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Giuliano Castellino – Parte 1 – un Fascista per tutte le stagioni

Giuliano Castellino, per anni in Forza Nuova, ha recentemente fondato il movimento politico “Italia Libera”. Tuttavia questa è stata solo l’ultima delle sue metamorfosi politiche. Vediamo il suo percorso dagli esordi nell’estrema destra fino al “fronte del dissenso”. Quali sono le motivazioni profonde dietro questa trasformazione radicale?

Chi è Giuliano Castellino? Sì, proprio quel Castellino che fino allo scorso luglio era a capo di Forza Nuova. Lo stesso che, il 16 novembre scorso, avrebbe dovuto presentare alla Camera dei Deputati il movimentoItalia Libera, insieme all’avv. Carlo Taormina ma non è stato fatto entrare.

Italia Libera’ nasce come “movimento antiglobalista” che ha a cuore la pace, il lavoro e la libertà. Ma Giuliano è passato da “l’assalto” alla CGIL all’evento post elettorale “Unire la Resistenza”. Chi è oggi Giuliano Castellino? Uno che, negli anni, non si è risparmiato, tra metamorfosi e trasformazioni, alcune volte, fin troppo repentine.

Abbiamo seguito con attenzione l’evento Unire la Resistenza del 7 ottobre 2022 alla Galleria Sallustiana a Roma, proprio dietro l’ambasciata statunitense in Italia. Già allora, avevamo evidenziato sul nostro canale Telegram alcune incongruenze: da una parte la sala deserta, dall’altro il risalto e lo spazio concessi all’evento sui media mainstream. 

Poco convincente anche la retorica di Castellino, all’apparenza studiata a tavolino attorno a temi chiave come Russia, Putin, crisi energetica, lotta all’atlantismo sfrenato, no green pass.

In questo servizio andremo alla ricerca del trait d’union che lega tutte le metamorfosi del celebre politico romano. Dagli esordi con Boccacci all’inizio degli anni Novanta, fino al delirio mistico della sua “Pentecoste di libertà”, passando per Storace e il PDL di Gianni Alemanno. Abbiamo deciso di suddividere questa inchiesta in due parti, la seconda sarà pubblicata tra qualche settimana quindi ti invito da subito ad iscriverti al canale per non perdere i nostri contenuti. 

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La disfatta elettorale del 25 settembre 2022

All’indomani del deludente risultato delle elezioni politiche del 25 settembre 2022, sono diventate evidenti le grosse criticità e carenze all’interno di quello che è stato definito il fronte del dissenso. Composto dalle cosiddette forze anti sistema, definizione talvolta impropria, esso ha mostrato il ventaglio completo dei possibili significati della parola frammentazione nell’arco di tutta la campagna elettorale.

Un boomerang, questo, che non ha tardato a ritornare al mittente: i deludenti risultati elettorali parlano da soli dell’inefficacia dell’azione politica dell’ala “dissenziente”. Ciò che non ci aspettavamo, invece, è stata l’abbondanza di appuntamenti post-elettorali che gli esponenti di quei movimenti hanno cominciato a organizzare dopo la debacle alle urne.

Unire la Resistenza?

Uno di questi appuntamenti ha avuto luogo l’8 ottobre 2022, in Via Sallustiana 27 a Roma. Il convegno, dal titolo Unire la Resistenza, ha visto la partecipazione, tra gli altri, di Diego Fusaro, Alessandro Meluzzi, Nino Galloni e l’avv. Carlo Taormina.

L’evento, andato quasi deserto, viene “stranamente” attenzionato dal mainstream. Dove c’è fumo, c’è sempre un po’ di arrosto (cit. Corrado Malanga). Si scopre che il promotore di questa rimpatriata è nient’altro che Giuliano Castellino, volto noto nell’area neofascista romana, nella sua nuova veste di leader del dissenso. Ma facciamo un passo indietro e mettiamo insieme i puntini.

In passato abbiamo parlato di Roberto Fiore, segretario di Forza Nuova da circa 24 anni, delle piazze infiltrate dall’estrema destra, dell’attacco alla CGIL del 9 ottobre 2021, del rinnovato “pericolo fascista” e di come Landini e co. abbiano riacquistato visibilità in quell’occasione. 

Proprio in quel breve documentario d’inchiesta su Fiore e sui movimenti in cui ha militato, dal titolo Fascisti Ovunque, avevamo accennato al ruolo di Giuliano Castellino. Colui che oggi riesce ad entrare all’interno del malcontento “No Green Pass, monopolizzare le proteste e addirittura dirigerle. Non c’è bisogno di sottolineare il fatto che i media mainstream non hanno tardato a strumentalizzare la sua presenza nelle piazze per denigrare l’intero movimento “No Green Pass”.

