Alexéi Navalny, 44 anni, noto attivista neoliberal progressista russo – più noto nel resto del mondo che in Russia – è stato incarcerato a febbraio e sta scontando due anni e mezzo, per vecchie accuse di appropriazione indebita, in una colonia penale nella città di Pokrov, circa 100 chilometri a Est di Mosca.
Dopo lo scandalo del veleno negli slip (cornice all’interno della quale la propaganda occidentale neoliberista avrebbe attribuito l’intenzione del Cremilino di far fuori il neo-progressista Navalny, sopravvissuto a malapena a un avvelenamento con l’agente nervino Novichok in agosto) si aggiunge, ora, in base ai più recenti accadimenti, un nuovo capitolo della saga, ovvero, il presunto rischio di morte di Navalny, a causa proprio di un dichiarato sciopero della fame, che lo stesso avrebbe iniziato ormai 9 giorni fa.
Le ragioni di tale sciopero sono piuttosto confuse, alcuni media occidentali dichiarano che lo sciopero della fame sia volto a chiedere uno speciale tipo di intervento medico sanitario, altri riportano che sia una forma di protesta contro lo schieramento delle truppe russe sul confine ucraino.
Non è una coincidenza che sul caso Navalny sia intervenuto il presidente americano, Joe Biden, che ha recentemente imposto sanzioni contro Mosca per le interferenze nelle elezioni Usa e i cyber attacchi, e guarda con preoccupazione all’escalation in Ucraina. “È totalmente ingiusto. Totalmente inappropriato”, ha affermato Biden a proposito delle condizioni in cui sarebbe detenuto l’oppositore russo.
“Il nostro paziente può morire in qualsiasi momento”, ha scritto Ashikhmin su Facebook, indicando gli alti livelli di potassio del politico dell’opposizione e dicendo che Navalny dovrebbe essere spostato in terapia intensiva. “L’aritmia fatale può svilupparsi in qualsiasi momento”. Che dire, se non che ci troviamo di fronte ad un’evidente manovra di propaganda politica che combatte le sue guerre mediatiche a suon di post, su di uno dei più discussi social network dei nostri tempi.
Una cosa però è certa, il caso Navalny, di cui ci siamo occupati anche nell’intervista a Roberto Vivaldelli – “La geopolitica delle fake news”, che con tutti i suoi capitoli somiglia ogni giorno sempre di più ad una specie di telenovela, fa emergere un dato importante, ovvero quello secondo cui vi sarebbero proteste di serie A e proteste di serie B. Moribondi carcerati che arrivano nelle pagine dei più importanti rotocalchi occidentali, e moribondi carcerati, di serie B, come per esempio Julian Assange finito nel dimenticatoio.
Gli alleati di Navalny hanno detto che avrebbero fissato una data per la protesta una volta che 500.000 sostenitori si fossero registrati su un sito web. A partire da sabato, più di 440.000 persone si erano iscritte. Yarmysh ha esortato più russi a iscriversi, dicendo che una grande manifestazione potrebbe aiutare a salvare la vita di Navalny. “Putin reagisce solo alle proteste di massa“, ha aggiunto. Quindi secondo la propaganda neoliberista sarebbe colpa di Putin se Navalny rischia la vita perché, in piena autonomia, decide di rifiutare il cibo. Quindi il Cremilino dovrebbe obbligarlo a mangiare?
In ogni caso secondo le ultime indiscrezioni, pare che Navalny sarà trasferito nel reparto ospedaliero del carcere Ik-3 del servizio penitenziario federale russo, specializzato nell’osservazione medica dei detenuti. Lo rende noto il servizio stampa del Fsin. Il Servizio afferma che le condizioni di Navalny sono “soddisfacenti“. Nonostante ciò l’Ue nei giorni scorsi ha chiesto alla Russia “l’immediata e senza condizioni” liberazione di Navalny che, a dire del suo staff, rischia di morire, a voi lascio, come al solito, le conclusioni.