Che posto occuperanno le singolarità che compongono la realtà sociale? Troveranno posto all’interno di tali macrosistemi, ridisegnati dall’esterno sotto l’egida di una visione comune orientata all’uniformità del nuovo modello di società globale?
Il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Andrea Orlando, ha convocato nelle giornate di domenica 14 e martedì 16 febbraio, una serie di incontri con le parti sociali per l’avvio dell’ascolto e dell’interlocuzione sulle questioni più stringenti dell’azione del Ministero. Gli incontri si svolgeranno in videoconferenza. Di seguito i temi.
Sappiamo tutti che a causa della pandemia Covid-19 l’Italia si trova ad affrontare uno shock economico senza precedenti. Le misure sanitarie e di confinamento ed i conseguenti impatti su produzione, domanda e commercio hanno ridotto l’attività economica e stanno portando ad un rapido peggioramento dei tassi di disoccupazione e ad un sensibile calo dei ricavi aziendali.
Secondo il Fondo Monetario Internazionale (FMI) la crisi Covid-19 comporterà per il nostro Paese una contrazione economica particolarmente drammatica, con una previsione di Pil in calo di almeno il 9% nel 2020. Il percorso di ripresa deve inevitabilmente cominciare dal mondo delle imprese e del lavoro, primo motore dell’economia. I più vulnerabili e più a rischio di finire stritolati sono naturalmente quei lavoratori che non hanno le competenze necessarie. Con queste premesse, le iniziative sviluppate dal Comitato riguardano tre macro obiettivi:
•Sostenere la sopravvivenza e la ripartenza delle imprese (ma solo le imprese che piacciono a loro);
•Ridurre significativamente l’economia sommersa per riequilibrare il carico fiscale e garantire concorrenza equa;
•Modernizzare il tessuto economico e produttivo del Paese, per aumentarne il livello di innovazione e la sostenibilità.
Per quanto riguarda gli interventi di urgenza, il Comitato propone la rimozione del contagio Covid-19 dalle responsabilità penali del datore di lavoro, la promozione dello SmartWorking e una deroga temporanea per consentire il rinnovo dei contratti a tempo in scadenza, tutte iniziative atte a superare vincoli che oggi ostacolano la difesa dell’occupazione. Il Comitato propone altresì una serie di interventi – in parte già recepiti nei recenti interventi legislativi – volti a:
•Garantire alle imprese liquidità di sopravvivenza, ad esempio tramite la compensazione orizzontale di debiti e crediti fiscali e la promozione di un codice di comportamento che impegni le grandi aziende a pagamenti rapidi ai piccoli fornitori;
•Ridurre il volume e l’impatto dei contenziosi post-crisi, ad esempio tramite meccanismi di ripartizione presunta del rischio tra locatore e conduttore, e disincentivi al ricorso a procedure concorsuali;
•Incentivare l’adozione di sistemi di tax control framework attraverso la riduzione delle sanzioni amministrative e penali;
•Rafforzare la capitalizzazione delle imprese, essendo la sotto-capitalizzazione di molte di esse uno dei principali fattori della loro vulnerabilità, facilitandogli aumenti di capitale, incentivandoli e semplificandone l’iter e favorendo una strutturale riallocazione del risparmio verso la c.d. “economia reale”. Per quanto riguarda l’emersione dell’economia sommersa, il Comitato ritiene che la crisi in atto presenti un’opportunità storica e assolutamente irrinunciabile per affrontare una distorsione pesantissima e ingiusta che si protrae ormai da decenni.