Ma Castellino è consapevole del fatto che la sua presenza riesce a gettare discredito su qualsiasi manifestazione alla quale prende parte? E il suo è attivismo spontaneo? I dati che abbiamo raccolto in proposito sono numerosi. Procediamo con ordine.

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Partiamo dal principio.

La storia politica di Giuliano Castellino

Giuliano Castellino, 45 anni e una vita nell’estrema destra. È padre di tre figli e primatista nel cambiare formazione politica. Fin da ragazzino, si è inoltre distinto come ultrà giallorosso. Nel tempo è stato molto vicino a Maurizio Boccacci, ex militante del MSI e del FUAN negli anni ‘70, e successivamente membro di Avanguardia Nazionale.

Con lui Castellino ha militato prima con ‘Movimento Politico’ ed in seguito con ‘Base Autonoma’, organizzazioni extraparlamentari di estrema destra, entrambe silurate dalla legge Mancino. Accanto alla militanza politica, resta attivissimo tra gli ultrà, cosa che nel 1996 lo conduce a essere inquisito. Viene infatti coinvolto nell’inchiesta sui presunti ricatti ai danni del presidente della A.S. Roma, Franco Sensi.

Sul fronte politico, alla fine degli anni ‘90, Giuliano entra in Forza Nuova, tenendo i contatti dall’Italia con i leader fondatori Roberto Fiore e Massimo Morsello. Questi erano, al tempo, latitanti a Londra. Proprio in questo periodo, Castellino si sposa e mette su famiglia con la figlia di Morsello, da cui divorzia pochi anni dopo.

Da Forza Nuova, insieme a Boccacci, approda poi alla Fiamma Tricolore di cui sarà il segretario a Roma, molto vicino a CasaPound. È nel 2014 che però assistiamo alla prima grande svolta nella sua vita da ‘movimentista’: Giuliano si avvicina a Gianni Alemanno, allora sindaco di Roma.

La liaison politica con Gianni Alemanno

Un cambiamento non da poco, visto che Castellino si pone, in questa occasione, alla guida del movimento ‘Popolo di Roma, formazione politico-associazionistica facente riferimento al primo cittadino della Capitale e molto vicina al PDL di Silvio Berlusconi.

In questo periodo Giuliano scrive un libro: “La sfida del presente. Idee e prospettive di un partito per la nazione”. Al suo interno troviamo dei riferimenti al concetto di partito-nazione e a unamoderna tendenza politica. Questi, secondo lui, sarebbero elementi riconoscibili nella linea de Il Popolo della Libertà a guida Berlusconiana.

Questo libro rappresenta l’atto con cui Giuliano sveste ufficialmente i panni da neofascista. In quel periodo arriva addirittura a scrivere una lettera alla Comunità ebraica della Capitale, scritta a nome de ‘Il Popolo di Roma‘. Nella lettera si proclama: “Il Popolo di Roma raccoglie l’appello, o meglio il grido di rabbia e di dolore, della Comunità ebraica romana e si schiera, senza se e senza ma, contro ogni forma di razzismo, discriminazione e negazionismo”.

E ancora: “Siamo pronti ad un percorso politico-legislativo-culturale che combatta ogni forma di negazionismo. Solo non dimenticando gli orrori del passato è possibile costruire un futuro migliore per tutti”.

Parole importanti, soprattutto se a scriverle è un neofascista di prim’ordine come lui. Stiamo sempre parlando del figlioccio di Maurizio Boccacci, di uno cresciuto a pane e anti-sionismo con non pochi exploit anti-semiti.

Ma è difficile definire Giuliano Castellino una volta per tutte: continua ogni volta a toglierci i punti di riferimento necessari a inquadrarlo. Infatti, negli anni successivi, lo ritroveremo in piazza durante diverse mobilitazioni contro lo Stato di Israele, come quella organizzata a Ponte Milvio del 2 marzo 2019, con Forza Nuova.

Al fianco di Francesco Storace

Torniamo al rapporto col sindaco di Roma. Non sappiamo perché sia finita, ma il matrimonio politico con Alemanno dura poco. Castellino si avvicina, allora, all’ex Presidente della Regione Lazio, Francesco Storace. ‘Destra Sociale’ di Giuliano e ‘la Destra’ di Storace marciano insieme lungo le strade di Roma.

