per la rete. Da lì ho iniziato la mia trasformazione, poi naturalmente, venendo fuori tutte le ricerche sull’11 Settembre, è chiaro che a quel punto sapendo già fare cinema mi è venuto naturale pensare di fare documentari.
– Passare sì, alla produzione documentaristica.
– L’11 Settembre per me è successo in America, ero a Los Angeles. Mi ricordo, che mi ha svegliato un amico al telefono, alle 7:00 del mattino. Perchè a Los Angeles erano le 7:00. Cioè è successo alle 6:00, diciamo, alle 9:00 del mattino a New York, erano le 6:00 a Los Angeles. Mi ha svegliato un’amico alle 7:00 dicendomi: “Corri, corri, guarda alla televisione che cosa succede” e da lì è iniziata la lunga giornata. Dicevo, il primo documentario ovviamente, mi è venuto naturale farlo su questo, nel senso che avendo raccolto le prime informazioni, però calcola che, adesso noi non ci ricordiamo più ma nel 2006 non c’era ancora Youtube.
– Nasce nel 2007/2008 se non sbaglio.
– 2007/ 2008 è arrivato il primo Youtube. Ma si potevano solo mettere dei pezzettini da 10 minuti all’inizio, quindi l’idea di fare un documentario, metterlo in rete e farlo vedere a tutti non era ancora così facile. Adesso chiunque comincia a ragionare, ragiona in quei termini, io invece dovetti trovare addirittura un editore, che si chiama Rodrigo Vergara di Arcoiris, che aveva messo su un primo canale video. Gli dissi: “Ma tu potresti ospitarmi con questo video di 40 minuti?”, perché inizialmente era di 40 minuti. E lui disse: “Ma sì, proviamo, 40 minuti sono tanti ma..” Abbiamo messo questo video, che si chiamava allora: “11 Settembre, quattro anni dopo”, quindi era il 2005 e, praticamente, fece quasi mezzo milione di visualizzazioni, nel 2006, che fu una cosa pazzesca, ancora oggi credo che su Arcoiris sia il video più visto di tutti nella storia di Arcoiris.
– “Arcoiris” era una piattaforma separata da Youtube?
– Sì, sì era una piattaforma privata. Esiste ancora oggi: “arcoiris.tv”, si occupa di argomenti molto interessanti, è un vero e proprio archivio di documentari eccezionali, tra l’altro. È fatto in diverse lingue: c’è la sezione in inglese, la sezione in spagnolo, la sezione in italiano, in francese, ecc. Da quel successo di visualizzazioni: 400.000 visualizzazioni nel 2006, quando ancora non c’era Youtube, mi fece capire che il modo giusto di diffondere le idee, l’informazione, era questo. Quindi, ho cominciato a pensare seriamente a fare i documentari, proprio per la rete. Poi naturalmente è arrivato Youtube, è arrivato il fatto di poter caricare film interi di un’ora e mezza, due ore, tre ore e da lì, più o meno, la mia storia la conoscete.
– Senti, torniamo un attimo sull’attualità di questi giorni. Stai seguendo un po’ quello che sta succedendo nel Consiglio Europeo?
– Sì, sto seguendo.
– Stai seguendo. Non so se tu hai notato, in questi giorni, ho visto che si punta molto l’attenzione sul fatto che ci sono i Paesi frugali e i Paesi mediterranei che si stanno scontrando per 50 miseri miliardi di euro.
– Guarda, questa questione del conflitto fra i cosiddetti frugali e i cosiddetti europei, faccio un po’ fatica a pensare che sia il vero problema. Secondo me, sotto ci sono dei problemi molto più gravi, fra l’altro dobbiamo pensare una cosa: che quando ci si dice che questo Recovery Fund farà piovere a pioggia dei soldi per tutti, anche una parte non a debito, cioè regalati praticamente, un fondo perduto. Ma dove pensate che li prendono questi soldi? mica vanno a prenderli, fanno la caccia al tesoro, li trovano in un baule e ce li danno. Sono sempre e comunque soldi nostri, che versiamo nelle casse comuni dell’Europa, che poi ci ridanno. Quindi alla fine se a noi arriveranno, che ne so, 100 miliardi di aiuti, 80 sono già nostri. Quindi, faccio veramente fatica a capire come questa possa essere la soluzione del problema. È chiaro che si finge di volerlo risolvere, mentre chiaramente ci sono altre forze, che mirano proprio ad abbattere le economie di tutti i Paesi, dei singoli Paesi. Perché è ovvio, e sta venendo fuori dappertutto, che man mano che la gente fallisce, i grandi imprenditori internazionali possono arrivare e comprarsi tutto a prezzo di costo. Quindi è chiaro che c’è una manovra, proprio per distruggere le economie di tutti i nostri Paesi. Questa messa in scena della discussione del Recovery Fund è soltanto un teatrino per distrarci dal vero problema. Il vero problema è che c’è qualcuno che vuole abbatte le nostre economie per ricomprarsi il Paese a prezzo zero.
– Io credo che ci sia anche un altro il fattore in realtà. Non so se hai sentito Giuseppe Conte, il 18 sera alla fine dei colloqui, ha fatto una piccola conferenza stampa, il solito punto stampa da Bruxelles dove, ad un certo punto, ha fatto un passaggio in cui parlava del rispetto dello “stato di diritto”, in questa trattativa, se non ho capito male, anche Orban sta avanzando dei dubbi su questo aspetto qui, ovvero: si vogliono vincolare alcune partite di bilancio al rispetto dei principi dello “stato di diritto”. E giustamente Orban dice: “ok, ma poi chi verifica? Come verifica? Quali sono i parametri di verifica? Con i quali parametri si stabilisce chi rispetta lo “stato di diritto” e chi no? Che cosa intendete per stato di diritto? perché poi nel momento in cui vengono prese in considerazione queste cose è come commissariare la politica interna dei Paesi, non più solo l’economia. Questa, secondo me, è la vera partita che si sta giocando adesso in Europa.
– La vera partita o comunque un’altra partita, c’è anche quella sicuramente. Orban pare che in qualche modo abbia deciso di appoggiare l’Italia in cambio del fatto che non gli venga più reiterata questa critica che lui ha violato lo “stato di diritto”.
