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TI MINACCIANO CON LA PATRIMONIALE MA NON TI DICONO CHE GIÀ C’È

Vediamo condoni fiscali, blocchi dei pagamenti, quelli dei licenziamenti e banche centrali che iniziano ad operare in modo diametralmente opposto rispetto al passato. Si parla tanto di patrimoniale, ma la faranno davvero?

Siamo solo all’inizio di una rivoluzione nel campo della politica economica mondiale. Vediamo condoni fiscali, blocchi dei pagamenti, quelli dei licenziamenti e banche centrali che iniziano ad operare in modo diametralmente opposto rispetto al passato. Si parla tanto di patrimoniale, ma la faranno davvero? È davvero un pericolo per chi detiene somme, anche non eccessive, nei conti correnti? A quanto pare il dibattito è aperto ma la realtà dei fatti ci dice che il dibattito su eventuali patrimoniali è bello che chiuso, con i governi, in particolare quello italiano, che hanno delegato alle banche l’incombenza della riscossione di questa scomoda tassa. Come lo stanno facendo? Lo abbiamo chiesto a Francesco Carrino, esperto nel campo della Tutela del Patrimonio e soluzioni alle posizioni debitorie per aziende e famiglie. Da alcuni anni conduce un canale YouTube dedicato dove offre video gratuiti contenenti soluzioni pratiche e interessanti ragionamenti in merito a temi come: “News e analisi Economiche”, “Tutela del Patrimonio”, “Soluzioni ai debiti”, “Blockchain e Criptovalute”.

Ciao Francesco, cosa sta succedendo? È vero che hanno istituito una tassa patrimoniale direttamente sui conti correnti? Abbiamo visto l’esempio di Fineco. Puoi spiegarci meglio?

Non c’è solo Fineco ad aver preso decisioni drastiche nei confronti dei contraenti, come ho comunicato in un recente video, nel quale siamo andati a leggere la lettera che Fineco inviava ai propri clienti comunicandogli che, tutti i conti correnti con una giacenza superiore ai 100 mila euro devono prendere una decisione: “o hai sottoscritto con noi un finanziamento, oppure fai un po’ di investimenti o, altrimenti siamo costretti ad accompagnarti gentilmente verso l’uscita”.
E dato che Fineco non è l’unica banca ad aver preso questa decisione, ritengo che questo tema meriti una certa attenzione. È necessario capire che cosa sta accadendo e soprattutto capire come dobbiamo regolarci. In sostanza la possiamo riassumere così: la battaglia contro i conto correnti più ricchi in Italia è iniziata!

Come hai ricordato più volte all’interno del tuo canale, la banca centrale europea ha attuato in questi ultimi mesi una politica espansiva, cercando di favorire le persone che vanno a chiedere prestiti e finanziamenti. Come l’ha fatto?

L’ha fatto abbassando i tassi di interesse. I tassi di interesse che abbiamo oggi e a cui ci stiamo abituando come 1,5, 2,4, 2,1, non sono uguali ai tassi d’interesse che c’erano cinque, sei o anche quattro anni fa; e questo è il riassunto in breve di cosa comporta una politica espansiva.

Torniamo alla battaglia contro i conto correnti più ricchi in Italia, cosa intendi quando dici che è iniziata?

Prendiamo in considerazione, per esempio, proprio questa mossa della banca centrale europea che, nello specifico porta a pagare lo 0,5% sulle giacenze del conto corrente dei propri clienti a tutte le banche. Questo 0,5%, per intenderci, lo paga la tua banca e ovviamente la banca non lo vuole pagare, o meglio vuole farlo pagare a te. La decisione più drastica è stata presa da Fineco ma non è la sola. Unicredit ad esempio, come riportato su un articolo del Corriere, carica sulle spalle dei propri correntisti una commissione dello 0,5% sui conti con giacenza superiore a 100 mila euro per aziende e partite iva. Facendo un conto molto veloce, su 100 mila euro che hai all’interno del conto corrente, paghi una commissione annuale di 500 euro. Se vuoi ti elenco qualche altra banca e le proprie condizioni contrattuali. Però fammi fare una piccola considerazione: ebbene questa qui è una patrimoniale in diretta, pensateci bene, invece di applicarla lo stato, la applicano le banche che hanno subito un danno, dicono loro, da parte della banca centrale europea.

L’impressione generale é che si stiano delineando due profili: il profilo dei correntisti di serie A e quelli di serie B. Che cosa si intende con l’espressione “correntisti non consumatori.

