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PROFESSORE DECAPITATO: ORA LA FRANCIA È IN GUERRA CON L’ISLAM RADICALE \\ SETTE+ in compresse. Edizione del 23/10/2020

Dopo la brutale esecuzione del professore parigino Samuel Paty’, per mano di Abdullakh Anzorov un giovanissimo islamista radicale, la Francia torna a fare i conti con l’incubo dell’islam radicale, presente in massa nelle banlieue di tutte le principali città francesi. Macron promette il pugno duro e le forze dell’ordine intervengono in massa con arresti ed espulsioni, ma il problema è destinato ad aggravarsi.

Dopo la brutale esecuzione del professore parigino Samuel Paty‘, per mano di Abdullakh Anzorov  un giovanissimo islamista radicale, la Francia torna a fare i conti con l’incubo dell’islam radicale, presente in massa nelle banlieue di tutte le principali città francesi. Macron promette il pugno duro e le forze dell’ordine intervengono in massa con arresti ed espulsioni, ma il problema è destinato ad aggravarsi.

Domenica 18 ottobre all’alba, uomini dei servizi, polizia e gendarmi, hanno fatto irruzione nella banlieue nord di Parigi dove era stata emessa “una fatwa” contro Samuel Paty, il professore barbaramente decapitato da un giovanissimo integralista di nome Abdullakh Anzorov, fuori dalla scuola di Conflans Sainte-Honorine. A pronunciare la fatwa, equivalente a una condanna a morte è stato ll’islamista radicale Abdelhakim Sefrioui, fondatore del collettivo ‘Cheikh Yassine, che in precedenza aveva accompagnato il padre di un’allieva del prof. Paty a protestare e chiedere alla preside il licenziamento dell’insegnate, reo di aver mostrato in classe le caricature di Maometto durante una lezione sulla libertà di espressione. Le forze dell’ordine hanno bussato alla porta degli 80 che hanno reagito con esultanza o soddisfazione alla feroce esecuzione di Paty, hanno aggiunto agli undici in stato di fermo i quattro studenti che avrebbero “venduto” informazioni sul loro prof al suo carnefice, in cambio di 300 euro. Dopo il pronunciamento della fatwa i servizi di informazione si erano allertati, segnalarono il clima che si era creato attorno all’insegnante, ma non sono stati presi provvedimenti concreti. Ora Macron – dopo una riunione durata 2 ore e mezzo ieri all’Eliseo – ha detto ai suoi ministri e al procuratore antiterrorismo di voler fare: “azioni concrete, senza dare più neppure un istante di respiro” agli integralisti ed ha annunciato che 231 integralisti islamici immigrati in Francia saranno espulsi nelle prossime ore affermando che: “Gli integralisti islamici non dormiranno più sonni tranquilli, la paura ora ce l’avranno loro“. Il killer era noto alle forze dell’ordine per reati comuni che però non gli erano costati il carcere. Resta in stato di fermo il genitore della studentessa che aveva iniziato la protesta e che aveva messo on line nome e numero di telefono del prof.

Nonostante i toni bellicosi di Macron la verità è che intere parti della Francia sono di fatto in mano degli islamisti.  Il Dgsi, l’intelligence interna francese, ha mappato almeno 150 banlieue che sarebbero attualmente in mano all’islam radicale. Non soltanto nelle principali città come Parigi, Lione, e Marsiglia , ma anche in quelle più piccole, un segnale chiaro che indica un fenomeno in espansione. Si tratta di quartieri in prevalenza abitati da immigrati provenienti dal Nord Africa e da quella sub-sahariana, molti dei quali di terza o quarta generazione. Sono quartieri in cui  la polizia cerca di entrare il meno possibile per evitare di scatenare violente rivolte come è successo nel 2005 e del 2017. Perfino la Ratp, l’azienda dei trasporti pubblici, ha dovuto assumere tra autisti legati ad ambienti islamisti e comunque provenienti dalle banlieue, anche perché erano in molti a non voler guidare i mezzi in queste zone per paura di essere presi a sassate.

L’islamismo è ormai largamente diffuso nelle banlieue francesi e basta fare in giro in quelle zone per vedere un numero sempre maggiore di donne con il velo integrale, visto che, le donne vestite in maniera “non adeguata” ai canoni islamisti vengono insultate e aggredite.

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