Tutti i giochi che non dovrebbero in realtà esistere, se fosse un’Europa Unita, come ce l’hanno sempre descritta, come l’hanno voluto i fondatori. Sono giochi che non dovrebbero esistere. Si sono chiuse 27 Nazioni dentro un pollaio, si è deciso il recinto del pollaio, e dentro il pollaio si lascia che i galli e galline si ammazzino a vicenda. Quindi, io continuo e fatico veramente, a vedere un motivo qualunque per restare in Europa, uno solo, se me ne facessero vedere uno valido e utile. Non abbiamo una politica fiscale comune, non abbiamo una politica militare comune, non abbiamo una politica comune, non abbiamo niente, perché ognuno la pensa a modo suo, stiamo continuamente a farci le scarpe gli uni con gli altri. Secondo me, tanto vale tornare come eravamo prima: buoni rapporti con i Paesi esteri, ognuno con la sua moneta, e chi è più bravo a gestire le sue economie interne, è quello che prevale, anche a livello di mercato.
– Si comincia a tirare molto la corda su questa trattativa, ad esempio, Conte ha detto a Rutte che nel caso dovesse saltare la trattativa, si dovrebbe prendere lui la responsabilità di aver fatto saltare l’intera Europa. La volontà è quella che stavi dicendo tu adesso, quella di creare una politica unitaria, per questo che si punta tanto l’attenzione anche sul discorso dello “stato di diritto”, ma questo, credo che possa essere più rischioso ancora, che lasciare la situazione così com’è.
– Non so dare delle argomentazioni logiche, ferree, però istintivamente sento l’Europa semplicemente, come un cappio al collo, una gabbia, che è stata magari concepita anche per motivi inizialmente, nobili e alti, di buon valore, anche perché c’erano da contrastare due blocchi: l’occidente e la Russia. Quindi ci stava benissimo un terzo blocco, prima ancora che arrivasse la Cina. Ma al di là dei motivi originali, veramente, non vedo vantaggi di nessun tipo da questo punto di vista, vedo solo la possibilità enorme che a questa entità tecnocratica, di controllare la vita delle singole Nazioni, e se questo vuol dire essere sovranista, va bene vorrà dire che io sono sovranista. La sovranità del popolo sta scritta nella Costituzione Italiana, non ho capito bene da quando sia diventato una parolaccia questa parola. Perché fino all’altro ieri appunto, la Costituzione era ancora quella.
–Beh, la cosa interessante di queste trattative, è che Conte l’altra sera, ha chiamato i cittadini: “gli spettatori”, quindi si rientra un po’ nella logica del cinema hollywoodiano di cui parlavamo prima.
– Però in questo caso sono spettatori paganti e inconsapevoli, perchè di solito quando vai al cinema decidi tu di andarci.
– Anche se più che il cinema a me sembra, che stiano sostituendo gli Europei in questo caso, perché non essendoci la distrazione degli Europei, evidentemente, hanno voluto creare proprio quel contesto narrativo, che potesse in qualche modo, sostituire quella sorta di competizione tra Stati, tra diverse aggregazioni. Ci sono gli incontri bilaterali Italia/Olanda, la Francia e la Germania che appoggiano un blocco, i Visegrad che ne appoggiano un altro… sembrano quasi dinamiche calcistiche.
– Sì, ma te l’ho detto, hanno creato il pollaio, dentro questo pollaio e ci hanno messo 27 Nazioni, e adesso con queste regole che abbiamo, dobbiamo arrangiarci fra di noi. Mi piacerebbe tanto capire, chi da fuori gestisce, controlla e da le direttive, per quello che succede dentro. I problemi sono sempre fatti a piramide: c’è un motivo iniziale che li fa scatenare, poi ci sono delle conseguenze, e poi ci sono altri livelli di conseguenza ancora più bassi. Se si comincia sempre ad analizzare il problema da metà in giù, non si vede mai qual’è la mano che, in qualche modo, manovra questi problemi. Noi restiamo soltanto a discutere delle conseguenze, no? un pochino come il virus. C’è questo virus, quindi cosa facciamo? Chiudiamo?,non chiudiamo la gente in casa? Ma a domandarsi, qualcuno, da dove sia uscito veramente questo virus? Nessuno se lo domanda.
Viviamo in un’epoca in cui c’è la guerra con le armi biologiche, ormai avanzatissima, sappiamo tutti che, questi laboratori lavorano in competizione fra loro, o anche in accordo fra loro delle volte, per creare armi biologiche, però al popolo si dice: “è stato il pipistrello”. Dal pipistrello in giù, tutti i problemi sono nostri, ma da pipistrello in sù, nessun giornalista va mai a guardare. Quindi, con la questione dell’Europa è un po’ la stessa cosa. A noi ogni sera ci danno la parte bassa della discussione, cioè “il battibecco finale fra le due comari” che devono decidere, chi è che prende più pasta per le galline. Ma chi ha messo lì le comari, chi le ha gestite, chi ha dato alle comari certe regole, chi ha diviso il caseggiato in modo da farle litigare, quello non viene mai messo in discussione. È il problema del burattinaio, ecco. Noi siamo burattini, più che spettatori in tutto questo, quindi dobbiamo abituarci a guardare più in alto del problema che ci viene presentato quotidianamente dai media. Perché i media naturalmente, per star sicuri, ti presentano sempre il livello più basso. Il ministro Rutte ha detto così, Conte gli ha detto cosà. E tu sei lì che dici: “ah ah, gliel’ha detto l’olandese”. La lotta fra le comari, ma chi gestisce le comari nessuno se lo domanda.
– A Mondragone abbiamo detto: “chi ne giova sono le multinazionali”, ma non solo, anche la criminalità organizzata. Ad esempio qui in Calabria, c’è stata un’intervista a Giuseppe Lombardo, procuratore aggiunto a Reggio Calabria, che qualche giorno fa, ha fatto la requisitoria finale sul processo “ndrangheta stragista”, che sottolinea già ad Aprile, la pericolosità delle infiltrazioni delle organizzazioni mafiose, in quegli ambienti dove sta emergendo una difficoltà economica forte. “Prestiti a tasso zero”, li ha chiamati. La criminalità, che durante la crisi, va ad aiutare i cittadini, perché lo Stato non riesce ad arrivarci, dopo la crisi investe i grandi capitali sporchi, in quei settori più produttivi dove, poi vedremo quali saranno, nell’evolversi della ripresa del rilancio del Paese. Noi siamo in Calabria in questo momento, possiamo dirlo, non diciamo precisamente la località, però diciamo che tu hai il contatto diretto con un tessuto sociale particolare, cosa vuoi dire di questo? Direttissimo magari no, non nel senso che tu hai contatti con la mafia.
