Ha avuto un anno e sei mesi. Era imputata di disastro, omicidio e lesioni colpose per i fatti del 3 giugno 2017, quando il panico tra la folla durante la proiezione della finale di Champions League tra Juventus e Real Madrid causò due morti e oltre 1.500 feriti. Stessa condanna per gli altri cinque imputati.
La sindaca di Torino Chiara Appendino è stata condannata a 1 anno e 6 mesi , in relazione ai fatti avvenuti in piazza San Carlo il 3 giugno 2017, quando durante la proiezione della finale di Champions League tra Juventus e Real Madrid si scatenò il panico, con un bilancio finale di due vittime e oltre 1.500 feriti. Appendino era imputata di disastro, omicidio e lesioni colpose. Stessa condanna per gli altri cinque imputati: l’ex questore Angelo Sanna, l’ex capo di gabinetto Paolo Giordana, l’ex presidente di Turismo Torino Maurizio Montagnese e per l’architetto Enrico Bertoletti, che si occupò di parte della progettazione dell’evento.
“È una decisione che accetto e rispetto, anche per il ruolo che rivesto”, ha commentato Appendino. “La tesi dell’accusa, oggi validata in primo grado dalla Giudice – ha proseguito – è che avrei dovuto prevedere quanto poi accaduto e, di conseguenza, annullare la proiezione della partita in piazza. È una tesi dalla quale mi sono difesa in primo grado e che, dopo aver letto le motivazioni della sentenza con i miei legali, cercherò di ribaltare in appello perché evidente che, se avessi avuto gli elementi necessari per prevedere ciò che sarebbe successo, l’avrei fatto. Ma così non fu e, purtroppo, il resto è cronaca”.
Di tenore analogo il commento dell’ex questore Angelo Sanna: “Dopo aver servito per 47 anni lo Stato e aver rispettato le sentenze è giusto che anche oggi rispetti questa decisione”. Il pubblico ministero del processo, Vincenzo Pacileo, ha affermato: “Nei reati colposi la condanna è sempre una sconfitta per la società. La Procura fino adesso ha avuto ragione – ha aggiunto Pacileo – ma non c’è da essere contenti”.
La sentenza di primo grado emessa oggi riguarda i fatti avvenuti in piazza San Carlo il 3 giugno 2017, quando durante la proiezione della finale di Champions League tra Juventus e Real Madrid si scatenó il panico, con un bilancio finale di due vittime e oltre 1.500 feriti. Lo scorso novembre, il pubblico ministero Vincenzo Pacileo aveva chiesto una pena di 1 anno e 8 mesi per la sindaca di Torino Chiara Appendino, 1 anno e 8 mesi per l’ex questore Angelo Sanna, 2 anni per l’ex capo di gabinetto Paolo Giordana, 1 anno e 7 mesi per l’allora presidente di Turismo Torino (l’ente che organizzó l’evento) Maurizio Montagnese e 3 anni e 6 mesi per l’architetto Enrico Bertoletti, che si occupó di parte della progettazione dell’evento.
Come ricostruito dagli inquirenti, alcuni rapinatori spruzzano dello spray al peperoncino tra la folla, provocando un fuggi fuggi generale. Molti dei presenti, in larga parte giovani, perdono le scarpe, le borse, gli smartphone e cadendo sbattono contro il tappeto di vetro creatosi con i cocci delle bottiglie vendute dagli ambulanti abusivi. La ferita piú grave, Erika Pioletti, 38 anni, in piazza per vedere la partita insieme al compagno, morirà in ospedale dopo dodici giorni di agonia. La seconda vittima la 65enne Marisa Amato, rimasta paralizzata e morta il 25 gennaio 2019.
Due i processi, con Appendino, Sanna e gli altri tre imputati che scelgono il rito abbreviato. Altri nove imputati, che a titolo diverso presero parte all’organizzazione dell’evento, hanno scelto invece il rito ordinario, e questo processo che é tuttora in corso.
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