Si dice che per comprendere il nostro presente è necessario conoscere la nostra storia, gli eventi salienti che ci hanno condotto fin qui; ma come facciamo a sposare tutto ciò con l’istanza globalista di un neoprimitivismo spinto, così in voga di questi tempi? Un neoprimitivo è colui che è caduto nell’oblio, colui o colei che come calati dall’alto si trovano gettati a vivere in un qui ed ora sconosciuto; un neoprimitivo è un soggetto che non si relaziona con il passato, poiché la sua memoria storica è non a caso, caduta nell’oblio; e senza memoria storica, direbbe qualcuno dal carcere, non c’è coscienza di classe, intendendo con tale espressione gramsciana, la consapevolezza di essere inseriti in una società, suddivisa in classi, oggi diremo, una società piramidale, dove ai vertici non vi sono i nostri rappresentanti, ma i rappresentanti delle classi dominanti! Cosa c’entra tutto questo con il Talmud e la Torah? E cosa c’entra la religione con la storia e la filosofia politica?
Leggendo quanto di seguito, frutto di un approfondito studio sulla più ampia questione ebraica, vi accorgerete dell’importanza della differenza tra i due testi e del perché tale differenza sia così importante ai fini di una comprensione profonda di alcuni eventi storici, strumentalmente offuscati e opacizzati da una complessità per così dire teologica che ne impedirebbe la ri-comprensione in termini storico-analitici. Spero di riuscire a delineare un’argomentazione in grado di mostrare l’importanza della fuga dall’oblio della storia per comprendere il nostro presente, e la necessità della riflessione del logos su di essa per costruire il nostro futuro, sganciando i lacci di questa contemporaneità oscurantista che ci obbliga ad un’immobilità passiva di fronte agli eventi, facendoci vivere da protocolli esterni orientati secondo gli interessi di un’oligarchia techno-finanziaria in grado di decidere la classe dirigente dei nostri paesi, e che attraverso un paradigma bio-politico sta prendendo sempre più pieno possesso della nuda vita umana.
Talmud e Torah sono due parole tra le quali una differenza chiave può essere compresa. Cerchiamo di affrontare questo nel modo seguente. L’ebraismo è un’antica religione abramitica come il cristianesimo. È intrigante per i non ebrei perché non ne sanno molto. È una religione piena di libri e testi sacri. Ci sono molte parole che descrivono questi libri e testi sacri che possono essere molto confusi per gli estranei. Questi termini includono Torah, Talmud e Tanakh ecc. Ci sono somiglianze tra Torah e Talmud ma anche differenze che saranno evidenziate in questo articolo.
Cos’è il Talmud? Talmud è un termine a cui si riferisce il commento che è stato fatto dai rabbini per diversi secoli sulla Bibbia ebraica, in particolare sulla Torah. Si riferisce anche alla componente orale della Torah che si trova nella forma scritta denominata Talmud. Quindi, Talmud è in un certo senso il significato delle Scritture su come interpretare e applicare le Scritture nella vita. La Torah orale fu data a Mosè da Dio, e Mosè diffuse la parola di Dio tra gli altri. La Torah orale rimase orale per molti secoli, ma fu finalmente scritta e compilata in forma testuale nel II secolo. Questo documento è stato chiamato Mishnah. C’era un’altra compilation nel V secolo che si chiamava Gemara. Insieme, i due documenti sono indicati come Talmud.
C’è un’altra dicotomia del Talmud, dove ci sono il Talmud di Gerusalemme e il Talmud babilonese. È il Talmud babilonese che è più completo. Il Talmud di Gerusalemme copre tutti i trattati di Zeraim, mentre il Talmud babilonese copre solo il Trattato Berachot, che però pare essere molto lungo e di assai difficile interpretazione. Il Talmud di Gerusalemme ha una maggiore concentrazione sulle leggi agricole della Terra di Israele e della Torah poiché fu appunto scritto in Terra d’Israele, dove si applicavano tali leggi.