– Io l’unico contatto diretto ce l’ho col farmacista, con l’ufficio postale e con il negozio di alimentari dove vado a fare la spesa. Chiaramente però le senti in giro le cose, anche se non hai il contatto diretto, lo percepisci dalle cose che si possono o non si possono fare, lo senti dagli umori delle persone, che c’è un altro potere, che in qualche modo, gestisce certe cose, e delle volte devo dire, addirittura senti che la gente lo percepisce positivamente. Non te lo dicono chiaramente, però ti fanno capire che, per fortuna ci sono loro, che almeno loro, ci danno una mano, perché sennò, saremmo veramente abbandonati dallo Stato, quindi è chiaro che il crimine organizzato si infila laddove c’è una deficienza da parte dello Stato. Ma da quando noi abbiamo capito, e chi non l’ha capito ancora poverino, non lo capirà mai più nella vita, che lo Stato è profondamente infiltrato e profondamente mafioso lui stesso, e lo vedi da mille casi, guarda solamente la questione ultima di Di Matteo con il Ministro di Giustizia: il Ministro di Giustizia che non riesce neanche a imporre chi vuole lui, alla direzione delle carceri, perché qualcuno gli ha detto che così “non va bene”, ed è costretto a fare la figura umiliante di andare di fronte a Di Matteo al quale il giorno prima aveva offerto il posto, e 24 ore dopo gli dice: ” Ci sono degli impedimenti che non lo permettono”.
– Ma questo sistema è così dal ’94 o già da prima?
– No, questo sistema è così dal dopoguerra. C’è una strana alleanza fra i mafiosi siciliani e gli americani, che hanno permesso l’invasione stessa, praticamente, a perdite zero da parte degli americani della Sicilia, quindi, adesso io non so, se si possa ricostruire da lì in poi, ma comunque sia la commistione fra il potere, il cosiddetto ufficiale e quello illegale esiste da sempre. Guarda solo “l’omicidio Kennedy”. “L’omicidio Kennedy ormai è venuto fuori, è documentato storicamente, quindi non è più neanche una teoria complottista, che c’è un’alleanza precisa fra la mafia americana e la Cia e sono loro, perché erano già alleati, nel momento in cui hanno tentato di fare lo sbarco alla Baia dei Porci. Alla Baia dei Porci, i guerriglieri erano stati addestrati da mafiosi di Chicago che erano in collaborazione con la Cia, avevano un interesse comune, ovviamente, sia la Cia che la mafia a riprendersi Cuba. La mafia perché voleva riprendere il controllo dei casinò, che portavano un sacco di soldi, e di altre industrie, la Cia per motivi politici, perché non voleva avere il Paese comunista, spina nel fianco, nel golfo dei Caraibi, e quindi nasce un’alleanza automatica fra i due. Quindi questa idea che il bene sia tutto da una parte, il male sta tutto dall’altra, è un’idea così, molto ingenua che a un certo punto, uno deve togliersi dalla testa, se no non riesce più a capire, quello che succede nel mondo.
– Romanzesca, diciamo. Ti ricordi quando è stata la prima volta ci siamo visti io e te? no.
– La prima volta che ci siamo visti fisicamente?
– Fisicamente.
– No, pensavo che fosse oggi la prima volta.
– E invece no.
– Sorprendimi.
– Ti sorprenderò: Ottobre 2014, Circo Massimo. Io facevo parte del canale “HRN Live, hangout revolution”, che organizzò la piccola conferenza….
– Con Giulietto Chiesa.
– Che faceste tu e Giulietto Chiesa sull’11 Settembre. 2014, Circo Massimo, era il primo Italia 5 Stelle.
– Sì, me lo ricordo bene, perché c’era un entusiasmo in quel periodo, infatti “tutto il dolore”, fra virgolette, diciamo che molti di noi provano oggi a vedere cosa sono diventati Cinque Stelle, nasce proprio da quel periodo di entusiasmo che c’è stato e che secondo me è assolutamente genuino. Evidentemente, abbiamo scoperto che il potere corrompe chiunque, quindi non c’è niente da fare, l’idea che si potesse cambiare il sistema dall’interno, è chiaramente fallita proprio con l’esperimento dei Cinque Stelle, secondo me.
– Ma secondo te, questo come è avvenuto?
– Avviene, sia a livello sistemico che a livello personale. A livello sistemico, perché: “non se po”, cioè arrivi lì, non puoi metterti contro le case farmaceutiche per i vaccini: “ piantala con la storia dei vaccini, perché il problema è più grosso. Le case farmaceutiche ci tengono in piedi con i loro finanziamenti, quindi datti una regolata” e questo avviene… uso il il vaccino come esempio, ma qualunque argomento va bene: gli F35 stessa cosa, per dire. Vai al governo pensando di abolire, di bloccare l’acquisto degli F35, perché sono oggettivamente inutili, arrivi dentro e qualcuno ti spiega che: “guarda che non è che possiamo proprio fare quello che vogliamo, perché se tu gli cancelli l’accordo del F35, gli americani ci ricattano così e cosà, quindi dobbiamo…”. Da una parte, c’è proprio una comprensione del sistema visto da vicino, e in più secondo me, c’è anche poi, a livello personale, proprio l’idea di ciascuna di queste persone, che è partita praticamente dal nulla e si ritrova di colpo seduto nel Parlamento Italiano, che bene o male, deve essere un edificio che ti fa sentire importante, dove prendi 10-15, non so quanti mila euro al mese, per fare il rappresentante. Pian pianino, senti l’odore del legno, del mogano, della storia: “su quel banco si è seduto De Gasperi e su quell’altro si è seduto Andreotti”, comunque sia, cominci a capire che cominci a fare parte delle istituzioni, e quindi da piccolo individuo, pian pianino, ti adegui.
– Per osmosi, diciamo.