Le iniziative proposte sono legate a meccanismi di Voluntary Disclosure per l’emersione del lavoro nero e dei redditi non dichiarati, a fronte del pagamento di un’imposta e di vincoli all’impiego di una parte del capitale per un periodo minimo di tempo (ad esempio attraverso social bonds). Il Comitato propone altresì iniziative per accelerare significativamente il passaggio a pagamenti elettronici, incentivandone l’uso e in parallelo scoraggiando l’uso del contante. Da ultimo il Comitato auspica che si possa promuovere un’iniziativa presso le istituzioni europee competenti per mettere rapidamente fuori corso le banconote di maggior taglio (500 e 200). Per quanto riguarda la modernizzazione del tessuto economico e produttivo, il Comitato ha sviluppato proposte in quattro ambiti:
•Incentivare l’innovazione. In questa fase caratterizzata dall’adozione di interventi straordinari, sarà fondamentale anche aumentare e accelerare l’innovazione tecnologica delle imprese italiane, ripristinando ed estendendo le misure previste dal piano Industria 4.0, incentivando gli investimenti in sostenibilità e transizione energetica, e ampliando le misure di sostengo alle start-up innovative;
•Sviluppare le competenze per aumentare la produttività. Lo sviluppo delle imprese italiane, e in particolare quelle di piccole dimensioni, è spesso frenato dalle carenze manageriali, dalla scarsa consapevolezza dell’importanza della formazione di qualità, e dalla mancanza di competenze adeguate alle necessità di oggi (ad esempio, digitali). Il Comitato propone interventi per sostenere gli investimenti in formazione e incentivare la riqualificazione della forza lavoro e dei disoccupati;
•Rafforzare le PMI e le filiere. Le PMI – che come noto rappresentano una porzione significativa del tessuto produttivo italiano – sono particolarmente vulnerabili di fronte alla crisi in atto. Per rafforzarle, superando i limiti strutturali derivanti dalla loro dimensione e rendendole più competitive sui mercati internazionali, il Comitato propone interventi per favorire la ricapitalizzazione delle imprese di filiera, per rilanciare l’export, per incentivare le aggregazioni e per favorire il reinsediamento sul territorio nazionale di attività ad alto valore aggiunto in precedenza svolte all’estero (il c.d. reshoring);
•Sostenere lo sviluppo di un’economia sostenibile. Il Comitato propone di completare la riforma del Terzo Settore, in particolare per quanto riguarda la fiscalità delle imprese sociali, intervenendo urgentemente per sostenere la sopravvivenza e la ripartenza delle imprese.
-Occupazione e ripartenza delle imprese Escludere il “contagio Covid-19” dalla responsabilità penale del datore di lavoro per le imprese non sanitarie e neutralizzare fiscalmente, in modo temporaneo, il costo di interventi organizzativi (ad es. turnazione, straordinari) conseguenti all’adozione dei protocolli di sicurezza e al recupero della produzione perduta per il fermo, per non penalizzare la competitività dell’impresa e i redditi dei lavoratore. -Utilizzare la fase attuale per un’attenta e profonda osservazione dello smart working e delle dinamiche ad esso connesse per identificare elementi con cui migliorare la normativa vigente (legge n. 81/2017), al fine di renderla perfettamente aderente al nuovo contesto che si sta sviluppando, in cui da un lato c’è la necessità di un’adozione diffusa per questioni anche di sicurezza e dall’altro l’obiettivo di dare a imprese e lavoratori un’opzione migliorativa sia della produttività sia delle condizioni lavorative.
Liquidità di sopravvivenza alle imprese
Rinnovare, se necessario, le misure straordinarie per garantire liquidità alle imprese (ad es. Fondo Centrale di Garanzia, SACE, etc.). Liquidare i crediti delle aziende verso la PA e valutare pagamenti anticipati per i lavori pubblici, alfine di agevolare in particolare le PMI.
Rendere più agevole la compensazione orizzontale dei debiti con i crediti fiscali, nonché prevedere la compensazione dei debiti con i crediti liquidi ed esigibili verso la PA, anche tramite la costruzione di una piattaforma informatica. Differire il saldo imposte 2019 e il primo acconto 2020. Promuovere un codice di comportamento – volontario ma fortemente sponsorizzato a livello governativo – per il pagamento rapido dei fornitori (ad es. a 30 giorni) al fine di riattivare la circolazione dei flussi di liquidità soprattutto a favore delle imprese piccole e deboli negozialmente. Se necessario, intervenire in sede legislativa. Estendere il decreto liquidità al factoring pro-soluto e al reverse factoring come garanzia della filiera. Modificare il decreto liquidità per permettere il sostegno finanziario anche alle imprese con esposizioni UTP che presentano possibilità concrete di risanamento. Monitorare i livelli di effettiva erogazione di liquidità alle PMI e, dove necessario, semplificarne i processi di rilascio.
Riduzione impatto contenziosi post-crisi. Prevedere per legge la ripartizione del rischio tra locatore e conduttore nella forma di presunzione o, in alternativa, l’incentivazione (tramite riduzione di IMU e TARI) della rinegoziazione dei canoni commerciali e dei finanziamenti correlati (ad es. mutui ipotecari).
Disincentivare, ove possibile, il ricorso alle procedure concorsuali (concordati preventivi e fallimenti) per evitare il conseguente blocco ex lege del pagamento ai fornitori e la conseguente sottrazione di liquidità e risorse al sistema. Nello specifico, evitare che il debitore ricostituisca il valore dell’azienda solo a scapito dei creditori.
