Mentre negli Usa ed in Italia la popolazione è sempre più spaccata in opposte fazioni, che si guardano con crescente ostilità, e che sul Covid e sulla sua gestione hanno visioni opposte, da Milano arriva un segnale inquietante. All’ospedale Niguarda è stato trovato un lanciarazzi, smontato e non funzionante, e Digos e antiterrorismo lo interpretano come un gesto dimostrativo. Ma la domanda che dovremmo porci è: da parte di chi?
Negli Usa e in Europa, Italia compresa, la popolazione è sempre più divisa e polarizzata tra fazioni opposte, che si scontrano prima di tutto sulla definizione del Covid e sulla sua gestione. In questo contesto esplosivo arriva da Milano un segnale inquietante. Nel pomeriggio di martedì 10 dicembre un lanciarazzi di tipo militare, non funzionante, è stato trovato abbandonato in una sala d’attesa dell’ospedale Niguarda di Milano. L’arma era smontata nelle due parti che la compongono, ognuna delle quali era fissata al fondo di una sedia con del nastro isolante. Secondo quanto riportano le fonti giornalistiche si tratta di un modello vecchio e arrugginito, e questo farebbe propendere la Digos e l’antiterrorismo, che si occupano del caso, per la spiegazione dell’episodio come un gesto dimostrativo.
La domanda da porsi è: da parte di chi?
La dinamica dei fatti porterebbe ad escludere il coinvolgimento di organizzazioni criminali, terroristiche, o di soggetti deviati degli apparati dello Stato Profondo. I servizi segreti, italiani o stranieri, e la mafia, infatti, non avrebbero utilizzato un ferro vecchio non funzionante per mandare un segnale di qualsiasi tipo. Tutto lascerebbe pensare che si tratti del gesto di uno o più cittadini che non avrebbe alcun senso, almeno nella realtà che presentano i media mainstream, quella cioè di una devastante pandemia che minaccia la vita di ogni cittadino, racconto nel quale i medici, il personale sanitario, le case farmaceutiche e le istituzioni sanitarie, nazionali e internazionali, rappresentano gli eroi da celebrare.
Ma una buona parte della popolazione, quella che si riversa nelle piazze in Italia e in Europa, a questo racconto non crede, e vede una realtà diversa, quella di un virus che viene utilizzato per creare un clima di terrore nella popolazione, in modo da consentire un grande reset a livello politico ed economico. Politicamente questo modello prevede l’accettazione di misure e controlli sempre più autoritari e verticistici, giustificati dalla gravità eccezionale della situazione, ed economicamente la distruzione della piccola e media impresa e la concentrazione della produzione e del commercio nelle mani di pochi soggetti multinazionali.
La diffusione presso larga parte dell’opinione pubblica di queste idee e la devastante crisi sociale, già esistente prima ma resa insopportabile dagli effetti economici delle chiusure e dei lockdown, è probabilmente alla base di gesti dimostrativi da parte di semplici cittadini che vedono messa in pericolo, sulla base di un allarme volutamente ingigantito, la propria democrazia, la propria libertà e la propria sopravvivenza economica.