– Per osmosi, esatto! esatto! È proprio per osmosi, è la parola giusta. Io non si sono mai stato in Parlamento, a Montecitorio o in questi posti ma, sono sicuro che se ci entrassi dentro, da eletto, avrei comunque una tacca in meno di, come dire, di guerriglia dentro, perché comincerei a dire: “Eh però insomma, cominciamo a rispettare le istituzioni”, diventi una delle istituzioni. Evidentemente è difficile, però credo che il problema più grosso sia a livello sistemico. Ne abbiamo avuto conferma di recente, in un’intervista che ho fatto a Sara Cunial e a Davide Barillari, i quali ci hanno raccontato chiaramente che, proprio dall’alto del 5 Stelle, arrivano degli ordini per non toccare certi argomenti, per esempio: il 5G hanno detto: “guardate non si tocca questo argomento, è fatta, è venduta, è chiusa così, non rompete le scatole, dobbiamo accettarlo”. Quindi ,è chiaro che a quel punto lì che cosa fa? O uno come loro esce dal movimento, si fa cacciare, si mette a ribellarsi perché…
– Fare: “i dissidenti”, li chiamano.
– Ecco, fai “il dissidente”, però ti prendi il marchio del dissidente, con tutti gli annessi e connessi di descrizione negativa del personaggio, oppure stai zitto ti tieni i tuoi i soldini mensili, ti lavi la coscienza con delle giustificazioni magari molto rapide, che uno può crearsi qualunque momento e vai avanti così. E quando per esempio, nel 2018 il nostro Ministro Di Maio, ha firmato le concessioni alle società di telefonia per portare a casa 6 miliardi di euro, in quel momento lui ha svenduto la sicurezza dei nostri cittadini, per portare a casa dei soldi per il Governo. Di fronte a 6 miliardi, evidentemente, qualcuno gli avrà detto: “Ciccio, abbi pazienza, dobbiamo un pochino lasciar perdere questa questione della sicurezza, se no qui i soldi non arrivano più”, cioè quando sei dentro alla macchina del potere e capisci che il tuo potere dipende esclusivamente dalla quantità di soldi che sei in grado di gestire, di manipolare, di muovere, è chiaro che diventano prioritari i soldi, gli interessi che tu porti a casa verso il tuo Governo, e quindi automaticamente sei costretto a mettere da parte gli interessi dei cittadini. Capisci.
– Anche se qui, poi la cosa si scontra, gli interessi di cui parli tu, da una parte vengono osservati, dall’altra no. Prendere precauzioni è stato uno dei fattori fondamentali che hanno poi determinato il confinamento, il lock down.
– Quando fa comodo il principio di precauzione lo si rispetta, si ricorre e lo si nomina. Mi ricordo anche l”Azzolina, poche sere fa, è andata alla trasmissione di Parenzo e a un certo punto ha detto: “Sa, perché noi dobbiamo rispettare il principio di precauzione, quindi per le scuole, devono avere tutte queste misure, perché noi rispettiamo il principio di precauzione”. Quando fa comodo per portare avanti la tua agenda politica, allora il principio di precauzione è sacro, quando invece ti fa comodo portare a casa i soldi delle compagnie telefoniche allora in quel caso, il principio di precauzione lo butti nel gabinetto. I cittadini sono sono lasciati al loro destino.
– Senti a ma hai sentito l’ultima ricerca totalmente italiana, portata avanti da dei ricercatori, che ha stabilito che i raggi ultravioletti distruggono in pochi secondi il virus, Covid 19. Quindi, fondamentalmente, se io e te siamo all’aperto, e io sono infetto, sono positivo al Covid e sputacchio, nel momento in cui il virus esce dalla mia bocca, viene distrutto, disintegrato, dai raggi ultravioletti. E del fatto che ci hanno fatto stare tre mesi dentro casa, completamente chiusi, che ne pensi?
– Forse però stai capovolgendo il ragionamento, cioè: scoprire adesso, che i raggi ultravioletti uccidono il virus, cosa che mi sembra molto logica, molto, molto probabile, non vuol dire che, retroattivamente loro ci hanno chiuso in casa per evitarceli. Forse è una conseguenza involontaria, cioè, nel momento in cui, tu chiudi tutti in casa, è per affare il distanziamento sociale, che fino a ieri, rispetto all’epidemia, è stato necessario. Ecco, poi uno può discutere su quanto sia reale l’epidemia. Però, quando tu hai una situazione iniziale, come quella che c’era all’inizio di Marzo in Lombardia, e hai gli ospedali pieni dalla sera alla mattina, il pronto soccorso che si riempe, le sale di rianimazione e le terapie intensive che si riempiono a velocità folle, è chiaro che in quel momento, è l’unico modo di bloccare la diffusione del virus, è di chiedere alla gente di stare in casa. Quindi non vedo retroattivamente, la conoscenza di questo fatto scoperto ieri. Bisogna sempre stare attenti a mettere le cose in ordine. Col senno di poi, sicuramente, tantissime cose: anche l’autopsia abbiamo scoperto che se le avessimo fatte subito, avremmo scoperto i veri motivi della morte, che erano i trombi e non tanto la mancanza di ossigeno. Però no, non vedo un legame, non vedo un’intenzione, sarebbe anche fin troppo sofisticata, come dire. Allora ci avrebbero detto: “uscite solo di notte”, ecco, se fossero stati veramente maliziosi.
– In realtà pare che dopo le 18 fosse…
– Appena va giù il sole invece, ci dicevano proprio, dopo le 18 di stare in casa quindi non vedo un collegamento diretto. E sicuramente questa è un’altra notizia, di quelle che avrebbero dovuto fare molto più notizia, come la plasmaferesi, che è stata affossata subito, come la idrossiclorochina che, addirittura hanno inventato una falsa ricerca del Lancet pur di affossarla. Come hanno fatto la campagna, inizialmente, contro la vitamina C e contro la vitamina D, come se, di colpo fossero diventati dei veleni industriali, ecc., ecc.