Il Talmud babilonese detto anche Talmud Bavlì, sigla TB, è un talmud redatto nelle accademie rabbiniche (Yeshivot) della Mesopotamia, tra il III e il V secolo. Le principali accademie furono quelle con sede a Sura, Pumbedita, Nehardea, Machoza, Mata Mechasya e Naresh. La stesura di questo testo iniziò con Rav, fondatore della yeshiva di Sura, prima accademia della Mesopotamia. Quando si parla di Talmud, senza altre indicazioni, si fa riferimento a questo testo. comprende la Mishnah e la Ghemara babilonese, quest’ultima a rappresentare il culmine di oltre 300 anni di analisi della Mishnah nelle accademie talmudiche di Babilonia.
Gli argomenti discussi si sviluppano con una terminologia rigorosa che distingue vari generi di domanda, dalla più semplice alla più complessa e problematica: ossia qushià (difficoltà), tejuvtà (refutazione), rumjà (obiezione che rivela una contraddizione), pirkhà (obiezione logica). Il lavoro redazionale parte dalle discussioni nella jeshivà (scuola rabbinica), spesso tenute da anonimi o da discepoli di famosi maestri ebrei.
Cos’è la Torah? La Torah è la parte della Bibbia usata dagli ebrei per secoli. È la parte centrale della Bibbia ebraica e consiste di cinque libri che sono chiamati cinque libri di Mosè. Fu dopo il loro esodo di massa dall’Egitto che Dio scelse Mosè per dargli la conoscenza divina nella forma della Torah. Mosè ricevette sacra conoscenza sul monte Sinai per 50 giorni, e questo corpo di conoscenza compensa tutto ciò che gli ebrei hanno bisogno di vivere secondo i comandamenti di Dio. Ci sono in totale 613 comandamenti in Torah, di cui i più importanti sono i 10 comandamenti. Mentre il corpo della conoscenza è stato impartito in forma orale, la Torah è lì anche in forma scritta. È scritto in ebraico.
La Tora può significare cose diverse in tempi diversi e il suo significato può dipendere sia dal contesto che dall’oratore. A volte, la Torah è usata per indicare l’intera Bibbia ebraica che è anche chiamata Tanakh. La parola è composta da tre consonanti T (sta per Torah), N (sta per Nevi’im o Ebrei) e K (sta per Ketuvim o i testi sacri degli ebrei). La Torah è una parola che racchiude le istruzioni date da Dio a Mosè.
Siamo arrivati finalmente al punto in cui possiamo porci la seguente domanda: qual è la differenza tra Talmud e Torah? Talmud, come abbiamo visto è un termine che si riferisce al commento che è stato fatto dai rabbini per diversi secoli sulla Bibbia ebraica, in particolare la Torah che, invece, come abbiamo visto, può significare cose diverse in tempi diversi ma, in generale, si riferisce alla parte della Bibbia ebraica che è centrale nel giudaismo. Il Talmud è la componente orale della Torah è conosciuta come Talmud. La Torah quindi, consiste di cinque libri che sono chiamati cinque libri di Mosè. Fatta questa doverosa chiarificazione terminologica concettuale vediamo le ripercussioni socio-politiche ed antropologiche di queste distinzioni solo in apparenza, di natura esclusivamente teologica!
Secondo quanto dice una legale israeliana “Israele avrebbe come codice il Talmud”- vediamo di seguito in che senso e che cosa comporta. Il diritto vigente in Israele è diritto talmudico: basato sulla nozione di “separatezza” dagli “impuri” non può integrare i palestinesi (né chiunque altro); derivando dal Talmud non conosce la distinzione logico-aristotelica fra bene/male, giusto/ingiusto, legale/illegale; quindi si basa su “ossimori giudaici” (come Stato “ebraico e democratico”), e considera gli altri esseri umani come bestiame, non dotato di anima ed applica questi principi giuridici nel trattamento dei palestinesi.
Il valore di queste affermazioni è che non le ha scritte un “antisemita” – bensì una giurista laureata all’Università Ebraica di Gerusalemme che ha fatto alyah dal Sudafrica, Lynda Burstein Brayer (stranamente, non se ne trova una sola foto sul web), e come avvocato si scontra tutti i giorni con questi “ossimori” perché difende come legale i palestinesi nelle loro opposizioni alle demolizioni delle loro case, al furto di terreni, alla separazione delle famiglie, alla impossibilità di ottenere permessi di viaggio per motivi di studio e di salute che non siano accompagnati da divieto di tornare a casa.
