“Epidemia virus respiratorio in neonati: ospedali italiani pieni. Se avete bimbi piccoli fate attenzione mi raccomando questo virus non va preso alla leggera”. È bastato questo post di Fedez per dar vita alla psicosi sull’ennesima epidemia. Tale notizia, ha immediatamente scatenato il panico ed è stata ripresa e amplificata dai media. I giornali di tutta Italia hanno riportato con titoli sensazionalistici l’aumento dei ricoveri di bambini negli ospedali italiani e la pericolosità del virus respiratorio RSV sinciziale.
In merito a questa vicenda è intervenuto il noto virologo italiano di fama internazionale, Giulio Tarro, allo scopo di fare chiarezza, spiegando come il virus in questione è stato scoperto nel lontano 1979. Allievo di Albert Sabin, padre del vaccino contro la poliomelite, stiamo parlando di uno dei protagonisti assoluti per la stampa dei fine anni ’70, celebre per aver studiato il “male oscuro di Napoli” in quegli anni, vale a dire il virus respiratorio sinciziale che provocava un elevato numero di morti tra i neonati affetti da bronchiolite.
Tarro ha lasciato delle dichiarazioni pochi giorni fa sul sito dell’Organizzazione mondiale per la vita, dove dopo aver ripercorso la storia dell’epidemia che travolse i più piccoli tra il 78’ e il 79’, ha spiegato che una volta scoperto il virus è molto semplice poi ricorrere ad una terapia efficace, visto che è noto come trattare la bronchiolite.
Grazie ad una breve intervista su “L’Antidiplomatico” rivista e blog di informazione politica internazionale, il noto virologo ha rimesso a posto un pò di tasselli:
“I virus hRSV (Human respiratory syncytial virus) hanno un ciclo biologico di 4 – 5 anni, nel senso che a distanza di 3-4 anni si verifica il maggior numero di ammalati, com’è oggi. Le infezioni respiratorie provocate da virus di tipo influenzale, di cui fa parte anche il virus sinciziale, sono fenomeni di tipo stagionale che si ripresentano ogni anno, nei nostri climi in autunno, riempiendo i reparti di pediatria. Sono infezioni prevalentemente benigne che possono colpire anche il 50% dei bambini e che nella maggioranza dei casi si limitano ad un’infiammazione delle prime vie respiratorie che dura 5-7 giorni; in una percentuale minima di casi, l’infezione può estendersi ai bronchi ed ai polmoni e la malattia che allora si sviluppa può essere pericolosa. Nei paesi del Terzo Mondo questa fa stragi, non così in Italia e nei paesi industrializzati dove questa infezione viene affrontata efficacemente”.
Alla domanda del giornalista del perché nel mezzo dell’allarmismo dei media sul dilagare di bronchioliti e polmoniti sinciziali, nessuno abbia ricordato il suo ruolo nell’epidemia del 1978-79 in Campania, ha poi concluso:
“Guardi, se oggi fossi stato uno dei tanti “esperti” che inneggiano ai vaccini anti-Covid, stia pur certo che questo ostracismo non ci sarebbe stato. Pazienza. Nel 1979, mettendomi contro quelli che allora si chiamavano i “Baroni della Medicina”, riuscii a fermare una strage. Oggi, spero ancora di potere fare qualcosa per fermare questa micidiale gestione dell’emergenza Covid”.
O almeno, aggiungiamo noi, speriamo che queste parole possano fermare il dilagare di altre sindromi ipocondriache di massa come ha anche minacciato recentemente il premier-veggente Mario Draghi.