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LA CIBER-MACCHINA DEL FANGO SI SCAGLIA SUL GIORNALISTA D’INCHIESTA FRANCESCO AMODEO. QUERELATO FANTOMATICO SITO ANTI-BUFALE.

In questo articolo riportiamo per esteso ogni elemento che possa aiutare i nostri lettori a far luce sulla questione Butac/Amodeo.

In questo articolo riportiamo per esteso ogni elemento che possa aiutare i nostri lettori a far luce sulla questione Butac/Amodeo. Durante la sua lunga attività sul web Amodeo, uno tra i giornalisti d’inchiesta maggiormente attivi sul web nel panorama italiano, avrebbe subito diversi attacchi, sempre orientati a far crollare la sua immagine e la sua credibilità a causa dei temi che tratta nelle sue inchieste. Il giornalista non avrebbe mai querelato nessuno, ma come lui stesso afferma, avrebbe semplicemente smascherato le falsità raccontate e messo in evidenza l’intento di una certa cronaca di colpirlo. Le sue repliche hanno sempre ottenuto grande riscontro e le accuse rivoltegli si sono spesso trasformate in un boomerang contro chi voleva usarle per colpirlo, come apprendiamo da quanto egli stesso ha più volte scritto. 

Dietro il sito Butac e dietro il sito Bufale.net – che ha subito condiviso l’attacco dei colleghi contro la sua persona – si potrebbe celare un vero e proprio strumento contro la libera informazione sul web. Se così fosse sarebbe una cosa pericolosissima, soprattutto alla luce del fatto che gli autori di quei siti trovano sponda nelle istituzioni politiche e nei Media Mainstream. Il giornalista non ha agito contro di loro, fin quando non si rese conto che importanti testate giornalistiche davano ampio risalto a questi siti, indicandoli come “cacciatori di fakenews” tanto che Repubblica gli dedicò addirittura ben due articoli.

Il primo dal titolo: Boldrini contro le fake news. Appello ai cittadini per smascherare le bufale sul web” dove si legge che l’allora presidente della Camera si fosse addirittura rivolta a Michelangelo Coltelli ideatore del sito Butac e ad altri, definendoli: “esperti di debunking che smascherano le bufale e le fakenews attraverso una verifica attenta e puntuale sulle fonti e sulla trasmissione delle notizie”.

Il secondo articolo di Repubblica era, invece, un vero e proprio spot a Michelangelo Coltelli definito nel titolo: “Il gioielliere cacciatore di fake news”. Titolo da romanzo eroico per bambini. L’articolo è infatti tutta una esaltazione di questo eroe postmoderno.

Ma è proprio questa la realtà? Ci troviamo di fronte ad un grosso paradosso: chi attacca Amodeo, inventando fake news, era proprio colui che sui giornali lo dipingeva come uno che le fake news dovrebbe smascherarle. Chi non ha verificato le fonti e le informazioni prima di pubblicare un articolo contro la sua persona è lo stesso che la nostra presidentessa della Camera, Laura Boldrini, definiva: “esperto di debunking che smaschera le fakenews attraverso una verifica attenta e puntuale sulle fonti e sulla trasmissione delle notizie”. Ma perché questo personaggio ed il suo sito vengono spinti e pubblicizzati in questo modo da giornali come Repubblica e da politici come la presidente della Camera? Ipotizzando la possibile risposta, ci rendiamo conto che la situazione è molto più grave di quanto possa apparire e andrebbe denunciata assolutamente.

Devo ammettere che la situazione non mi fa stare tranquillo; prosegue Amodeo: “accorgermi che l’attacco non provenga da un personaggio isolato che opera sul web, come accaduto in passato, ma che dietro ci potrebbe essere la volontà precisa di qualcuno, molto più in alto, che vorrebbe provare a far crollare la mia credibilità, mi fa sentire nel mirino di gente che agisce su preciso mandato con sponde nella politica e nei principali media, quindi con tutte le armi a disposizione per potermi davvero colpire e provare a rovinare la mia carriera.” Per questo avrebbe querelato, e reso pubblica la denuncia per dimostrare a tutti, passo dopo passo, come hanno agito contro di lui e come operano quando devono colpire qualcuno. Tra l’altro nella stessa settimana in cui Butac ha pubblicato l’articolo contro il giornalista, lo stesso sarebbe stato contattato da Radio 24 che provava a trascinarlo nella trasmissione “La zanzara” probabilmente per parlare di fakenews. Il diktat è partito: “devono colpirmi. Ma noi proveremo a difenderci, in tutte le sedi”. 

Di seguito riportiamo le parti più salienti dell’articolo di Amodeo “Sbufalare Butac” in cui il giornalista spiega cosa è realmente accaduto.

“Analizziamo nel dettaglio come hanno montato ad arte l’articolo contro di me, ingannando il lettore e avvalendosi di fake news: Il 10 aprile 2019, ero stato autore di un video dal titolo: Attenzione vogliono fare il governo Draghi ,  mentre ad agosto 2020 avevo postato su Facebook il testo di una mia pillola radio in cui aggiungevo che sarebbe stato Matteo Renzi a far cadere il governo Conte. Quando queste due analisi politiche hanno trovato riscontro nella realtà dei fatti, i post in questione sono diventati virali sul web e RadioRadio mi ha voluto intervistare per commentare il loro contenuto in riferimento al caso Draghi e alla caduta del governo ad opera di Renzi. Ovviamente quando un video o un articolo che racconta verità scomode diventa virale, nasce l’esigenza di qualcuno di provare a disattivare quel post, facendolo passare per una fake-news o provando a minare la credibilità dell’autore. Ed è esattamente quello che hanno provato a realizzare contro di me.

