Reportage fotografico di Fabio Conti – fotografo: www.fabioconti.jimdo.com
È stata stroncata sul nascere la trasferta romana di Stefano Puzzer, il leader dei portuali triestini divenuto ormai un simbolo della galassia “NO Green Pass”. L’uomo, martedì 2 novembre, è approdato nella Capitale con un preciso intento: quello di avere una risposta, rimasta in bilico dall’incontro del 23 ottobre con il Ministro Patuanelli. Ma per lui solo un Daspo da Roma per un anno.
Sono subito diventate virali le immagini del suo arrivo e del pacifico sit-in in piazza del Popolo da lui organizzato. Puzzer si è posizionato nel cuore di Roma con un semplice banchetto, in attesa che qualcuno dal Governo si degnasse a fargli visita e a dare una risposta in merito ad un dialogo rimasto interrotto.
Il suo gesto ha immediatamente attirato numerose persone ed ha comportato una manifestazione spontanea di centinaia di cittadini in suo sostegno e più in generale contro la certificazione verde. Sul posto è intervenuto il personale della Digos per monitorare l’evolversi della protesta.
“Il progetto sarà lo stesso domani, dopodomani, fra una settimana: staremo qui fino a quando non ci arriverà una risposta”, queste le parole di Puzzer. La questura di Roma però, in serata, dopo averlo trattenuto per circa cinque ore, ha emesso nei suoi confronti un foglio di via obbligatorio con divieto di soggiorno per un anno a Roma. Dopo le manifestazioni vietate a Trieste, come sancito dal Prefetto del luogo, Valerio Valenti, ecco una nuova beffa ai danni dei portuali, ormai impossibilitati su ogni fronte di esprimere un proprio diritto. A stupire è soprattutto la differenza di trattamento di una persona incensurata, come Puzzer, rispetto a pluricondannati che nel corso delle manifestazioni si sono aggirati indisturbati sotto gli occhi delle forze dell’ordine. Infatti il leader dei portuali non può essere minimamente definito una persona “violenta”, in quanto era stato lui stesso ad annullare il corteo che si sarebbe dovuto tenere venerdì 22 ottobre a Trieste, con la motivazione di “non cadere nella trappola”.
In ogni caso, sul posto dell’accaduto c’è stato un nostro inviato, il fotografo Fabio Conti, il quale nei suoi scatti, che vi facciamo vedere in esclusiva, ha immortalato alcuni momenti salienti della protesta.