Tutte queste operazioni, dimostrano chiaramente che non c’è in realtà, nessuna volontà di curare i malati di Coronavirus, perché si vuole mantenere il più lungo possibile lo stato di emergenza, sia fisica, reale che mentale, soprattutto, nella gente, perché così possiamo arrivare al famoso vaccino, che ci salverà tutti . Praticamente, scoprire una qualunque cura oggi, come la plasmaferesi, per esempio che ti permette di curare il 95% dei casi, che già solo il 5% dei malati, quelli che diventano gravi, di quei 5% il 95% potresti curarlo. È chiaro che non lo si vuole scoprire, perché allora, tutta questa attesa per il vaccino diventa inutile, mentre invece, lo si deduce proprio dal modo in cui loro affossano, ogni volta che esce una cura o comunque, un rimedio positivo, lo fanno scomparire. Questo ti dimostra che sono tutti d’accordo per aiutare a mantenere la tensione pubblica al massimo livello, in attesa di questo benedetto vaccino.
– Sono contento che siamo arrivati a questo punto, perché io non sono molto d’accordo con te su questa cosa, nel senso sono d’accordo con te su quello che dicevi, che non si può fare una correlazione netta su una ricerca uscita oggi e una disposizione presa mesi fa, però non sono d’accordo sul fatto che si voglia tirare fino a che non si troverà il vaccino. Secondo me in questo caso, il vaccino non si troverà mai e probabilmente, poi questa è una mia ipotesi, è proprio questo che stanno cercando, quindi, mantenere un livello di tensione e di compressione quasi permanente. Io ho più questa idea, ovviamente è la stessa cosa… Discordiamo su dei dettagli.
– Diciamo una cosa: sia che lo trovino o che non lo trovino, hanno ottenuto il loro risultato.
– Esattamente.
Quindi in realtà, secondo me, non è che hanno calcolato già di non trovarlo, anche perché Biil Gates ci ha piazzato dietro delle belle decine di miliardi, sta puntando dei miliardi veri sulle varie case farmaceutiche, quindi evidentemente, intende sfruttarle. Se riusciranno a vincere loro la cosiddetta gara, quindi che sia del tutto, che sappiano già adesso che non vogliono trovarlo, secondo me, forse’ è un po azzardato. In ogni caso, in realtà, non siamo in disaccordo perché avranno ottenuto comunque il loro risultato primario che è quello di tenere la popolazione sotto scacco.
Adesso solamente l’idea che Conte abbia pensato di rinnovare per sei mesi lo stato d’emergenza, quando, innanzitutto, non c’è uno stato di emergenza! E quando, soprattutto, lo puoi rimettere in qualunque momento. Non è che se non lo fai adesso, poi non puoi più farlo perché si chiude la finestra dell’opportunità. Lo stato d’emergenza, uno potrebbe metterlo in qualunque momento, quindi dice, andiamo avanti tranquilli se torniamo in una nuova crisi vediamo di… Invece l’idea di volerlo mettere comunque, è perché automaticamente vogliono prolungare i loro poteri eccezionali il più a lungo possibile. Ma a chiunque arriva il potere in qualche modo, la prima cosa che fa istintivamente, ovviamente, è quella di rafforzare i propri poteri e di prolungarli il più possibile. Questa è una cosa naturale che fa parte proprio del potere stesso, cioè anche diciamo, i governanti più illuminati della storia una volta che sono arrivati al potere, la prima cosa che sono preoccupati di fare, era di prolungare nel tempo il loro potere. Loro pensano a fin di bene ovviamente, pensano sempre di fare il bene delle Nazioni e intanto al potere ci rimangono loro però.
– Nel merito di quello che dicevo prima: secondo me, c’è una differenza sostanziale tra il trovare un vaccino e non trovarlo. Nel senso, si può in questo momento, comunque, dirottare i capitali sulle case farmaceutiche, su determinate tecnologie e su determinate soluzioni a livello farmaceutico. Però non avere un vaccino, non avere una soluzione vera del problema, permette di poter aggiungere sempre più strumenti di controllo. Ad esempio l’altro giorno tu parlavi del rilevamento della temperatura, che viene fatto con la pistola. Avete intervistato, su “Borders Night” con con Fabio, una dottoressa di cui adesso non ricordo il nome sinceramente, che parlava appunto di questi possibili effetti, perché poi realtà, studi ancora non ce ne sono. Questi possibili effetti dell’atto, del gesto di prendere la temperatura con una pistola, in fronte, sia sui bambini che sugli adulti. Questo secondo me, può essere uno dei segnali che ci dicono che in realtà potrebbero non volere una soluzione, ma volere degli strumenti di condizionamento psicologico, o proprio di controllo totale. Ad esempio per quanto riguarda la diagnosi, domani potrebbe uscire tranquillamente un cerotto o un microchip, un cerotto magari, che farà da funzione di microchip per fare i rilevamenti della temperatura, dei livelli di glicemia piuttosto, che tante altre questioni e magari renderla anche obbligatoria una cosa del genere, proprio perché non è possibile arrivare ad una cura. Ora ovviamente, io sto facendo delle ipotesi, è uno scambio di opinioni questo, non voglio convincerti di niente, però non lo so, io la tendenza la vedo più in quella direzione che nella direzione del cercare una vera soluzione.
– Forse è anche possibile che ci siano delle forze diverse in azione, cioè per esempio, la casa farmaceutica, la moderna, che ha cercato già di far sapere a tutti che loro il vaccino praticamente ce l’hanno già, che l’hanno già testato e che da pochissimi effetti collaterali. Cosa non vera, però diciamo loro hanno cercato di far passare questo messaggio, è evidente che hanno investito i soldi nella ricerca di questo vaccino, vogliono, sperano e cercano di arrivare a trovarlo. Magari c’è un’altra forza, superiore ancora alla loro, che invece cerca di frenare, magari gli farà uscire delle ricerche scientifiche che li affossano subito, perché in realtà come dici tu non vogliono che si trovi mai. Un pochino, mi viene in mente, scusate se torno sempre all’11 Settembre, sarà una fissa, ma mi viene in mente molto, l’uso strumentale che fu fatto di Bin Laden dopo il 2001. Chi è ben informato e ce sono tanti per fortuna in rete, sa benissimo che il vero Bin Laden è morto di cause naturali nel dicembre del 2001. Quindi tre mesi dopo gli attentati dell’11 Settembre. Non solo, ma chi è ben informato, sa anche che fu salvato dai servizi segreti pachistani, il 10 di settembre, la sera prima degli attentati, con un intervento di emergenza. Servizi pakistani che sono in contatto ovviamente con quelli americani, che gli hanno salvato la vita proprio perché gli serviva vivo, quindi chi è ben informato sa, che è morto tre mesi dopo di cause naturali. Tutto il resto del mondo crede che Bin Laden abbia continuato a vivere, abbia continuato a minacciare per altri 10 anni. Ogni tanto usciva il comunicato di Bin Laden, ogni tanto vedevi tizio con la barba, che gli assomigliava un po’, che diceva…
– La famosa barba parlante.
