In questa fase storica il sistema mediatico sta velocemente passando da una propaganda sottile e mascherata, con il rispetto almeno formale dei principi di neutralità e pluralismo, a una propaganda violenta e martellante, unita a una sistematica censura. Tutto questo è in linea con l’evoluzione politica di un regime prima occulto e ora sempre più palese. Per questo abbiamo deciso di intensificare gli sforzi per resistere e per ribaltare una narrazione falsa e funzionale agli interessi dei pochi.
Oggi quindi, vi presentiamo questa puntata pilota di un nuovo format, uscito sulla Finanza sul Web, basato sul precedente Sette+, in cui analizziamo tutti i principali eventi della settimana. In questa puntata parliamo della stretta del governo, della Marcia della Liberà e delle presidenziali americane.
settimanale SETTE+ live – EDIZIONE pilota
CON eugenio miccoli
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settimanale SETTE+ EDIZIONE pilota
CON IL COMMENTO DI ARNALDO VITANGELI
Sette+ raccoglie le principali notizie della settimana, in piccoli servizi e nel formato settimanale commentato da Arnaldo Vitangeli che ci aiuterà come sempre a fare chiarezza sulla situazione. La voce narrante è quella del nostro Eugenio Miccoli mentre le musiche e grafiche sono tutte autoprodotte da Dagon Lorai.
SETTE+ IN COMPRESSE
LA VERITÀ SUI NEGAZIONISTI
Migliaia di persone (le stime vanno dai 2 ai 20 mila) si sono ritrovate sabato 10 ottobre a Piazza San Giovanni, per chiedere un cambio radicale nel paradigma economico e politico per il nostro Paese.
10 i punti portati avanti dalla manifestazione, sui quali gli organizzatori hanno costruito il programma dell’evento e che rappresentano i temi cardine del sovranismo italiano: tra i più importanti possiamo citare:
“una moneta sovrana in uno Stato sovrano”, “un piano di investimenti e per il lavoro che debelli la disoccupazione”, “aumento dei salari ed un reddito minimo di 1.000 € per disoccupati, cassintegrati e partite iva”.
“Difesa delle piccole aziende, con un 2020 tax free in vista di una radicale e più equa riforma fiscale”, “nazionalizzazione del debito e moratoria nei confronti della finanza speculativa”. “Controllo pubblico del sistema bancario e la nazionalizzazione delle grandi aziende strategiche”.
In sintesi i manifestanti chiedevano la fine del neoliberismo, più Stato e meno mercato, e una piena applicazione della Costituzione del 1948, posizioni e proposte che, nel resoconto dei media, non sono mai state neppure citate.
La stampa e le tv, infatti, hanno parlato della manifestazione come di una bizzarra e pericolosa adunata di “negazionisti” termine che oggi viene utilizzato dal mainstream per indicare, o meglio per screditare, chiunque critichi l’approccio del governo all’epidemia di Covid o ponga domande scomode sui dogmi sanitari vigenti.
Riguardo al Covid la posizione del popolo di Piazza San Giovanni è chiara: l’epidemia di coronavirus esiste ma viene ingigantita dai media e utilizzata dalla politica per imporre limitazioni della libertà individuale e collettiva e per rafforzare il dominio economico del grande capitale transnazionale.
Nessuna negazione della pandemia, dunque, ma una diversa idea del suo reale impatto e degli strumenti più adatti a contrastarla.
Sul palco si sono alternati negli interventi alcuni dei volti noti della cultura dissidente, da Sara Cunial, Francesco Amodeo, da Matteo Brandi a Tiziana Alerio. Applauditissimi in particolare i discorsi di Mohamed Konarè, che ha sottolinato la convergenza tra la lotta dei giovani africani per l’indipendenza e quella dei popoli europei per la sovranità, e quello di Francesco Toscano, che si è imposto, a Piazza San Giovanni, come uno dei leader politici più infulenti del sovranismo italiano.
SETTE+ IN COMPRESSE
IL COVID RIESCE A BLOCCARE TUTTO TRANNE LA POLITICA
Il primo tra i leader politici fu Zingaretti, che il 7 marzo dichiarò di essere positivo al Covid. In assenza di sintomi signifiativi, o forse proprio di sintomi, il segretario Dem si isolò in casa e un paio di settimane dopo, con i due tamponi negativi alla mano, dichiarò trionfante di avere battuto il Covid.
Poco dopo è toccato a Boris Johnson, e in molti in Italia provarono una qualche nascosta soddisfazione. Bojo, come viene amichevolmente chiamato il premier inglese, era infatti molto restio a chiusure e lock down e nella sua positività qualcuno vide una specie di punizione divina.
Pochi sintomi, quelli tipici dell’influenza, pochi giorni di isolamento, e subito il biondocrinuto Johnson è tornato a Downing Street.
Le preoccupazioni sono state invece serie quando è toccato a Silvio Berlusconi. Il Cavaliere, infatti, ha contratto il virus a 84 anni, dopo aver subito diversi interventi chirurgici e dopo varie vicissitudini mediche, e in molti hanno temuto il peggio.
Invece dopo un paio di settimane anche l’ultraottuagenario leader di Forza Italia è tornato in pista dichiarando di aver battuto il virus nonostante il suo caso fosse caratterizzato da una carica virale straordinariamente alta.
