Alle 19 di ieri il premier Mario Draghi ha tenuto una riunione operativa sulla situazione della pandemia, sulle varianti del virus e sulle nuove misure da inserire nel provvedimento che dovrà entrare in vigore il 6 marzo. Oltre al alcuni ministri, hanno preso parte all’incontro anche il coordinatore del Cts Agostino Miozzo, il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità Silvio Brusaferro e il presidente del Css, Franco Locatelli. Il primo a uscire, con Locatelli e Brusaferro, è stato Miozzo, con poche ma eloquenti dichiarazioni: «Abbiamo rappresentato al presidente Draghi i dati e i numeri dal punto di vista scientifico, noi siamo prudenti, ma non abbiamo descritto una situazione di catastrofe imminente. Non abbiamo parlato di riaperture, se ne parlerà in un’altra occasione. Venerdì ci sarà una nuova fotografia della situazione, poi vedremo».
La riunione poi è continuata con i ministri dell’Economia, Daniele Franco, della Salute, Roberto Speranza, dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, degli Affari Regionali, Maria Stella Gelmini, dei Beni culturali, Dario Franceschini e dell’Agricoltura, Stefano Patuanelli. Il tema più caldo e atteso del vertice riguardava i parametri per le possibili riaperture. Con la novità delle varianti in molte regioni italiane si dovrà infatti stabilire se modificare una serie di parametri nel sistema delle fasce di colore. Si tratta, viene spiegato, di una riunione operativa sulla situazione della pandemia. L’intenzione, secondo diverse fonti di governo, sarebbe quella di varare con largo anticipo, già nei prossimi giorni, il nuovo provvedimento destinato a rinnovare le misure anti contagio del dpcm in scadenza il 5 marzo.
Il premier accelera, decreto forse prima del 5 marzo. Riapertura ristoranti la sera, cinema e teatri: pressing delle Regioni. Cts: “Prudenza su palestre e piscine“.
Il coordinatore del Comitato tecnico scientifico, Agostino Miozzo, entrando a Palazzo Chigi, ha spiegato di non temere una “terza ondata” di Covid ma che “serve prudenza“. Miozzo, lasciando Palazzo Chigi al termine del vertice con il premier Draghi, ha riferito alla stampa: “Abbiamo rappresentato al presidente Draghi i dati e i numeri dal punto di vista scientifico – ha spiegato – noi siamo prudenti, ma non abbiamo descritto una situazione di catastrofe imminente”. “Non abbiamo parlato di riaperture – ha aggiunto – se ne parlerà in un’altra occasione. Venerdì ci sarà una nuova fotografia della situazione, poi vedremo”.
Il premier brucia, così, le tappe, sotto il pressing dei leader di partito e dei governatori. Varato il decreto Covid (qui il testo in Pdf) con la proroga del divieto di spostamento tra regioni e lo stop a visite ad amici parenti in zona rossa, è il momento di individuare regole chiare su eventuali strette o riaperture, ma anche sui ristori e sulle misure in favore dell’economia.