– La famosa barbara parlante, esatto, di Bin Laden e sono andati avanti fino al 2011, per altri dieci anni, ci hanno tenuto vivo questo spauracchio, perché gli serviva per poterlo usare in qualunque momento. Quando ad Obama, non è più servito, ma addirittura serviva di più toglierlo di mezzo, allora hanno fatto finta di ucciderlo e quindi nel 2011 c’è stata la sceneggiata ridicola, del Raid di Abbottabad dove probabilmente, avranno preso un vecchietto qualunque che viveva lì e che ha fatto una brutta fine. E hanno raccontato in tutto il mondo che hanno ucciso Bin Laden. Ecco, lì capisci che non gli serviva più come spauracchio, e infatti abbiamo capito, subito dopo, che avevano già inventato l’Isis che era il nuovo male del mondo, che andava a sostituire Al Qaeda che ormai era, come dire, obsoleta, aveva esaurito il suo compito. Bin Laden non serviva più, quindi può anche darsi che la tirino lunga, come dici tu, col vaccino fino a quando riusciranno ad imporre tutte le restrizioni possibili, immaginabili con il Covip, quando vedranno che non serve più, perché la gente, ad un certo punto, più di tanto, non puoi strizzarla con le restrizioni, a quel punto troveranno il vaccino e porteranno a casa anche i soldi, facendo tutto l’incasso economico che vogliono fare su quel fronte.
– Secondo te, ad Ottobre che cosa succederà?
– Rispetto al vaccino: niente.
– Rispetto proprio all’emergenza sanitaria.
– Succederà che avremo tanti nuovi focolai dappertutto, che avremo questa cosa di ritorno, che poi ci obbligheranno e cercheranno di obbligare, anche altre regioni oltre al Lazio, alla Calabria, che hanno già delle ordinanze per l’obbligo della vaccinazione contro l’influenza, per gli ultrasessantacinquenni e gli operatori sanitari. Cercheranno di estenderla a più regioni possibili, ma questo fa parte del grande gioco di cercare di portare tutti a fare le vaccinazioni obbligatorie, però non ci sarà il vaccino per il Covid, o comunque anche se ci sarà, non sarà stato testato sufficientemente da poter obbligare la gente a farlo, perché ci sarebbe una rivolta. Cioè un vaccino non testato, reso obbligatorio diventa un crimine a cielo aperto, quindi da quel punto di vista avremo il problema dell’influenza e di un ritorno, che ormai l’hanno preannunciato tutti, quindi sappiamo già che ci sarà, il Covid in autunno, non così grave, ma abbastanza grave da tenere alta la tensione, esattamente come Bin Laden tornava a minacciarci, ma poi alla fine non faceva niente. Però la sua presenza girava sempre nell’aria.
– Sì, siamo d’accordo su questo. Sono d’accordo anch’io, che probabilmente sarà almeno, si cercherà di mantenere la tensione e l’attenzione su questa cosa il più alta possibile. Vedi una correlazione tra la narrazione dominante in questo momento, e il “sistema hollywoodista” lo chiama il tuo collega, il nostro collega Quaglia, quello che prima dicevi, conosci molto bene.
– Sì allora, una cosa è la propaganda hollywoodista, della quale Quaglia si è occupato approfonditamente con il suo libro, un’altra è la macchina, proprio intesa nel senso di meccanismo. Cioè quando io dico: “macchina di hollywood” parlo appunto, di un sistema produttivo in grado di sfornare migliaia di ore di prodotto narrativo audiovisivo, ogni anno, indipendentemente dalle persone che ci lavorano dentro. Qual è la figura che fa più fatica di tutte, a emergere in un sistema del genere? È la figura di quelli come me.
Ero piccolino, ma quando sono andato a Los Angeles e avevo vinto il Festival di Venezia, avevo vinto diversi premi, ero un autore di cinema. Ecco, l’autore messo dentro una macchina del genere, ne soffre moltissimo, perché la macchina non prevede l’autore. Perché l’autore nel momento in cui è protagonista del suo prodotto, dalla sua sceneggiatura, del suo film, è anche in grado di determinarne i contenuti, e quindi la linea produttiva. Può decidere lui che attore vuole. Invece la macchina di hollywood, prevede che tu ponga, metta sul tavolo, una cosa che si chiama sceneggiatura, che molto diversamente da noi, è uno strumento di produzione. Tecnicamente è scritto in un certo modo, per cui tu metti sul tavolo una sceneggiatura di 110 pagine, da come è scritta e da come sono messe le spaziature, tu sai già che hai un film di 110 minuti. Questa sceneggiatura è divisa in parti molto precise, che loro sanno distinguere molto velocemente, tecnicamente: primo atto, secondo atto, terzo atto. Nel primo atto ci devono essere certi elementi narrativi, che cambiano a seconda del film ma che sono sempre gli stessi a livello strutturale. Ecco, o tu ti adegui a questa logica di produzione del prodotto fisso, oppure non riesci a lavorare, perché nel momento in cui vuoi uscire e dici: “io vorrei fare.. però il primo atto, non so, vorrei prolungarlo un po’ di più, perché…”, ” no, no, non va bene”. E se non vai bene tu, ti prendono, ti tolgono, e mettono un altro al tuo posto. Loro ti comprano con i soldi. Io guadagnavo molti soldi facendo lo sceneggiatore, guadagnavo molto bene all’inizio, le primissime sceneggiature che facevo prendevo da 30, 40, 50 mila dollari appena arrivato. Quindi stavo veramente bene da quel punto di vista, ma dovevo sottostare a queste regole. Nel momento in cui provavo di uscire, arrivava un primo avviso, un secondo avviso, al terzo avviso, sono stato preso e sono stato messo fuori gioco. Ovviamente ero convinto di essere il genio assoluto del cinema, che ce l’avrei fatta comunque, quindi mi ribellavo a queste regole, e quindi l’ho pagata con il fatto che alla fine sono stato messo da parte.