Faccio un esempio: Intesa Sanpaolo sempre secondo questo articolo del Corriere non chiede commissioni sui soldi, ma preferisce attivare una campagna di sensibilizzazione nei confronti dei suoi clienti, cioè dobbiamo imparare a essere un po’ più sensibili nei confronti di queste banche, poveracce, a quanto pare stanno facendo la fame! A parte le battute, faccio un altro esempio: la BPER, lo scorso 5 febbraio ha annunciato per i correntisti “non consumatori” (“non consumatori” vuol dire che non consumate i loro prodotti, non prendete un finanziamento e quindi loro non ci guadagnano, non investite tramite loro) che superano i centomila euro hanno iniziato una trattativa sulle condizioni contrattuali, questo è quello che si legge in questo articolo.

Ma per le aziende quali sono le condizioni attuali?

Pagheranno mille euro di spese, tutte le aziende titolari dei conti BNL con una giacenza media trimestrale superiore a un milione di euro, in sostanza sono 4 mila euro l’anno per ogni milione di euro all’interno del conto corrente. I conto correnti sopra i 100 mila euro sono a rischio. Cioè voi rischiate la somma superiore a 100 mila euro che avete all’interno del conto corrente bancario, se quella banca fallisce.

In che modo interviene il fondo interbancario di garanzia e quali possibili strategie adottare per sottrarci da questi rapporti di subordinazione istituiti unilateralmente?

Il fondo interbancario di garanzia interviene per tutelarvi sotto i 100 mila euro, sopra i 100 mila euro sono soldi persi, se la banca fallisce. Questo è il bail in, il famoso bail in di cui abbiamo più volte trattato all’interno di questo canale, e che continueremo purtroppo, credo, a trattare nei prossimi mesi. In tutto questo contesto non ci dobbiamo dimenticare la tentazione del governo italiano di “ficcarci” l’ennesima tassa patrimoniale, sono i depositi di conto corrente, perché il rischio come vi ho anticipato nel video della settimana scorsa, risiede nel fatto che i c.c., il debito e i conti dell’Italia sono quelli che sono, non cambiano perché cambia un personaggio al governo, quindi morale della favola, cosa dobbiamo fare? Innanzitutto bisogna sempre trovare con una strategia personalizzata, perché una cosa è detenere 150 mila euro, cosa che risolvi dividendo i soldi all’interno di due conto correnti, un’altra cosa è detenere un milione di euro, 2 milioni di euro o cifre anche inferiori ai 100 mila euro, in base alle condizioni imposte. Poi dobbiamo vedere se, questo importo e il limite di 100 mila euro non si abbassi col tempo, ma non lo possiamo sapere adesso, ecco perché vi dico, iniziamo a leggere le letterine che arrivano a casa sulla comunicazione di modifica unilaterale del contratto, quindi iniziate a controllare quanti soldi vi spillano dall’estratto conto trimestrale. Ogni tre mesi dovrebbe arrivare una letterina a casa se non arriva vuol dire che avete sottoscritto un contratto on line, cioè avete l’accesso direttamente all’home banking, e lì ci deve essere una sezione relativa alle comunicazioni, andate a vedere quelli che sono i costi che vi applicano trimestralmente. Il secondo passo, è quello di iniziare, laddove possibile, a differenziare i conto correnti prendendo in considerazione anche paesi all’interno dell’Unione Europea, perché detenere soldi all’interno dell’Unione Europea, visto che c’è la circolazione libera dei capitali, non è un male, cioè allarghiamo un attimo la nostra visione, non chiudiamoci come i soliti “provincialotti”.

Visto tutto questo, cosa ci consigli?

Un paio di cose molto importati: primo di tutto bisogna iniziare a leggere le letterine che arrivano a casa da parte delle banca, le famose comunicazioni di modifica unilaterale del contratto. Che poi, “modifica unilaterale del contratto” è meraviglioso ragazzi. Perché per chi ha studiato un minimo di diritto: il contratto è un accordo tra due o più parti. Le banche hanno rovesciato anche il diritto, sono sopra il diritto e stipulano i contratti (che dovrebbero essere un accordo tra due o più parti) in un accordo unilaterale, cioè, decido io e tu ti adegui. Ricordo inoltre che differenziare su altri asset sicuramente è una soluzione, chiaramente poi bisognerà comunque sempre vedere quelle che sono le vostre esigenze personali, le vostre esperienze del passato, e cosa vorreste fare nel futuro. Delle varie soluzioni, all’interno del mio canale, ne abbiamo già parlato tante volte e continueremo a farlo, per adesso ci accontentiamo di questo inizio di miscela esplosiva.

Vi invitiamo a seguire Francesco Carrino sui suoi canali. Noi vi avevamo anticipato qualcosa in questo video di Eugenio Miccoli “IL GOVERNO “TUTTO DENTRO” È PRONTO. ECCO COSA FARÀ DRAGHI” di Eugenio Miccoli.

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