La prima cosa da fare per raggiungere il loro obiettivo, era quella di sbattere il mio nome su un sito di fake-news in riferimento a quello specifico post, in modo che la gente associasse subito la mia previsione ad una bufala. Vi assicuro che molti hanno condiviso solo il titolo dell’articolo di Butac, senza aprirlo. Se l’avessero aperto si sarebbero accorti che non c’era fake-news. Ma chi gestisce quei siti – in mala fede – sa bene che bisogna agire sulla percezione dei lettori più che sul contenuto stesso. Un articolo dove compare il mio nome e l’oggetto di un mio post su un sito che smaschera bufale, sta già comunicando al lettore che Amodeo ha pubblicato una fakenews su quell’argomento. Saranno in pochi ad approfondire. Proviamo invece ad approfondire noi. Il titolo dell’articolo è “Le premonizioni di Amodeo e di altri settodici economisti, giornalisti e preveggenti”. Già nel titolo l’autore cerca di irridere la mia analisi politica. In copertina dell’articolo mettono la foto della mia intervista su RadioRadio intitolata “avevo previsto tutto nel 2019” seguita da hashtag come “Complottismo”; “Bufala”; “Teorie del complotto”; “Pseudo politica”. In questo modo fanno credere che il contenuto della mia analisi sia una bufala.” 

Non c’erano assolutamente gli elementi né i presupposti per considerare una fake-news il contenuto del post di Amodeo, oggetto dell’articolo diffamatorio. Si considera, infatti, “bufala” o “fake-news” una notizia o un articolo il cui contenuto possa essere smentito, oppure un articolo o una notizia a cui l’autore attribuisce una data fasulla. Oppure un articolo o una notizia che abbia subito delle modifiche rispetto al post originale.

Con una inaccettabile forzatura e con alcune subdole strategie di comunicazione, il  post in questione viene pubblicato su quel sito “anti bufale” facendo credere ai lettori ingannevolmente che si sia trattato di fakenews. Ma cosa si contesta? Semplicemente l’autore dell’articolo si limita a dichiarare che il giornalista non sia stato lungimirante, perché quel tipo di previsione politica era stata fatta in precedenza anche da altri colleghi. Quindi non è falso. Non è lungimirante! E così sbattono Amodeo su un sito di bufale. Ammesso che avesse previsto qualcosa di scontato. Dov’è la fake-news? Perché quel post viene pubblicato su un sito nato per smascherare notizie false?

Gli autori di Butac lo definiscono:

“Un lungo post dove vengono fatte delle premonizioni, e che oggi sia la redazione di Radio Radio – dove Amodeo ha una sua piccola rubrica – sia lo stesso Amodeo lo stanno facendo rigirare, soddisfatti che avesse previsto quanto sta accadendo. Io non voglio rovinare il giochino a Amodeo e Radio Radio ma…” 

L’intenzione dell’autore di Butac il suo intento era quella di far credere al lettore che l’anticipazione politica di Amodeo, che non poteva essere smentita nei fatti, fosse arrivata dopo quella di tanti altri colleghi. Se avesse preso in esame il  post datato 9 aprile 2019 la sua tesi sarebbe crollata per il fatto che ben 6 degli 8 articoli (nel riquadro rosso) da lui pubblicati, portassero una data successiva a quella della previsione di Amodeo su Draghi. Ribadisce il giornalista diffamato “non è mia intenzione dimostrare di essere stato il primo o l’unico ad aver fatto quel tipo di previsione e non è quello il motivo della mia querela.

Se altri colleghi avessero realmente fatto la mia medesima anticipazione politica nel 2019, la cosa non potrebbe che farmi piacere. La questione riguarda il fatto che quella eventualità non renderebbe il mio post un articolo da pubblicare su un sito di Bufale o fake-news.” Che poi l’autore di Butac, sia stato ingannevole anche nella tesi sulla tempistica da lui portata avanti, rende soltanto la questione ancora più grave, ci tiene a precisare Amodeo. L’articolo di Butac è stato ripreso dal famoso sito bufale.net, anch’esso costretto a chiarire subito che il post pubblicato fosse originale e non avesse subito modifiche sostanziali. Eppure anche loro avrebbero sbattuto Amodeo sul sito anti bufale, pur avendo ammesso che la bufala non c’era. Ed è stato ripreso anche da un altro giornale, megafono del pensiero unico: Il Riformista. Oltre ad essere stato rilanciato da tutte le pagine Facebook che fanno capo ai rispettivi siti.

“Loro non si fermeranno. Il diktat di colpirmi è partito. Ma ora almeno sapete anche voi con chi abbiamo a che fare. Confido nella giustizia!” conclude con non poca amarezza, uno dei giornalisti d’inchiesta più attivi nel panorama italiano giornalistico.

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