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L’ERA BIDEN: GUERRA FREDDA 2.0. RIVENDICAZIONE TURCA DELL’ATTACCO IN SIRIA E BATTAGLIA NAVALE IN CRIMEA

In un nostro recente articolo “QUESTIONE BALTICA: LA RUSSIA NON CEDE AL GLOBALISMO USA” avevamo già presentato quelli che a ragione possiamo considerare i termini generali di questo scontro geopolitico, che sembrerebbe farci ripiombare in una sorta di guerra fredda dei nostri tempi.

In un nostro recente articolo “QUESTIONE BALTICA: LA RUSSIA NON CEDE AL GLOBALISMO USAavevamo già presentato quelli che a ragione possiamo considerare i termini generali di questo scontro geopolitico, che sembrerebbe farci ripiombare in una sorta di guerra fredda dei nostri tempi. Già Biden era passato all’azione rafforzando le guarnigioni militari statunitensi, del tutto illegali, presenti nel Medio Oriente e facendo bombardare la Siria, alleata di Mosca. Continua anche il provocatorio rafforzamento delle guarnigioni militari poste agli immediati confini della Russia, in Polonia, e nei Paesi baltici, fornite di bombe e missili puntati sulla Russia, mentre prosegue il tentativo di destabilizzazione di un altro alleato di Mosca, la Bielorussia (operazione già riuscita in Ucraina e Georgia).

A cosa intende riferirsi Biden? Forse alla grottesca vicenda del personaggio Navalny, piccolo pregiudicato, già condannato in passato per truffa ai danni di una società francese e capo di una piccola formazione razzista e xenofoba di estrema destra, che se si presentasse alle elezioni in Russia non prenderebbe nemmeno l’1%? Ricordiamo che Navalny, sentitosi male durante un viaggio in aereo, chiese di essere curato in Germania, cosa che gli venne prontamente concessa. Qui i medici tedeschi dichiararono che era stato “avvelenato”, ma, quando il Governo russo ha richiesto copia delle analisi del sangue, queste sono state rifiutate e mai esibite. Dopo pochi giorni Navalny stava benissimo.

È tornato in Russia dove è stato poi arrestato per aver organizzato una manifestazione non autorizzata. Se veramente i servizi segreti russi lo avessero avvelenato, bisognerebbe dire che sarebbero stati dei veri incapaci ed anche degli ingenui per avergli permesso di andare subito in Germania dove l’avvelenamento sarebbe stato subito “scoperto”. I mass media occidentali continuano a gonfiare la figura di Navalny, presentandolo come il massimo oppositore di Putin. Si sa invece che in Russia il massimo partito di opposizione è il Partito Comunista, che ha un bacino elettorale di circa il 15% e che – pur difendendo la posizione internazionale della Russia – si batte all’interno per una maggiore giustizia sociale ed un rafforzamento del settore pubblico.

Intanto un altro settore di scontro è quello dei gasdotti che interessa direttamente l’Italia. La Russia, massimo produttore mondiale di gas naturale che si avvia a diventare la principale risorsa energetica del mondo, aveva programmato, anche con la partecipazione del gruppo italiano legato all’ENI, un gasdotto (South Stream), che attraverso il Mar Nero e la penisola balcanica avrebbe dovuto portare il gas fino all’Italia, da cui avrebbe potuto essere distribuito anche ad altri paesi europei.

Il progetto è stato bloccato per il veto degli USA ed i nostri governi al solito hanno chinato la testa dimostrando di essere dei vassalli fedeli. Contemporaneamente invece Russia e Germania hanno costruito un altro gasdotto, il North Stream, che porta il gas russo direttamente in Germania attraverso il Mar Baltico, aggirando anche l’ostile Polonia. A differenza dell’Italia, la Germania dimostra di saper difendere i propri interessi e la propria sovranità respingendo le pressioni statunitensi. Speriamo solo che il nostro paese non si lasci coinvolgere in altre guerre come quelle in Jugoslavia, Afghanistan, Libia, Siria, e così via. Le irresponsabili dichiarazioni di Biden fanno però temere la possibile deflagrazione di una nuova guerra mondiale.

Nel frattempo la Turchia pare abbia lanciato un nuovo attacco in Siria, in un’area controllata dalle truppe curde, attacco che in un primo momento i media atlantisti avevano attribuito alla Russia, ma non c’è stata nessuna presa di posizione da parte del Cremlino. L’Osservatorio siriano per i diritti umani ha denunciato: un aereo da caccia turco ha bombardato la città siriana di Ayn Issa, un’area sotto il controllo dei miliziani curdi, all’alba di questa domenica. Questo è il primo attacco di Ankara al territorio siriano in 17 mesi.

Una forte esplosione ha scosso la città di Ayn Issa, nel nord-est della Siria, presumibilmente causata “dai bombardamenti di un aereo da combattimento turco”. Sebbene non sia noto se abbia lasciato vittime, il rapporto proviene dall’ONG Syrian Observatory for Human Rights, con un’ampia rete di collaboratori sul campo. Riprendono così, dopo circa due anni, gli scontri tra Ankara (alleata con altre fazioni) e le truppe curde delle Syrian Democratic Forces (FSD), che controllano l’area, bersaglio dell’attacco.

Questo bombardamento è aggravato dai combattimenti nelle ultime ore tra l’FSD e le fazioni sostenute dalla Turchia, nella stessa regione in cui entrambe le parti stanno combattendo. Un vigile del fuoco spegne le fiamme sul luogo di un’esplosione nella città di al-Bab, nella provincia di Aleppo, nel nord della Siria, il 20 marzo 2021. Tuttavia, l’aggressione turca non sarebbe rimasta senza risposta. Lo stesso giorno, è stata registrata un’esplosione fatale in una strada principale della città di Al-Bab, controllata dai turchi, nella provincia settentrionale di Aleppo. In seguito alla guerra in Siria scoppiata nel 2011, inizialmente tra i tentativi falliti di far passare il potere al regime siriano di Bashar al-Assad, la Turchia ha fatto un’incursione militare nel 2019 per cercare di prendere il controllo di una fascia del suo paese vicino ed espellerlo. dalla sua zona di confine alle milizie curde, che definisce terroriste.

Non possiamo non menzionare una notizia dell’ultima ora, secondo la quale la flotta russa avrebbe lanciato missili di avvertimento contro le navi della Marina degli Stati Uniti. L’apparizione nel Mar Nero di tre navi da guerra della Marina americana ha costretto la Russia a dimostrare al comando militare americano la sua disponibilità a utilizzare anche i metodi più radicali per garantire la protezione dei suoi confini marittimi. Così, secondo le informazioni ottenute dalla agenzia di informazioni e notizie Avia.pro, la fregata russa “Admiral Essen” ha sparato con missili da crociera “Kalibr”. La difesa russa non permetterà alle unità navali della NATO di entrare nelle acque territoriali della Crimea che viene considerata territorio della Federazione Russa a tutti gli effetti. Non è chiaro cosa si prefiggano le unità navali della NATO ma le dichiarazioni fatte da esponenti ucraini sulla Crimea hanno messo in allarme il comando russo.

di Alessandra Gargano Mc Leod

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