Sospendere per il 2020 i vincoli del d.lgs. 175/2016 (TU in materia di società a partecipazione pubblica) al ripianamento delle perdite delle imprese pubbliche (e del trasporto pubblico in particolare) ed evitare il ricorso al concordato preventivo e all’amministrazione straordinaria (che impedirebbe il pagamento dei fornitori e rallenterebbe l’esecuzione degli investimenti).
Rafforzamento capitalizzazione delle imprese. Creare incentivi per gli aumenti di capitale, rendendo l’ACE più attrattiva, introducendo una Super-ACE per le imprese che investono in tecnologia green semplificandone la deliberazione.
Ridurre tempi e costi delle procedure di aumento di capitale per le società quotate. Favorire una strutturale riallocazione del risparmio verso PMI/società non quotate, tramite, per un periodo definito, nuove agevolazioni fiscali per le persone fisiche che sottoscrivono OICR che investono prevalentemente in società non quotate e modifiche normative necessarie ad ampliare la platea di potenziali sottoscrittori. Introdurre incentivi per l’istituzione di fondi di turnaround che agevolino anche l’esecuzione di investimenti in imprese UTP attraverso ogni strumento compatibile con la normativa europea qualora l’intermediario finanziario (SGR) assuma il ruolo di sponsor del risanamento.
(Tax Control Framework) che segnalino e documentino adeguatamente operazioni caratterizzate da un rischio di natura fiscale. Ridurre significativamente l’economia sommersa per liberare risorse e garantire concorrenza equa. Emersione lavoro nero. Favorire l’emersione attraverso opportunità di Voluntary Disclosure ai fini della regolarizzazione, prevedendo un meccanismo di sanatoria e incentivazione riducendo contribuzione cuneo fiscale, nonché sanzioni in caso di falsa dichiarazione o mancato perfezionamento delle procedure di emersione. Emersione e regolarizzazione contante derivante da redditi non dichiarati.
Introdurre la Voluntary Disclosure sul contante e altri valori derivanti da redditi non dichiarati (anche connessa all’emersione del lavoro nero) a fronte del pagamento di un’imposta sostitutiva e dell’impiego per un periodo minimo di tempo (ad es. 5 anni) di una parte significativa dell’importo in attività funzionali alla ripresa (ad es. investimento nel capitale dell’impresa del soggetto che fa la Voluntary Disclosure, o investimento in social bond nominativi o altri strumenti analoghi). Condizionare gli effetti premiali in ambito penale a specifici requisiti di coerenza. Promuovere un’iniziativa presso le istituzioni europee competenti per mettere rapidamente fuori corso le banconote in Euro di maggior taglio (500 e 200).
Regolarizzazione e rientro dei capitali esteri. Favorire la regolarizzazione e il rientro di capitali detenuti illegalmente all’estero, tramite estensione della Voluntary Disclosuredel punto precedente al rientro/regolarizzazione dei capitali all’estero(imposte e obbligo di reinvestimento parziale).
Passaggio a pagamenti elettronici
Incentivare l’utilizzo dei pagamenti elettronici (PA, esercizi commerciali e soprattutto servizi e prestazioni) tramite: deduzioni/detrazioni dall’IRPEF, lotterie instant win, credito d’imposta per gli esercenti e accordi con il sistema bancario per riduzione delle commissioni. Rendere effettive ed eventualmente inasprire le sanzioni per gli esercizi commerciali e servizi privi di POS o con POS non funzionante. Scoraggiare l’uso del contante per somme rilevanti attraverso la riduzione dei limiti ai pagamenti in contanti nonché disincentivi al ritiro e all’utilizzo degli stessi (ad es. anticipo fiscale a valere sui prelievi di contante). Modernizzare il tessuto economico e produttivo del Paese, aumentandone il livello di innovazione e la sostenibilità.
Incentivare l’innovazione
Innovazione tecnologica e proprietà intellettuale. Incentivare l’innovazione tecnologica delle imprese con il ripristino e il potenziamento delle misure di super-ammortamento e iper-ammortamento previste da Industria 4.0 prevedendo una durata pluriennale degli incentivi (5 anni). Innovazione energetica e sostenibilità. Incentivare gli investimenti nella transizione energetica/sostenibilità delle filiere italiane e finanziare gli investimenti in innovazione per lo sviluppo di tecnologie a bassa emissione, per ottemperare alle nuove direttive Europee (Green Deal).