Ovviamente la cosa dirompente è che la Brayer faccia riferimento ai principi della logica aristotelica come essenza stessa della civiltà, in opposizione al Talmud. Essa ricorda: “Il defunto professore di studi biblici all’Università ebraica, Shemaryahu Talmon, ha spiegato in una conferenza ai sionisti cristiani cattolici, che il valore fondamentale dell’ebraismo è il principio della separazione. Illustrò il suo punto con gli opposti binari di sacro e profano, santo e empio, Shabbat e non Shabbat o nei giorni feriali e, naturalmente, kashrut, le leggi che governano il cibo e l’abbigliamento puri e impuri. Tutte queste coppie sono esemplari dell’opposizione di fondo fra “purezza” ed “impurità”, dove la purezza è lo stato ideale”.
In una sua celebre disamina il professore Talmon non ha spiegato gli effetti di questa distinzione. Ha tralasciato la più significativa opposizione binaria del giudaismo rabbinico: “Ebreo/gentile” o “ebreo/goy “ le cui conseguenze sono sempre state, e ancora rimangono, centrali nella vita ebraica . Talmon non ha spiegato che il principio di separatezza ha la sua radice in kadosh – che è generalmente tradotto come santo, ma il suo significato letterale è “distinto a parte” o “separato da”. La separatezza che è richiesta per gli ebrei è la separazione dagli “impuri”. Dio è kadosh e il suo popolo deve essere ugualmente kadosh. Ciò, nel senso di “scelto” – scelto da Dio per avere la qualità esistenziale della purezza. L’ebreo è “puro” perché possiede un’anima – nefesh in ebraico. Lo scopo di ogni rituale ebraico è di sostenere lo stato di purezza dell’ebreo. Agli ebrei è comandato di fare tutto ciò che è in loro potere per evitare di essere contaminati da ciò che è considerato impuro. In contrasto con gli ebrei, i goy, rientrano nella categoria degli impuri perché non sono nati con l’ anima, e sono, quindi, esistenzialmente separati da Dio senza alcuna possibilità di “colmare lo jato”. Quindi nel lessico ebraico il termine goy ha un significato peggiorativo. Questa è la ragione fondamentale per cui l’ebreo non è tenuto a trattare il goy come un pari: perché, secondo il giudaismo, non è uguale. In effetti, il goy è considerato come bestiame, perché il bestiame non ha anima. Il goy non è quindi completamente umano . Userò solo il termine goy per questo motivo, anziché il termine “gentile”, dal latino “gentes”, che indica popoli, stranieri, senza tono peggiorativo.
“Questa distinzione esistenziale tra ebreo e goy ha come conseguenza l’assenza di un codice morale universale ebraico, come invece si trova nel cristianesimo e nell’islam.“
Uno degli esempi più vistosi di diritto talmudico “è la Legge del Ritorno o cittadinanza talmudica, emanata appena dopo la creazione della stato ebraico, nel 1950. E’ un’altra manifestazione ossimorica del genio ebraico. Questa legge dice che gli ebrei, che non sono nati nello stato ebraico, possono tornare ad esso perché è la loro “terra di nascita”. Il termine in ebraico è moledet la cui radice significa “essere nato”. Il diritto legale supera il fatto della nascita all’estero. Ciò si traduce in una situazione in cui un ebreo non nato nello stato ebraico può tornare nella sua terra di nascita di Israele, dove non è nato”. Per contro, “Gli arabi acquisiscono la cittadinanza in Israele secondo lo ius soli , vale a dire perché sono nati in questo territorio; ma questi non sono diritti ereditabili.
“Una seconda legge cruciale, anch’essa del 1950, è la legge sulle “proprietà assenti” (absentee land: il proprietario non abita sul proprio terreno) : riguarda l’espropriazione della proprietà privata araba all’interno dello Stato ebraico; in un’ottica global sionista è così legalizzato l’esproprio dei beni e giustificata la proprietà privata solo per gli aventi diritto per ereditarietà di stirpe.
Riporto qui di seguito uno degli ultimi esempio di talmudismo accettato: “MINISTRO DELLA DIFESA ISRAELIANO: PREFERISCO L’ISIS ALL’IRAN ALLE NOSTRE FRONTIERE” – FRASI DEL GENERE CI FANNO MERAVIGLIARE MENO DELLE SCELTE POLITICHE DI UN LEADER CHE HA IMPOSTO LA VACCINAZIONE SPERIMENTALE OBBLIGATORIA PER LA RIAPERTURA.