– Senti una domanda mi sorge proprio spontanea: ma secondo te, come hanno fatto ad esempio, i fratelli Wachowski a tirare fuori Matrix, piuttosto che Revolver (non i fratelli Wachowski ovviamente), piuttosto che “Cassandra Crossing” film di questo genere?
– Allora i film di successo che portano comunque una firma personale, ogni tanto succedono.
–Soprattutto dei contenuti, in questi casi, anche molto esoterici, molto di critica al sistema.
– Bisogna sempre vedere qual era l’intento iniziale e quale il risultato finale, perché tu vedi il film finito, ma tu non sai come era la prima sceneggiatura fatta dall’autore. Io stesso ho avuto proprio l’esperienza, di vedere come avvengono le varie modificazioni, i vari annacquamenti dei contenuti. Cioè, tu scrivi una sceneggiatura, magari molto forte. La presenti al produttore. Il produttore dice: “va bene te la opziono”, già nel momento in cui te la opziona, lui ha diritto di portarti un altro sceneggiatore dentro, per correggerla. Allora cominci le lotte con quest’altro sceneggiatore, il quale è manovrato dal produttore: “Sì, però questo personaggio è un po’ troppo così, dovremmo farlo un po’ più cosà, questa cosa veramente non si può dire”, e pian pianino, pian pianino, te lo annacquano, fino a che, praticamente non rimane più niente. Ci sono casi in cui l’idea originale era talmente forte, che nonostante l’annacquamento resiste, e alla fine la vedi ancora, ma se tu magari vedessi la sceneggiatura originale, ti trovi di fronte ad un vero capolavoro che è diventato, semplicemente un film di un certo successo alla fine. Quindi finché non hai di fronte l’originale non puoi, capire questo meccanismo come funziona, che poi scusate non c’è soltanto il produttore: nella prima fase di definizione della sceneggiatura c’è la lotta con il produttore per i contenuti, poi comincia tutta la seconda fase che è quella di chiudere il film, cioè quella di trovare i protagonisti che vogliono farlo. E lì comincia tutta un’altra serie di giochi incredibili: il produttore la manda a Tom Cruise, naturalmente lui sa, che nel momento in cui Tom Cruise dice di sì, lui il film l’ha chiuso. Ha già sul tavolo 10 milioni di dollari per farlo. Ma Tom Cruise dice: “Sì però a me ‘sto personaggio così non piace tanto, me lo cambiate un pochino? Io vorrei essere più eroico qui, vorrei essere meno pauroso là, perché il mio pubblico mi riconosce in un certo modo”. Allora ricomincia la catena dell’annacquamento all’indietro, tutto quello che era stato stabilito essere valido prima, a livello di produzione, non lo diventa più. Poi Tom Cruise finalmente dice di sì, allora vai a cercare la protagonista, come protagonista trovi, non so, Julia Roberts, che dice:” Sì, però io non faccio la figura della “Barbina”, con Tom Cruise, sono trattata veramente male in questo film, la figura della donna esce male”, riscrivi tutta la parte della donna per fare contenta Julia Roberts, ecc. Questo è anche il motivo, fra l’altro, per cui ci vogliono dieci anni a fare un grosso film di Hollywood. Cioè i grossi film di Hollywood, se vai a vedere, la storia parte di dieci anni prima, prima di arrivare a mettere insieme tutto questo: gli attori, il cast, il packaging, ecc.ecc. Vanno via degli anni, poi devi trovare il momento in cui sono tutti i liberi, disponibili, perché Tom Cruise ha tre film da fare, da qui al 2022 è occupato, l’altra ne ha altri sei, per cui trovate magari quel mese di marzo del 2022 in cui si può fare, ma nel 2022 nel mese di marzo il regista famoso che avevi scelto non è libero, allora Julia Robert dice: “No, se non c’è quel regista lì, io non lo faccio perché non mi fido di un altro”, e ricomincia la caccia del regista…
– Poi arriva il Covid ed è la fine.
– Vabbè con il Covid e saltato tutto perché si è fermato tutto di colpo. Però avete capito, è un meccanismo complicatissimo nel quale, si chiamano proprio in inglese: “Too many hands in the pie”, troppe mani dentro la torta, e alla fine si riesce a fare un pasticcio di qualche cosa, ma di solito è sempre un pasticcio.
– Qual è lo stato dell’informazione indipendente oggi in Italia?
– Allora è pessimo, ma è centomila volte meglio di com’era cinque anni fa, quindi siamo ancora a un livello miserevole, dal punto di vista di impatto che riusciamo ad avere sul pubblico in generale, però ripeto, abbiamo fatto dei passi da gigante. Io sono in rete ormai da 15 anni, ho cominciato con “Luogo Comune” nel 2004, credo che sia stato, se non il primo, il secondo o il terzo sito di libera informazione che c’era allora. C’era solo “Come Don Chisciotte”, c’era mi sembra, “Nexus” di Don Bosco e basta, eravamo 3 o 4 all’inizio, quindi ho visto proprio crescere con una linea esponenziale la presa di coscienza del pubblico, quindi siamo sempre ad una quota del 10-15% al massimo, ma esagerando, di persone informate che sono in grado di fare dei ragionamenti coerenti con gli strumenti giusti, per valutare situazione per situazione. Però siamo partiti dallo 0%, siamo partiti da niente. Io mi ricordo che quando facevo i primi articoli, li mandavo per “Come Don Chisciotte”, facevamo 150 letture e festeggiavamo per tre giorni, per 150 letture, adesso su “Luogo Comune” ne fai tranquillamente 8-10mila per un articolo, quindi la proporzione la vedi subito, c’è ancora moltissima strada da fare, però credo che ci siano già dei segnali nella popolazione generale ma ci stiamo avvicinando al punto di non ritorno. Perché quando, per esempio, fanno un sondaggio, e ti accorgi che il 40% degli italiani dice: “ anche se arrivasse il vaccino per il Covid non me lo faccio”, vuol dire che queste persone bene o male, hanno sviluppato una certa attenzione a certi problemi e non si bevono più, come si bevevano una volta a occhi chiusi, tutte le notizie del mainstream”, cioè lo spirito critico sta molto crescendo, quindi sono convinto che siamo sulla buona strada, è il motivo per cui le persone come me, come te, come Messora, come Frabetti, Pandora, come tanti altri, devono assolutamente continuare a fare quello che fanno. Perché siamo sulla strada giusta i risultati ci sono, sono ancora pochi ma ci sono.