In onore di questa nuova unione, nel marzo 2012, il nostro protagonista, occupa l’appartamento di via Paisiello 40, donato ad Alleanza Nazionale dalla contessa Colleoni. Lo consegna poi a Storace per farlo diventare la sede del suo partito. Ma anche col leader di ‘La Destra’ non funziona a lungo: Giuliano decide di tornare alle origini extraparlamentari e fonda il ‘Movimento Sociale Europeo’ (MSE). Lo definisce “al di là della destra e della sinistra”.

Con questa nuova sigla riunisce alcuni volti noti della galassia nera, come Adriano Tilgher, e organizza una manifestazione in piazza Risorgimento insieme a vari partiti europei come il greco ‘Alba Dorata’.

Nel 2015 finisce nei guai: viene fermato senza patente la sera di San Silvestro. Sotto la sella dello scooter nascondeva un etto di cocaina, “per uso personale” secondo le sue dichiarazioni, e 30 bombe carta. Al processo, celebratosi con rito abbreviato, l’accusa ha proposto l’ipotesi dello spaccio. La sentenza ha però riconosciuto l’uso personale della droga.

Di nuovo con Roberto Fiore

Ma il primo amore non si scorda mai, anche in politica, passano infatti diversi anni e, nel 2017, Giuliano torna in Forza Nuova, di nuovo con Roberto Fiore. Questa volta all’insegna della strategia politica, Castellino crea una sigla parallela: “Roma ai Romani”, allo scopo di pescare consensi nelle periferie senza palesare simboli di partito. 

Per questa nuova mossa, presto risponde al suo appello l’amico Maurizio Boccacci, leader di ‘Militia’, ma che si allontanerà in seguito per contrasti con la linea di Fiore. Con Giuliano anche l’ex NAR Luigi Aronica detto ‘Er Pantera’.

Il 2017 è anche l’anno in cui Castellino, futuro responsabile romano di FN, occupa nuovamente il famoso immobile di via Paisiellodonato” a Storace. Questo, nel frattempo, era divenuto sede de “Il Giornale d’Italia”. Sloggiati Storace e l’ex consigliere regionale Buonasorte, la sede diventa di Forza Nuova.

Uno scandalo senza glutine

Ma non sempre tutto va per il verso giusto. L’anno successivo, nel 2018, Giuliano Castellino è al centro di uno scandalo. La stampa, all’epoca, riportava che, insieme all’imprenditore Giorgio Mosca e ad altre due persone, falsificava i buoni per l’acquisto di cibo gluten-free allo scopo di ottenere i rimborsi dall’ASL. Questa truffa porta il leader romano di Forza Nuova agli arresti domiciliari. Gli sarà consentito uscire solo per le cure mediche.

Ed è nella mattinata dell’8 luglio 2019, dopo una visita dal dentista, che, anziché fare immediatamente ritorno a casa, si reca nella sede di Forza Nuova di via Paisiello. Velocemente scoperto riceve una condanna a 8 mesi per evasione.

Verso l’era “no Green Pass” di Castellino: Italia Libera

La detenzione non lo allontana, però, dalla sua passione: creare sigle passeggere. Come Italia Libera’, usata per inserirsi nelle proteste anti-lockdown. In nome della sua nuova battaglia contro la compressione dei diritti, crea anche una rivista, “L’Italia Mensile”, con annesso blog. In questo periodo ha anche contatti con Antonio Pappalardo, ex Generale dell’arma dei Carabinieri e leader dei gilet arancioni. Con lui stipulerà una breve alleanza nel corso del 2020.

La passione per le piazze non gli passa nemmeno dopo gli arresti e, il 6 giugno 2020, è tra gli organizzatori di una protesta di ultras contro le restrizioni al Circo Massimo. Di quel giorno ricordiamo la lite tra Giuliano e Simone Carabella, ex M5S, ex PD, per un brevissimo periodo vicino agli ambienti di Forza Nuova, poi passato in Fratelli d’Italia ed in seguito indipendente.

Giunge il 2021, che si apre con una nuova creazione di Castellino: ‘Area’. Si tratta di un simbolo trasversale che tenta di riconciliare le varie anime dell’ambiente neofascista. Esperimento che si rivela poi un flop. Qualche mese dopo, Giuliano torna a cavalcare le piazze, stavolta contrarie al Green Pass. Piazze in cui la presenza di Forza Nuova non è sempre ben vista, tanto da scatenare qualche battibecco tra i manifestanti.

Ed è qui, alle soglie dell’era “no Green Pass” di Giuliano Castellino, che ci fermiamo per oggi. La seconda parte di questa inchiesta sarà pubblicata tra qualche settimana sui nostri canali. A presto.

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