Sostegno a Start-up innovative. Rafforzare le misure di sostegno alle start-up e PMI innovative con incremento delle agevolazioni fiscali per l’investimento da parte di individui, società e fondi specialistici (detassazione proventi e aumento dell’ammontare di detrazione e deduzione) e con l’aumento di massimali previsti per gli investimenti annui. Sviluppare le competenze per aumentare la produttività.
Competenze gestionali e assunzioni specialistiche. Incentivare reskilling manageriale per stimolare l’adozione delle competenze necessarie ad adattare i sistemi produttivi alle nuove esigenze postCovid, attraverso defiscalizzazioni temporanee per la partecipazione a formazione gestionale e per l’assunzione di competenze esterne (inclusi neolaureati)nelle PMI. Riqualificazione disoccupati/CIG. Incentivare la riqualificazione della forza lavoro e dei disoccupati finanziata attraverso fondi specializzati (ad es. “fondo nuove competenze”) prevedendo Incentivi alle imprese (ad es. defiscalizzazione di spese di formazione, riduzione del cuneo fiscale) .Incentivi ai lavoratori (ad es. abolizione divieto di cumulo additivo tra retribuzione e trattamento di cassa integrazione, cofinanziamento acquisto di PC, condizionalità dei sussidi).
Utilizzo di programmi formativi di qualità (permettendo in via emergenziale il ricorso a partnership pubblico-privato ove necessario) Sistema di valutazione della qualità dei programmi di formazione (ad es. esiti della formazione su benessere, occupazione e reddito dei lavoratori coinvolti).
Piattaforme formative pubblico-private per filiere produttive. Promuovere lo sviluppo di progetti di qualificazione professionale “di filiera” pubblico-privato, basati su alleanze tra agenzie formative, istituti tecnici, università ed imprese, consentendo agli enti formativi la possibilità di accedere a strumenti negoziali nazionali (ad es. mutuando l’esperienza degli strumenti negoziali pubblici per R&S, come i contratti di sviluppo/accordi di innovazione, da traslare in campo formativo). Rafforzare le PMI e le filiere. Reti, Filiere e Aggregazioni. Potenziare e agevolare l’utilizzo di strumenti collaborativi e aggregativi (ad es. Reti d’impresa, Associazioni Temporanee d’Impresa, etc.).
Sostenere il rilancio dell’export italiano con un piano volto a minimizzare gli impatti dell’emergenza Covid19 sul sistema di credito (ad es. estendendo e rafforzando le azioni di SACE a supporto dei crediti per export) e sul sistema fieristico, a comunicare l’eccellenza settoriale e valutare incentivi all’export di carattere più generale.
Reshoring. Incentivare il re-insediamento in Italia di attività ad alto valore
aggiunto (ad es. R&D strategico, produzione in settori ad alta componente tecnologica) e/o produttive rafforzando in tal modo il sistema Paese e la sua competitività(ad es. tramite decontribuzione dei relativi lavoratori, incentivi agli investimenti produttivi, maggiorazione ai fini fiscali del valore ammortizzabile delle attività rimpatriate). Valutare l’estensione del regime a tutti i nuovi insediamenti produttivi in Italia.
Lo sviluppo di una economia sostenibile appare ormai essere una visione comune sostenuta sia dal ministero della transizione ecologica che dal piano Colao 2020-2023. Alla luce di quanto letto pare che la transizione digitale prevista dal piano Colao risulti necessaria per la realizzazione di ognuno dei sopra elencati punti inseriti in agenda. Purtroppo non si parla di incentivazione del lavoro né di politiche di reinserimento per i neo disoccupati né di pensioni o liquidità destinate ai singoli commercianti o PTI. Appare evidente come i punti all’ordine del giorno siano puntualmente estrapolati dal piano Colao 2020-2023, che sembra dettare oltre che le regole del gioco i tempi della partita.
Alla luce di quanto esposto la domanda che non possiamo fare a meno di porci riguarda la fine che faranno le singolarità che compongono la realtà sociale. Può darsi che in tali macrosistemi esse verranno inglobate o peggio disintegrate. Questo è un dubbio di natura concreta, basato sulla realtà oggettiva sancita dalla documentazione ufficiale; dubbi di siffatta natura, oggi più di prima, costituiscono ciò che alimentano un’attenzione cosciente nei confronti della realtà sociale, attenzione che non può esser più delegata a qualche apparato di rappresentanza, ma che ha bisogno di essere agita e sperimentata in prima persona da ognuno di noi, con l’auspicio di cominciare a nutrire e a costruire una coscienza sociale autentica di ciò che siamo e di ciò a cui siamo chiamati a partecipare.
Alessandra Gargano Mc Leod