– E “Davvero Tv” come la vedi, questa app?
– La piattaforma.
– Sulla quale siamo sbarcati entrambi da poco.
– È sicuramente una mossa intelligente quella di unificare, è un vantaggio, soprattutto per lo spettatore, per l’utente perché per noi cambia poco, noi diamo il nostro contributo, lo mettiamo anche lì, però è chiaramente più comodo per un utente che voglia trovarsi tutte le ultime cose di ciascuno di noi, raggruppati in un solo posto, è assolutamente un vantaggio, credo che sia una fase di passaggio. Non deve assolutamente essere considerata come una soluzione, un punto d’arrivo definitivo, perché non è certo quello, però anche dare l’idea che siamo in grado, mantenendo ciascuno la propria voce indipendente, di unirci tutti, su un portale unico, è un messaggio molto importante.
– E anche di renderci un po’ meno attaccabili dalle piattaforme, che fanno il bello e il cattivo tempo, quando gli pare a loro.
– Sì, insomma, fino adesso abbiamo visto col famoso articolo di Puente che ha cercato di attaccare un po’ tutti, che se vogliono loro attaccano. Però, se tu vai a leggere i commenti o quando i “Debunker” fanno i loro video e cercano di criticare e vai a leggere i commenti, prendono delle belle botte anche loro, quindi non hanno più assolutamente, la partita facile come come 5-10 anni fa, e sta diventando difficile farsi strada, quando la gente è più agguerrita, più informata, e molto più brava anche proprio a discutere.
– Però diciamo che, finché hanno il potere di chiudere un canale o di oscurare un video, alcune piattaforme come ad esempio, Youtube, noi siamo soggetti a quello che decidono loro, invece in questo caso con questo tipo di piattaforma siamo un po’ più tutelati.
– Assolutamente.
– Mi hai fatto venire in mente una cosa, parlando di Puente: cercando di informarmi un po’ su alcune cose, che magari non conoscevo di te, sono andato su Wikipedia. Sei un terrorista, praticamente, secondo Wikipedia.
– Ti dico solo una cosa: la mia pagina di Wikipedia è controllata e lo ha ammesso lui stesso, direttamente da Paolo Attivissimo. Io non posso modificare la mia biografia. La mia biografia inizialmente, quando l’ho messa su Wikipedia, c’erano i film che avevo fatto, il contenuto dei miei film, i premi che avevo vinto, le piccole soddisfazioni della vita, che uno può mettere nella sua biografia, no? Man mano che il tempo passava mi sono accorto che tutta la parte positiva del mio lavoro spariva, i premi sparivano, e in compenso comparivano delle voci che dicevano: “Mazzucco è stato completamente smontato da Attivissimo”, “ha fatto questa affermazione completamente…” Insomma erano praticamente dei testi da “Debunker”, Io ho provato a protestare, ho provato a ricorreggere la mia biografia, ma mi è stato impedito mi hanno detto: “se continui a cercare di correggere la tua biografia, ti verrà tolto l’accesso a Wikipedia e non potrai più intervenire”. E quando la cosa è completamente esplosa, io ho accusato pubblicamente Attivissimo di essere lui quello che manipola la mia pagina e lui lo ha ammesso, lo ha messo per iscritto. Infatti adesso sto preparando un video che si intitolerà proprio: “chi controlla Wikipedia” nel quale faccio vedere tutta la documentazione, nella quale il Cicap, cioè Attivissimo, ammette apertamente di essere lui a controllare le nostre pagine. Quindi, di Mazzucco vi interessa poco, ma in generale, quando andate su Wikipedia per cercare un qualunque argomento controverso non aspettatevi necessariamente di trovare la verità oggettiva. Se cercate la formula del carbonio, Wikipedia va benissimo, su quello non sbaglia, ma nel momento in cui andate a cercare argomenti controversi, sappiate che c’è molto probabilmente la mano di qualcuno, che sta più dall’altra parte, che non dalla nostra.
– Sarebbe da aprire un altro capitolo enorme, perché qua mi viene in mente: Come mai alcuni argomenti diventano controversi?
– Diventano controversi nel momento in cui, tu metti in discussione la narrativa ufficiale. Se vai a guardare il sito del Cicap, che è il sito dei “Debunker” per eccellenza, fondato da Piero Angela e guidato da Attivissimo, da Polidoro, da questa gente… scoprirai che tutti gli argomenti che, in qualche modo, mettono in discussione la versione ufficiale dei fatti, vengono contrastati, quindi non è più, un sito che cerca la verità, ma tutto quello che arriva: l’attentato Kennedy è stato Oswald perché la versione ufficiale dice così, sulla luna ci siamo andati perché lo dice la Nasa, e chi sostiene il contrario è un complottista e non vale niente, tutte le medicine alternative non funzionano, eccetera, eccetera. Bisogna curarsi solo con l’oncologia ufficiale, con la medicina ufficiale, gli Ufo non esistono, sono tutte invenzioni, sogni di qualcuno che si è fumato una “sigarettina” di troppo, i cerchi nel grano sono solamente…. cioè non è possibile che non ci sia niente di vero, in nessuna di queste cose. Quindi è chiaro che loro hanno un atteggiamento sistematico che non riguarda più l’argomento singolo, ma riguarda proprio la gestione generale del concetto di potere, cioè tu non devi mettere mai in discussione il potere istituzionale, anche se questo comporta mentire, perché i Debunker, pur di sostenere che l’11 Settembre l’avessero fatto i 19 terroristi, sono arrivati a dover dire delle bugie clamorose, che noi abbiamo denunciato più volte, ma a loro non importa, perché nella loro filosofia ciò che è importante, non è la verità dell’11 Settembre, ma è mantenere il rispetto delle istituzioni. Quindi la chiave di lettura del Debunker è questa: il Debunker è il grande difensore delle versioni ufficiali, è il cane da guardia del potere.
C’hai fame eh?
– Eh, un po’.