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Eugenio Miccoli

L’INDEBITAMENTO NON È UNA SOLUZIONE. L’attualissima intervista del 9 Aprile 2020 di Eugenio Miccoli a Simone Lombardini e Danilo D’Angelo.

Era il 9 Aprile del 2020, ma questa intervista rimane molto attuale e per certi versi, alcune delle previsioni e ipotesi sulle quali si discuteva in quel momento, che in pochi consideravano, sembrano oggi tutt’altro che ipotesi.

Era il 9 Aprile del 2020, ma questa intervista rimane molto attuale e per certi versi, alcune delle previsioni e ipotesi sulle quali si discuteva in quel momento, che in pochi consideravano, sembrano oggi tutt’altro che ipotesi.

Come già successo nel passato, anche a questa nostra generazione contemporanea è stata data “l’opportunità” di assistere alla costruzione di un regime (in questo caso iper-tecnologico) con una sofisticata impronta autoritaria. Oppure no?

Su MePiù ne abbiamo parlato con Simone Lombardini, ricercatore e dottorando in Economia e con Danilo D’Angelo, architetto e attivista nel campo della scuola e dell’educazione con progetti attivi anche in India, entrambi firmatari del “Piano di Salvezza Nazionale” elaborato da illustri studiosi nel campo dell’economia e della giurisprudenza.

Ci troviamo in una situazione di transizione. Noi spesso la chiamiamo così, tra coloro che stanno lavorando per cercare di studiarla. La vera domanda è: chi gestirà questa transizione? a favore di chi?
Perché la transizione avverrà comunque, che lo vogliano o no, sia le classi dominanti che le classi dominate. Questa transizione dovrà arrivare perché ci sono una serie di contraddizioni su diversi livelli, che si sono andate sviluppando negli ultimi lustri e che tutte adesso, congiuntamente stanno attaccando l’umanità intera. Siamo in una fase storica senza precedenti, sotto diversi punti di vista, perché congiuntamente queste crisi stanno colpendo non soltanto singoli popoli, nazioni o civiltà, ma stanno colpendo l’umanità nel suo complesso. Abbiamo raggiunto, secondo i tanti studi che ormai ci sono anche in letteratura, i cosiddetti limiti dello sviluppo senza voler fare nessuna allusione Malthusiana, ma è il limite dello sviluppo, inteso come raggiungimento del pieno sfruttamento, anzi superamento dello sfruttamento delle risorse disponibili sulla terra, in tantissimi settori e anche questo pone un limite invalicabile che deve essere affrontato anche dalle élite e dai signori come Soros.

Il sistema, essendo un sistema competitivo, necessariamente richiede la crescita ogni anno. Non si produce per soddisfare i bisogni della comunità, si produce per vendere e questo lo si fa in un contesto competitivo. La dinamica del sistema quindi, costringe tutti, anche chi non è avido ma si accontenterebbe di un profitto costante, se non si vuole scomparire o soccombere, a mirare alla crescita dei volumi di vendita delle merci o dell’erogazione dei servizi. Il problema è anche di crescita infinita, in un sistema finito di risorse che è stato ed è già pienamente sfruttato. Poi c’è un altro elemento di questa transizione se vogliamo inserirci dentro tutto, ed è l’avvento delle A.I., siti, “technologies“, cioè: intelligenza artificiale dell’automazione del lavoro di cui abbiamo già parlato nel primo appuntamento, nella puntata del 14 febbraio: “Coronavirus embrione di uno stravolgimento planetario”, nella seconda metà del contenuto abbiamo parlato approfonditamente di questo aspetto e ci sono dei dati estremamente allarmanti per i quali anche i padroni universali, le classi dominanti, si rendono conto che c’è una pletora di persone ormai letteralmente “inutili” dal loro punto di vista, che non sanno come gestire.
La grande transizione si ripercuote anche senza contare tra l’altro i problemi del transumanesimo perché in quel caso tutte le tecnologie stanno portando a degli sviluppi della conoscenza straordinari, che però, se non sono accompagnati da uno sviluppo etico proporzionale sono veramente delle armi in mano a dei bambini. Noi siamo i bambini e le armi sono queste conoscenze e capacità di poter manipolare il DNA e poter ricostruire, ricombinare, creare chimere, potenziare gli arti, potenziare la mente e fare l’uploading del cervello se sarà mai possibile, non credo, ma se ne parla insomma, se ne fa ricerca: l’agenda 2045 la dice lunga, sono anche questi elementi di una transizione tra l’umano e il post-umano.” Simone Lombardini, estratto dall’intervista.

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