Ma la vera notizia bomba è arrivata il 2 Ottobre quando il presidente Trump, in piana campagna elettorale per le presidenziali, è stato trovato positivo al Covid.
Trump è sempre stato molto tiepido circa la minaccia rappresentata dal Covid che ha spesso definito, una banale influenza. E molti tra gli elettori Dem e i globalisti nostrani hanno in segreto sperato che “the Donald” ci lasciasse le penne, sia per rimanere come il simbolo di chi sottovaluta il pericolo e poi ne paga le conseguenze, sia per scongiurare l’ipotesi di un suo nuovo mandato.
Ma Trump ha rapidamente negativizzato la carica virale ed è tornato in piena forma a fare campagna elettorale, sostenendo per giunta che non si debba aver paura del virus e definendo quella che viene descritta come una sorta di peste del nuovo millennio “un’esperienza interessante” da cui l’attempato milionario è uscito presto e bene, come per altro tutti gli altri colleghi politici.
SETTE+ IN COMPRESSE
tutti i dettagli del nuovo dpcm di conte
Il nuovo DPCM per contrastare la diffusione del Covid19 è stato firmato il 13 Ottobre da Giuseppe Conte e dal ministro della salute Speranza. Il Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, questo il significato dell’acronimo, è uno strumento molto contestato da diversi giuristi per la sua dubbia legittimità costituzionale, ma è largamente usato dall’attuale governo, e motivato con il protrarsi dello stato di emergenza.
Nel decreto sono previste una serie di norme per la tutela della salute pubblica che limiteranno i contatti tra i cittadini e le attività pubbliche.
L’articolo 1 del dpcm stabilisce che è fatto obbligo sull’intero territorio nazionale di avere sempre con sé la mascherina, nonché obbligo di indossarla nei luoghi al chiuso diversi dalle abitazioni private e in tutti i luoghi all’aperto a eccezione dei casi in cui sia garantita la condizione di isolamento.
Torna dunque l’obbligo delle mascherine, che in Italia sono prodotte dalla società della famiglia Agnelli Elkan, ma nel decreto è prevista anche una stretta sulle attività di ristorazione che riguarda bar, ristoranti, pub, gelaterie e pasticcerie. «Le attività dei servizi di ristorazione sono consentite fino alle 24 con servizio al tavolo e sino alle 21 in assenza di servizio al tavolo.
Non si comprende come mai la medesima attività commerciale possa stare aperta negli orari in cui c’è maggiore concentrazione di persone e debba chiudere la notte, quando i clienti sono normalmente di meno.
Resta per gli spettacoli il limite di 200 partecipanti al chiuso e di 1000 all’aperto, con il vincolo di un metro tra un posto e l’altro e di assegnazione dei posti a sedere. Sono sospesi tutti gli eventi che implichino assembramenti se non è possibile mantenere le distanze.
Sono vietate tutte le gare, le competizioni e tutte le attività connesse agli sport di contatto aventi carattere amatoriale. Gli sport di contatto sono consentiti solo da parte delle società professionistiche.
Restano chiuse le sale da ballo e discoteche, all’aperto o al chiuso, mentre sono permesse fiere e congressi. Sono vietate le feste in tutti i luoghi al chiuso e all’aperto. Restano consentite, con le regole fissate dai protocolli già in vigore, le cerimonie civili o religiose come i matrimoni. Le feste conseguenti alle cerimonie possono invece svolgersi con la partecipazione massima di 30 persone nel rispetto dei protocolli e delle linee guida vigenti. Nelle abitazioni private è comunque fortemente raccomandato di evitare feste e di ricevere persone non conviventi in numero non superiore a 6».
SETTE+ IN COMPRESSE
TRUMP-PUTIN, NUCLEARE: L’ACCORDO STORICO CHE NESSUNO NOMINA
Dopo anni di tensioni che assomigliavano in tutto e per tutto a quelli della guerra fredda, e che nel 2014 avevano raggiunto il culmine, con la guerra civile in Ucraina e l’annessione della Crimea, gli Stati Uniti e la Federazione Russa sono tornati al dialogo. Le due superpotenze hanno recentemente raggiunto un “accordo di principio” per estendere la durata di New Start, il trattato per il disarmo nucleare siglato nel 2010 che sarebbe terminato nel febbraio del 2021. New Start era l’ultimo di una serie di trattati bilaterali volti a limitare la corsa agli armamenti nucleari e a creare un clima di distensione tra Washington e Mosca, ma l’aggravarsi dei contrasti tra Usa e Russia degli ultimi anni della presidenza Obama aveva reso il rinnovo degli accordi tutt’altro che certo.
Russi e americani si impegnano, in base all’accordo, a mantenere continua il limite di testate nucleari a 1.550, e a 700 il numero dei vettori quali missili balistici bombardieri strategici e sottomarini lanciamissili che compongono le rispettive triadi nucleari. Il Washington Post riporta la notizia che l’estensione dell’accordo prevedrebbe inoltre un “sistema di monitoraggio” più ampio, consentendo ai due contraenti un numero più alto di ispezioni nei siti della controparte per garantire la massima trasparenza nel rispetto del trattato. In una fase delicatissima dei rapporti internazionali dunque Trump e Putin portano le relazioni tra i propri Paesi su un piano di maggiore collaborazione e allontanano il rischio di uno scontro diretto tra le due maggiori superpotenze militari del pianeta.