Da quanto studiato fino ad ora, e che ho cercato di sintetizzare nella stesura di questo articolo, come corollario, se così vogliamo, di un saggio che ho dedicato alla più generica “questione ebraica”, mi pare evidente, anche agli occhi dei meno avvezzi all’argomento, che: il sionismo è il sovranismo sionista nel mondo, e che con gli ebrei per religione c’entra ben poco! Anzi, esso ebbe più a che fare con coloro che finanziarono le politiche di sterminio antisemita. Il sionista non è un religioso, è un banchiere che ha ri-scritto il Talmud; storiche famiglie di banchieri e commercianti in diamanti, di discendenza ebraica, e di religione calvinista protestante, proprio come quelle famiglie che finanziarono la campagna hitleriana e la Shoah… e che oggi possiedono la maggioranza del Capitale globale, che posseggono i media main stream, l’avanguardia tecnologica, che presiedono le maggiori organizzazioni non governative come la WHO e l’ONU, FAO, WWF, etc… che scelgono i governi dei popoli autonomamente di modo che tali governi possano rappresentare i loro interessi nei vari parlamenti e/o organi esecutivi. Possiamo dire che vi è nel mondo ebraico una parte di ebrei (non ebrei, ovvero ebrei solo per ereditarietà di sangue, che odia altri ebrei ortodossi, i quali non riconoscono in certe interpretazioni talmudiche, i fondamenti della Torah data da Dio a Mosè. Affermare ciò è come dire che l’antisemitismo è insito nell’interpretazione in chiave “sionista” del Talmud.
PAROLE CHIAVI
SIONISMO
E’ un movimento politico internazionale il cui fine è l’affermazione del diritto all’ autodeterminazione del popolo ebraico inserendosi nel più vasto fenomeno del nazionalismo moderno.
EBRAISMO
L’ebraismo (in ebraico: יהדות) indica uno stile di vita sia una tradizione culturale diffusa all’interno del popolo ebraico, nelle varie comunità presenti in tutti i paesi del mondo.
Come religione l’odierno ebraismo, detto anche ebraismo rabbinico, è l’evoluzione maggioritaria della religione biblica, frutto secondo la tradizione, dell’alleanza tra Dio,, indicato nella Torah con il nome di Yahweh, e il popolo ebraico. I suoi testi fondamentali sono la Torah, il Tanakh e la tradizione orale supplementare, rappresentata dai testi della Mishnah e del Talmud.
GIUDAISMO
Indica le caratteristiche distintive dell’ethnos ebraica. Il termine deriva dal latino Iudaismus, coniato sul greco Ἰουδαϊσμός e ad esso corrisponde in ebraico יהדות, Yahadut. Tutti questi vocaboli traggono origine dal nome ebraico di persona e di tribù יהודה, Yehudah, colui il quale rende lode a Dio ossia “Giuda”.
SOCIETÀ DELLE NAZIONI
Fu fondata nell’ambito della conferenza di pace di Parigi del 1919, formalmente il 28 giugno 1919 con la firma del trattato di Versailles del 1919 – e fu estinta il 19 aprile 1946 in seguito al fallimento rappresentato dalla seconda guerra mondiale e alla nascita, nel 1945, di un’organizzazione con identico scopo, le Nazioni Unite.
La Società delle Nazioni in sigla SDN, anche conosciuta come Lega delle Nazioni, è stata la prima organizzazione intergovernativa avente come scopo quello di accrescere il benessere e la qualità della vita degli uomini. Il suo principale impegno era quello di prevenire le guerre, sia attraverso la gestione diplomatica dei conflitti sia attraverso il controllo degli armamenti.
ALTRI ORGANI
Alla Società delle Nazioni era affidata la supervisione della Corte permanente di giustizia internazionale e diverse altre agenzie e commissioni create per risolvere i conflitti internazionali. Molti di questi organismi furono assorbiti poi dalle Nazioni Unite dopo la seconda guerra mondiale. L’organizzazione internazionale del lavoro e la corte internazionale di giustizia divennero la Corte internazionale di giustizia e l’organizzazione per la salute fu trasformata nell’Organizzazione mondiale della sanità.